Sono sempre di più i settori della società civile e delle istituzioni del Mezzogiorno che stanno scendendo in campo per affermare il proprio "no" al progetto di autonomia differenziata portato avanti dal governo Meloni. Il ddl Calderoli, infatti, approvato poco tempo fa al Senato, comporterebbe ingenti riduzioni dei trasferimenti che lo Stato centrale destina alla Regioni del Sud, già in grossa difficoltà sul piano finanziario ed economico rispetto a quelle del Nord. E uno dei settori più colpiti, su cui hanno avanzato richieste forti di autonomia tanto il Veneto e la Lombardia quanto l'Emilia Romagna, sarebbe la sanità.

Proprio per questo, presso l'ospedale Cardarelli di Napoli, si è tenuto un convegno organizzato proprio dall'azienda sanitaria per affrontare i rischi legati all'approvazione definitiva del regionalismo. Per l'occasione sono intervenuti il Direttore Generale Antonio d'Amore, il Presidente dell'Agenzia Nazionale per la Sanità Enrico Coscioni, il Presidente della Conferenza Episcopale campana Antonio Di Donna.

Autonomia differenziata, dal Cardarelli tuona De Luca: "Basta fare clientele sulla sanità"

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Al convegno tenutosi presso il Salone Moriello del Cardarelli, poi, hanno presentato le loro relazioni Ettore Cinque, assessore regionale al Bilancio, Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione GIMBE, e Riccardo Realfonzo, docente di Economia presso l'Università del Sannio. La giornata, poi, è stata chiusa dal Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che sull'autonomia differenziata ha già preso una posizione fortemente contraria: "Noi siamo il Sud del rigore, dell'efficienza e della correttezza amministrativa. Con questo governo rischiamo, invece, di fare danni immensi alla sanità: è un ambito su cui vogliono fare clientele".