Per soli tre giorni racconteremmo della stessa identica data: 26 ottobre 1986. Il sogno, l’agognato sogno, molto probabilmente cominciò proprio lì, allo Stadio Olimpico di Roma. La squadra di Ottavio Bianchi veniva da un pareggio tra le mura amiche dell’allora San Paolo di Napoli contro l’Atalanta, un 2-2 casalingo che lasciò l’amaro in bocca a Maradona e compagni. Lo stop inatteso fece scoccare la scintilla geniale agli occhi di Italo Allodi e Pierpaolo Marino, che a quei tempi consentì di poter ricorrere al mercato e mollettare l’organico; Francesco Romano, l’uomo della provvidenza, un play di centrocampo pescato dalla Triestina in grado di supervisionare il gioco è svolgere quel ruolo di collante che il sempre caro Costanzo Celestini non era più in grado di garantire.

A quanto fatto dalla dinamica coppia di mercato ci pensarono Giordano e Maradona nel completarne l’opera. La qualità delle loro gesta calcistiche consentì alla squadra di sbancare Roma e dare inizio al racconto della favola più bella.