L'incontro di Coppa Italia tra Napoli e Modena, conclusosi con una vittoria ai rigori per 4-3, è stato un vero banco di prova non solo per i giocatori in campo, ma anche per la tenuta emotiva e comunicativa dell'intero ambiente partenopeo. Eppure, ciò che avrebbe potuto rappresentare un momento di riflessione e crescita si è trasformato nell'ennesimo teatrino mediatico, con dichiarazioni post-gara che hanno sollevato più dubbi che risposte, sia dentro che fuori dal campo.

foto riportata dal sito www.modenatoday.it

L’Antonio Furioso? Non credo

Antonio Conte, noto per la sua franchezza tagliente e per la capacità di far piovere critiche con la stessa energia con cui prepara le sue squadre, non ha deluso le aspettative in conferenza stampa, almeno questo è il messaggio che si è lasciato passare. Ma chi ha visto nelle sue parole delle "bordate" alla società Napoli dimostra di non conoscere a fondo il personaggio. Conte non è nuovo a esternazioni forti, e chiunque abbia seguito la sua carriera sa che il tecnico leccese non si è mai fatto scrupoli nel criticare apertamente il proprio ambiente di lavoro, talvolta con dichiarazioni che, al confronto, farebbero sembrare queste ultime delle semplici osservazioni. La sua critica, più che un attacco alla proprietà, sembra un avvertimento velato, un modo per stimolare una reazione, per alzare l'asticella della competizione interna, sia per i doveri della squadra che della società. Interpretare le sue parole come un affronto diretto alla dirigenza dimostra quanto il contesto calcistico sia ormai diventato una polveriera pronta a esplodere alla minima scintilla, più per la volontà di alimentare polemiche che per un reale interesse verso il miglioramento.

Il Gioco delle Parti

D'altro canto, un altro spunto di riflessione, questa volta legato alle risposte del Direttore Sportivo, Giovanni Manna. In piena finestra di calciomercato, le sue risposte alle domande dei giornalisti si sono rivelate, come al solito, banali e scontate, perfettamente in linea con il copione che ogni DS sembra recitare in questo periodo dell'anno. Ma è qui che risiede il vero problema: se ci si aspetta qualcosa di diverso, se si spera che un dirigente in pieno mercato possa rivelare strategie o ammettere difficoltà, si è probabilmente più ingenui che appassionati di calcio. Manna non ha fatto altro che conformarsi a un protocollo ormai radicato, quello del silenzio diplomatico e delle frasi fatte, un modus operandi che sembra trasformare ogni DS in una sorta di "Cyborg" programmato per dire tutto e nulla allo stesso tempo.

Il punto critico, però, è che la conferma dell’incompletezza della rosa non è certo una novità per chiunque segua il calcio con un minimo di attenzione. Le risposte di Manna non sono state altro che una presa d’atto di una situazione evidente, che non richiedeva certo ulteriori conferme. Era realistico aspettarsi che il DS potesse fornire un rendiconto in percentuali sul buon esito delle trattative per Nerès, Gilmour, Lukaku o chicchessia? Ovviamente no. Il calciomercato è un gioco di equilibri sottili, di trattative in divenire, e un direttore sportivo, per quanto possa sembrare frustrante per i tifosi, ha il dovere di mantenere il riserbo su questi aspetti.

Il vero dramma è che il pubblico e la stampa continuano a “giocare a questo gioco”, fingendo di cercare risposte mentre, in realtà, alimentano un sistema sterile e privo di vera comunicazione. Invece di cambiare canale o di pretendere una maggiore trasparenza, si preferisce crogiolarsi nell'illusione che ogni parola detta possa nascondere chissà quale verità nascosta. Il risultato è un circolo vizioso di dichiarazioni vuote e di polemiche costruite sul nulla, che non fa altro che allontanare il calcio dai suoi veri protagonisti: il gioco e i tifosi.

Chi ha tempo non perda tempo

Il post-gara di Napoli-Modena ha rivelato più le fragilità e le aspettative di un ambiente mediatico - con annesso tifoso in perenne tensione - piuttosto che veri problemi interni al club. Antonio Conte non ha lanciato bordate, ma ha semplicemente fatto il suo mestiere di allenatore che guarda oltre la singola partita. Giovanni Manna, dal canto suo, ha fatto esattamente ciò che ci si aspetta da un DS in questo momento dell’anno. Se qualcuno si aspettava altro, forse è il momento di ricalibrare le proprie aspettative e tornare a concentrarsi su ciò che tra le righe (si fa per dire) ci hanno detto Lor Signori: la costruzione di una squadra competitiva da completare per la stagione agonistica che si accinge ai nastri di partenza.