Lukaku Napoli-Lecce

La premessa è d'obbligo, ritengo Antonio Conte il miglior allenatore che la società calcio Napoli, dopo la nefasta gestione della scorsa stagione, potesse arruolare, al fine di raccogliere le macerie depositate per riciclarne e produrne energia. Non ho la presunzione di suggerire trame di gioco ad un tecnico pluridecorato e di cotanta esperienza, la mia è solo una constatazione dei fatti che lo stratega pugliese ne ha già un'ampia consapevolezza.

Ieri pomeriggio, durante il match contro il Lecce, Romelu Lukaku ha vissuto una partita in cui, nonostante la sua presenza in campo, non è stato utilizzato al massimo delle sue capacità. L'attaccante belga, per quanto gli scettici possano blaterare, pur essendo uno dei migliori interpreti del ruolo in Europa, ha faticato a entrare nel vivo dell'azione, spesso isolato e lontano dalle situazioni di gioco che ne valorizzerebbero le doti. Questo non è soltanto un problema di prestazione individuale, ma piuttosto una questione tattica che riguarda l'interpretazione delle sue caratteristiche da parte della squadra.

Lukaku e il gioco di squadra

Lukaku è noto per la sua fisicità e per la capacità di gioco spalle alla porta, aspetti che lo rendono un punto di riferimento ideale per smistare palloni e creare spazi per i compagni. Tuttavia, ieri pomeriggio queste qualità non sono state sfruttate. L’impostazione tattica della squadra, caratterizzata da un giro palla lento e da un pressing avversario costante, ha isolato Lukaku, impedendogli di esprimere al meglio il suo potenziale. I centrocampisti e gli esterni non sono riusciti a fornirgli palloni giocabili, né attraverso cross precisi né tramite lanci in profondità, elementi che invece sono cruciali per il suo stile di gioco.

Lukaku e Conte a bordocampo
foto riportata dal sito www.ilvaporetto.com

Carenze nell'assistenza: McTominay è davvero la sua "spalla" ideale?
 

Uno dei problemi principali è stata la scarsa assistenza ricevuta da Lukaku. La mancanza di sponde per l'attaccante ha limitato le sue possibilità di entrare in azione, impedendogli di mettere a disposizione dei compagni le sue qualità nel gioco di sponda. Lo scacchiere tattico prevedeva un'evidente linea d'attacco composta dallo stesso Lukaku affiancato da Scott McTominay. Inizialmente la scelta è sembrata davvero appropriata in quanto fronteggiare un avversario con così tanti uomini dietro la palla poteva risultare come la chiave di volta per dare maggiore spessore al fronte d'attacco, ma a lungo andare la manovra è risultata alquanto sterile, al punto tale che solo gli inserimenti di Ngonge e Neres hanno portato pericolo alla porta di Falcone. 

Questa scelta cosa ha comportato?

 Prima di tutto la mancata centralità di Lukaku e il mancato gioco di scarico che ci ha deliziato nelle precedenti partite (vedi Cagliari e Como), ma soprattutto ha reso avulso il potenziale del calciatore scozzese. L'ex United ha caratteristiche fisiche importanti, che vanno sfruttate in fase di transizione, non spalle alla porta. Posizionarlo ina maniera statica a ridosso dell'area avversaria ne riduce il raggio d'azione e limita le su peculiarità della progressione palla al piede, dello scambio ravvicinato, dell'inserimento senza palla e, soprattutto, della conclusione da fuori.

Un match che ha sottolineato l'isolamento dell'attaccante
 

Il Lecce ha impostato una partita di grande densità difensiva, con una marcatura stretta su Lukaku che ha ulteriormente complicato le cose. In un simile contesto, l'attaccante belga avrebbe avuto bisogno di essere supportato da compagni che lo cercassero maggiormente, magari attraverso triangolazioni o inserimenti in profondità. Al contrario, i palloni per lui sono stati pochi e, spesso, imprecisi. Questa mancanza di coesione ha reso Lukaku quasi invisibile nel match, un paradosso considerando il suo potenziale e le sue capacità tecniche.

La mancanza di continuità e la condizione fisica
 

È anche importante sottolineare che Lukaku, al momento, non ha ancora raggiunto il suo miglior stato di forma. Dopo un periodo di infortuni e il recente cambio di squadra, è ancora alla ricerca della migliore condizione fisica. Questa mancanza di continuità influisce senza dubbio sulle sue prestazioni e sulla sua capacità di adattarsi alle dinamiche della squadra. Tuttavia, per un giocatore come lui, è essenziale essere servito in maniera adeguata per poter recuperare ritmo e fiducia. Una prestazione come quella di ieri non solo non lo ha aiutato in questo senso, ma ha anche evidenziato una disconnessione tattica tra lui e i suoi compagni.

Cosa serve per valorizzare Lukaku


Principalmente evitare paragoni con Osimhen, calciatore totalmente diverso dall'attaccante belga di cui non sappiamo con certezza se fosse il centravanti ideale per Antonio Conte. Per sfruttare appieno un attaccante del calibro di Lukaku, serve un gioco più diretto, con palloni verticali e un supporto costante da parte dei centrocampisti e degli esterni. È fondamentale che i compagni di squadra comprendano meglio i suoi movimenti e le sue esigenze sul campo, perché Lukaku non è un attaccante che può inventarsi da solo le occasioni: è un finalizzatore, un giocatore che deve essere messo nelle condizioni ideali per essere incisivo. In particolare, i cross in area e le palle in profondità potrebbero essere la chiave per permettergli di esprimersi al meglio.

La partita di ieri contro il Lecce ha mostrato una delle principali difficoltà di adattamento per Romelu Lukaku: una squadra che, al momento, sembra non riuscire a servire il suo attaccante di punta nel modo adeguato. Per un giocatore della sua esperienza e delle sue capacità, non poter esprimersi rappresenta non solo un limite personale, ma anche un'occasione persa per la squadra stessa. Affinché Lukaku possa fare la differenza, ma ripeto, come da incipit, Antonio Conte ne ha ben donde, sarà necessario sfruttare al meglio le sue caratteristiche al fine di valorizzare il suo stile di gioco.


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