E’ il giorno di Torino-Napoli, ultima partita prima della sosta per le Nazionali. Gli azzurri hanno tutte le intenzioni di vincere per sfondare il tetto dei 70 punti in classifica, in vista dell’emozionantissimo rush finale che li vede protagonisti ed in lotta anche per il sogno Champions League (quarti di finale con il Milan, possibile semifinale con Inter o Benfica).

Torino-Napoli sarà una partita ad alto livello di intensità, con duelli pressanti in ogni punto del campo. Si giocherà molto sull’errore dell’avversario e sarà di vitale importanza la riconquista delle cosiddette seconde palle, soprattutto nel momento di maggior pressione del Toro nella metà campo azzurra, con tanti calciatori fuori posizione e possibilità elevate di ripartenze veloci. Servirà - inoltre - tanta tecnica, mente lucida e velocità di pensiero, per sfilarsi dalle marcature granata e creare occasioni da rete. Spalletti – come dichiarato in conferenza stampa – non si aspetta un cambiamento di atteggiamento da parte degli uomini di Juric, che in fase di costruzione non amano partire dal basso. L’ex Verona farà molto affidamento sulle buoni doti di rinvio lungo da parte di Milinkovic (destinazione Sanabria e Singo), oppure proverà a sviluppare la manovra offensiva cercando di innescare le qualità dei due uomini offensivi (probabilmente Vlasic e Radonjic) alle spalle della prima punta. In fase di non possesso – invece – previsto tanto pressing e marcature uomo contro uomo, con terzini alti e costanti tentativi di ingabbiare Lobotka. Anche gli uomini del terzetto difensivo approcceranno in modo aggressivo, con frequenti rotture della linea. Gravillon potrebbe prendere il posto di Djidji e giocare insieme a Schuurs e Buongiorno. Infine, gli azzurri dovranno fare attenzione alle palle inattive, visto che i padroni di casa dispongono di un’ottima varietà di schemi.

Cosa ha preparato Spalletti: come scritto nel pezzo post-Francoforte, la tattica di “uscita bassa” utilizzata contro i tedeschi, verrà riproposta anche nel match dell’Olimpico Grande Torino. Con una sostanziale novità per saltare la prima linea di pressione. Non ci sarà soltanto il fraseggio Meret-linea difensiva-centrocampista, ma anche la connessione diretta tra il portiere friulano e Victor Osimhen. Un tipo di calcio immediato e verticale. Il lavoro del nigeriano sarà fondamentale: dovrà proteggere e pulire palloni in modo ottimale. Tutti aspetti in cui è migliorato tantissimo. Si prospetta una bella lotta con l’olandese Schuurs. Sempre in fase di costruzione, il tecnico partenopeo chiederà ai suoi interni di centrocampo di abbassarsi di frequente di fianco a Lobotka, per attirare gli avversari nella propria metà campo e creare – di conseguenza – spazi alle spalle. Richiesta anche per i due esterni offensivi, che dovranno posizionarsi più vicini alla prima punta per evitare i continui duelli fisici con i difendenti granata. Studio su calci piazzati: così come l’Atalanta di Gasperini, anche il Toro di Juric sembra soffrire nel cuore dell’area di rigore. Nei pressi del dischetto del rigore, per intenderci. Marcatura molto più a zona che ad uomo, con orientamento sul pallone. Lo staff di Spalletti ha preparato delle situazioni che prevedono l’attacco diretto al pallone partendo leggermente da dietro. Occhio ad Osimhen e Rrahmani in questo caso. Ovviamente, la bravura dei singoli – sia del battitore che del colpitore – farà la differenza.