"Diamo un calcio alla camorra": lo sport che aiuta i giovani
"Diamo un calcio alla camorra" il progetto che propone attività sportive come attività educative
Nella struttura che a San Giovanni a Teduccio rappresenta una delle poche realtà associative che pongono un argine al dilagare della camorra e riescono ad offrire opportunità concrete alla cittadinanza, la Fondazione Figli in Famiglia, è stato presentato il progetto che, con la collaborazione di alcune figure del Napoli Calcio, propone attività sportive come attività educative.
Il progetto si chiama “Diamo un calcio alla camorra”, ha avuto una gestazione lunga almeno due anni.
Ma adesso decolla, nel nome della lotta alla camorra.
E per il suo lancio arriva nella sede della Fondazione Glenn Micaleff, il commissario europeo alla Gioventù alla Cultura e allo Sport, accompagnato dall'europarlamentare del Pd Sandro Ruotolo.
Micaleff ha scelto Napoli per la sua prima missione, e dice: “L'Italia è dove l'anima batte più forte. La casa dell'Europa. E qui a Napoli è dove il cuore dell'Italia batte più forte. La partecipazione dei giovani allo sport è un potente strumento di crescita. Crea un ambiente inclusivo, contrasta l'influenza distruttiva della criminalità organizzata, combatte l'esclusione sociale e l'emarginazione che la criminalità alimenta.”
Anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi vuole, contro la criminalità, “Costruire nuova speranza per i ragazzi dei nostri territori poveri di opportunità e qualità della vita. E questa esperienza - sottolinea - dimostra che si possono cambiare le cose partendo dal basso.”
Carmela Manco, presidente dell'associazione, spiega come “Il calcio diventi strumento per farli studiare questi bambini: sono puntuali, vanno a scuola tutti i giorni , pur di fare calcio. Offrire opportunità ai bambini che vivono in quartieri come il nostro significa investire in un futuro migliore per loro e per il territorio.”
“Un progetto pilota per lo sport, ma anche per la legalità - sottolinea Ruotolo - Noi oggi abbiamo per la prima volta le carceri minorili sovraffollate, perchè in territori come questo, con situazioni di degrado e abbandono scolastico, la camorra ha la meglio. Qui siamo in una cittadella assediata, ma non alziamo bandiera bianca.”
Qui, aggiunge la dirigente scolastica Valeria Pirone, “Fare scuola è molto, molto difficile. In tutta Napoli Est la dispersione scolastica è il vero cancro, e se le mamme che sono qui rappresentano la parte buona del quartiere, ce ne sono tante che sono ancora bambine, incapaci di vivere la genitorialità."
Non è tutto: “In Campania vive un milione di persone sotto la soglia di povertà - sottolinea lo scrittore Maurizio De Giovanni - Napoli non è in Europa, cerca di arrivarci ma la strada è in salita, è difficile. Di certo non possiamo lasciare indietro nessuno.”