Como-Napoli, le pagelle: il Napoli crolla, Inter capolista
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Si è conclusa Como-Napoli, partita valevole per la ventiseiesima giornata della Serie A 2024-2025. Gli azzurri hanno perso la partita per 2-1 e la vetta del campionato.
Como-Napoli, i voti degli azzurri
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Di seguito i voti degli azzurri scesi in campo durante Como-Napoli.
Meret: 6. Vittima di due errori difensivi, pressoché sicuro coi piedi e nelle uscite. Incolpevole.
Rrahmani: 4,5. Il Napoli continua a subire gol e il suo pilastro continua a difettare di lucidità in avvio. Sabato scorso il passaggio a Isaksen, oggi la follia ad occhi chiusi che infila Meret e lo spazio lasciato a Diao: per lo Scudetto, gli azzurri necessitano del Rrahmani che fino a qualche giornata fa era il miglior difensore per rendimento in Italia.
Buongiorno: 6. Non è ancora tornato il campione che in inverno ha trascinato il Napoli sino alla vetta a suon di 1-0, ma l'irruenza e la pulizia d'anticipo o ce l'hai o non ce l'hai, non la impari. E lui ce l'ha.
Di Lorenzo: 5,5. Test di maturità fallito dal Napoli, ennesimo test di leadership fallito dal suo capitano. Come si può suonare la carica se chi dovrebbe essere in prima linea è il primo a venir meno?
Spinazzola: 6,5. Da ala e da terzino non aveva affatto sfigurato: da quinto è davvero un plusvalore. Nelle sfaccettature del nuovo - vecchio - Napoli ridisegnato da Conte, può assumere grande importanza.
Billing: 6,5. Mismatch imbarazzante con chiunque altro in campo, il gigante ex Bournemouth sorprende e si carica il centrocampo sulle spalle. Un mistero la sua sostituzione. (Dal 62' Anguissa: 5,5).
Lobotka: 6,5. Da cervello arretrato a regista mobile, chiamato a condurre una squadra camaleontica e fisica alla riscossa. Questo è il nuovo Lobotka, plasmato da Antonio Conte. E non ci dispiace affatto. (Dall'84' Okafor: SV).
McTominay: 5,5. Come Lozano quando ebbe la possibilità di imbucare per Mertens a porta sguarnita in un Napoli-Fiorentina in piena lotta Scudetto, anche lui sceglie di restare comparsa alla chiamata del destino. Perché uomini forti, destini forti. E se calci centrale a porta spalancata…
Politano: 5,5. Glielo fa presente anche Fabregas: “Ma quanto ci dai fastidio?”. E non ha tutti i torti, perché è l'ombra di chiunque abbia anche solo l'idea di calcare la sua fascia. Leggero in occasione del secondo gol del Como.
Lukaku: 5,5. La gara del Napoli inevitabilmente dipende dalla tenuta del centravanti belga. E il piccolo blackout del secondo tempo azzurro è anche da imputare al suo progressivo calo. (Dal 62' Simeone: 6).
Raspadori: 7. Gol pesanti da segnare? Better Call Jack. Barlume di speranza nel buio delle quattro gare di fila senza vittoria, nel suo ruolo fa la differenza. Che il suo impiego, il piano B, diventi un piano A.
Conte: 5. Una partita aperta, spietata, in cui la sua squadra cerca subito di autosabotarsi. Rimessa sul binario giusto e rette le offensive creative ma velleitarie dei padroni di casa, il mister salentino compromette il centrocampo schierando un giocatore costretto a giocare col freno a mano tirato per rimuoverne uno pienamente in gara. McTominay non segna, Diao sì e per la prima volta da tempo immemore bisogna rincorrere. Lo attende una settimana di critiche e chiacchiere, perché c'era chi non aspettava altro. Conte, di solito, logora chi non ce l'ha. A Napoli, per assurdo, logora anche qualcuno che ce l'ha. In una piazza condannata destinata in eterno alle belle storie dai finali non all'altezza. Ma nessuno è più bravo di lui a lottare contro tutti. E sabato l'Inter è chiamata a sputare sangue…
Como-Napoli, i voti dei lariani
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Di seguito i voti dei padroni di casa in Como-Napoli.
Butez: 7. Al terzo tentativo, il Como ha trovato il suo portiere ideale: impeccabile in gestione, non da meno tra i pali. Bravissimo a sventare un tiro a botta sicura di McTominay.
Smolcic: 6. Terzino ex Rijeka tutto spinta e cross insidiosi, tiene botta nel duello in fase difensiva e, aiutato dai compagni, dimostra una certa disinvoltura nei disimpegni.
Kempf: 5. In ballottaggio con l'arcigno Dossena, il centrale ex Hertha Berlino mostra - come all'andata - di andare in affanno giocando ad una certa intensità.
Goldaniga: 6,5. Al centro delle polemiche il suo nome, accostato ad un gioco di parole rivedibile in una live di una nota testata giornalistica, fa valere una certa autorità.
Valle: 6. Pescato direttamente dalle giovanili del Barcellona, è a suo agio quando si tratta di giocare il pallone. Forse anche troppo, rischiando con una leggerezza di mandare in porta il Napoli.
Strefezza: 6. Una partita intera passata a scalciare, comportandosi con un menefreghismo che sembra figlio della presunzione di restare illibato. Il calcio, nella sua prestazione, c'è da trovarlo nelle immense coperture. (Dall'89' Douvikas: SV).
Perrone: 6,5. Tutto mancino, scuola City, in verticale come in orizzontale. Giocatori del genere fanno proprio bene al calcio.
Caqueret: 6,5. La credibilità del progetto comasco è tutta nel suo acquisto. A gennaio, dal Lione in crisi economica ma con velleità d'Europa in campionato, a cifre non esattamente da lotta per la salvezza. Notevole in palleggio, tocco di fino e personalità per dirigere le geometrie del Como. (Dal 72' Cutrone: 6).
Paz: 6,5. È l'ultimo a dribblare in mezzo al campo, figlio di un calcio che sta scomparendo all'ombra dei dogmi. Con tutti i rischi del caso, con la classe dei giganti del pallone. Variabile impazzita. (Dall'89' Vojvoda: SV).
Da Cunha: 6. È forse il giocatore dal bagaglio tecnico più discreto dell'attacco tutta fantasia schierato da Fabregas. Compensa con una spiccata capacità di leggere il gioco. (Dall'80' Engelhardt: SV).
Diao: 7. Un po' centometrista caraibico, un po' Dobermann di Mare Fuori: qualche rogna alla linea partenopea, qualche scenata evitabile, poi a un quarto d'ora dalla fine dà sfogo al suo immenso talento. Il controllo in occasione del gol è fantascientifico. (Dall'80' Fadera: SV).
Fabregas: 7,5. La fortuna premia gli audaci ed ecco che la scelta del tecnico lariano di giocarsela a viso aperto fino alla fine si rivela vincente: anche dopo il vantaggio, l'idea di coprirsi non lo sfiora neanche lontanamente. È squadra quadrata, il suo Como, che può mettere in bacheca un altro scalpo d'élite. La zona retrocessione, adesso, è a debita distanza. Qualche svarione è più che comprensibile, se la metà dei giocatori che schieri in campo hanno a stento vent'anni. Futuro.