È stata la mano di Aurelio
Il Napoli è Campione d'Italia per la terza volta nella sua storia. La prima volta senza Diego Armando Maradona in campo. Alla Dacia Arena si è consumato l'ultimo atto di una stagione che resterà impressa nella memoria dei napoletani e, più in generale, di chi ama il calcio.
La matematica arriva a cinque giornate dalla fine, impresa ruscita, tra le altre, al Grande Torino. Il destino ha voluto che accadesse proprio il 4 maggio, giorno della tragedia di Superga che nel 1949 ha consegnato all'immortalità una delle storie più iconiche dello sport italiano.
Immortali lo saranno anche Spalletti, Giuntoli, Meret, Mario Rui, Lozano, Elmas, Gaetano, Zerbin. E soprattutto Aurelio De Laurentiis. L'uomo che ha sfidato il sistema a carte scoperte, senza trucchi, senza inganni. Se i primi due sono stati nel segno del più grande giocatore mai esistito sul pianeta, questo è lo scudetto della normalità.
Della straordinarietà che si nasconde nella normalità. Un percorso lungo, ma sempre in crescendo. Per Napoli è il momento della festa. Un momento atteso 33 anni, nel mezzo un fallimento e un destino che sembrava essere quello di una squadra satellite dei club del nord. Lo stesso nord che oggi soccombe al cospetto di uno dei modelli più efficienti del calcio mondiale.
Ha vinto la Napoli più nobile. Eccellenza del Mediterraneo, culla di umanità che diventa esempio. Ed è nella vittoria che occorre insistere per bonificare anche la palude sempre più ristretta, ma infestante, dell'ignoranza e della diffidenza.
Napoli non dipende da nessuno, se non da sé stessa. Nel calcio come nella vita. Attraverso il calcio ha espresso bellezza morale e tecnica.
Il Napoli ha vinto lo scudetto senza mai scendere a compromessi. Senza il complesso del riscatto che annebbia la mente e aumenta il margine d'errore.
Il Napoli è Campione d'Italia, incredibile a dirsi. Ma è tutto vero. La sensazione che questo titolo sia l'inizio e non la fine è certificata dalla stabilità economica che il club ha rincorso quest'estate.
La città è esplosa. Gli occhi del mondo sul golfo. E quelli dal cielo che entrano nelle nostre anime. Le lacrime scendono mentre i sorrisi illuminano.