Si conclude con un pari il 2023 del Napoli al Maradona, è 0-0 tra Napoli e Monza al triplice fischio, con i padroni di casa che scivolano all’ottavo posto, dopo i 7 punti collezionati in 6 gare disputate con Mazzarri in campionato, nel mezzo la qualificazione agli ottavi di Champions League e l’uscita agli ottavi di Coppa Italia con un perentorio 0-4 subito dal Frosinone, questo un primo bilancio con il tecnico toscano in panchina. Monza che invece si conferma squadra solida ed organizzata, 11esimo posto con 22 punti in 18 gare ed il sesto clean sheet per la squadra di Palladino.

Napoli-Monza: lo schieramento tattico 

Il Napoli conferma il 433: Meret in porta; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus e Mario Rui le scelte in difesa; Zielinski ed Anguissa al fianco di un recuperato Lobotka a centrocampo; in attacco tridente inedito formato da Zerbin, Kvaratskhelia e Raspadori. Squadra alta col baricentro in entrambe le fasi di gioco, 64m in fase offensiva, con le due mezzali ad occupare la trequarti e i terzini molto alti, e 53m in fase difensiva, con Zerbin che a differenza di Politano scala maggiormente andando quasi a fare il terzino aggiunto, Anguissa e Kvaratskhelia rimangono alti con Lobotka e Zielinski davanti la difesa.

Palladino sceglie di andare con il 3421: Di Gregorio tra i pali; D’Ambrosio, Gagliardini e Caldirola a formare la linea a tre difensiva; Pedro Pereira e Ciurria sugli esterni di centrocampo, al centro Pessina e Akpa Akpro; Carboni e Dany Mota alle spalle di Colombo. Baricentro basso per il Monza, sotto i 50m in fase di possesso, con Ciurria che si alza al fianco di Mota a creare raddoppio, e Carboni che si abbassa tra Pessina e Pedro Pereira; in fase difensiva baricentro di 39m, la difesa passa a cinque con gli esterni di centrocampo che scalano, a centrocampo tanta densità in mezzo con Mota e Carboni che lasciano l’esterno per coprire il centro del campo insieme a Pessina e Akpa Akpro.

Napoli-Monza: i numeri del match 

Il match, nonostante l’ennesimo risultato deludente stagionale per il Napoli, è stato gestito bene dalla squadra di casa, considerando anche un avversario organizzato e ben messo in campo. Le occasioni sono state numerose, e le défaillance difensive viste nel corso della stagione, non si sono ripetute, il Napoli infatti ha rischiato pressoché nulla, esclusa l’occasione del calcio di rigore (poi parato da Meret), unica vera occasione da gol creata dal Monza. Da considerare prima di analizzare la prova anche le numerose assenze in particolare nel reparto offensivo, ed un Lobotka appena recuperato. 

La squadra di Mazzarri chiude il match con 1.97 xG, creando soprattutto nel secondo tempo quando con Kvaratskhelia e Raspadori che hanno aumentato l’intensità della manovra offensiva con scambi nello stretto e movimenti senza palla, ben 3 le occasioni create nella seconda frazione, 11 le conclusioni in area, 7 in porta, con 0.31 xG subiti se si esclude il calcio di rigore, questi dati per evidenziare come c’è un chiaro problema nel concludere in porta e nello sfruttare le occasioni, in particolare da parte di un Kvaratskhelia intraprendente ma nervoso e poco lucido, ma sottolineando anche che la manovra offensiva del Monza non ha mai creato pericoli alla fase difensiva azzurra, ma anzi è stata anche limitata in termini di possesso palla, infatti la squadra di Palladino ha visto la propria media del 54% calare al 42% ieri sera, 38% nel secondo tempo.

Una delle situazioni da analizzare riguarda la fase di riconquista palla, il Monza è una squadra che tiene il possesso e con Gagliardini al centro della difesa ha guadagnato in termini tecnici in impostazione, il Monza infatti è una squadra che usa il possesso per determinare il ritmo di gioco, infatti non cerca mai la verticalizzazione immediata ma il palleggio in orizzontale per abbassare il ritmo e cercare poi gli inserimenti dei due trequartisti alle spalle della difesa, il Napoli è stato troppo remissivo nel primo tempo, tanto è vero che il Monza per lunghi tratti ha tenuto il possesso nella propria metà campo, dato che lo indica è il 72% del possesso totale (42%) è avvenuto nella metà campo degli ospiti, il che ha spezzato il ritmo ma soprattutto ha evidenziato una difficoltà evidente nell’organizzare un pressing collettivo, in particolare sulla destra con Anguissa che seppur stando molto alto non è mai riuscito a sporcare le linee di passaggio avversarie.

Tornando a quanto di buono visto in campo, la coppia Kvaratskhelia-Raspadori ha sicuramente fatto vedere cose importanti, in particolare nella seconda frazione, Kvaratskhelia ha chiuso la partita con qualche imprecisione di troppo figlia del momento di difficoltà sua e dei compagni, ma le palle gol sono arrivate soprattutto dalle loro giocate, con uno-due nello stretto e scambi di posizione, il tutto favorito anche da Mario Rui. Kvaratskhelia infatti è tornato a ricoprire il ruolo probabilmente a lui più congeniale, ovvero l’esterno a sinistra che però in fase offensiva copre in particolare l’interno favorendo nei movimenti e negli scambi l’intesa con Raspadori, ma gli è stato permesso proprio perché Mario Rui sulla sinistra ha fatto un importante lavoro in sovrapposizione, il che ha scardinato la difesa a cinque del Monza che era costretto ad uscire con il terzino sinistro sul portoghese, e in questo modo si creava un due vs due tra i centrali difensivi e la coppia offensiva azzurra. 

Kvaratskhelia:

Mario Rui:

Da questa situazione sono nate tutte le palle gol del Napoli, Raspadori chiude il match con 31 tocchi e 4 passaggi chiave, il georgiano estremamente pericoloso con 72 tocchi produce 3 passaggi chiave, 3dribbling riusciti e 8 conclusioni, ma è proprio Mario Rui a brillare, ovviamente appresa la pericolosità di Raspadori e Kvaratskhelia per vie centrali Palladino ha dovuto sacrificare il quinto di difesa per andare in superiorità, viste le elevate qualità tecniche dei due, di conseguenza la difesa si è stretta sul centro sinistra e Mario Rui ha avuto maggiore libertà di manovra, da lui infatti sono passate praticamente tutte le azioni offensive del Napoli: ben 115 tocchi, 89% di precisione, 4 passaggi chiave, 4 cross riusciti (su 6), 5 palle lunghe riuscite (su 7), 8 contrasti vinti (su 11) e 7 falli subiti.

Il Napoli non va oltre lo 0-0, ma come sottolineato, la prestazione non è da condannare, certo è che per ritrovare quella serenità che evidentemente manca, c’è bisogno di risultati, e di maggiore concretezza, ma le tante occasioni create, la maggior fluidità nel possesso palla, la maggiore attenzione difensiva e un attacco con queste qualità (nonostante le assenze) devono essere dei punti di (ri)partenza per una seconda parte di stagione in cui, anche grazie ad un mercato di gennaio che dovrà (come sottolineato anche dal presidente De Laurentiis) vedere il Napoli protagonista, la squadra di Mazzarri possa tornare a vincere e convincere e ritrovare fiducia, quella che oggi è totalmente assente nei volti e negli atteggiamenti dei calciatori e che è indispensabile per chiudere la stagione centrando l’obiettivo minimo.