Siamo alla vigilia di Napoli-Milan, una partita che assume dei contorni davvero importanti soprattutto per i rossoneri (in lotta per la qualificazione Champions), mentre gli azzurri possono viverla più come un super-allenamento di preparazione in vista delle due sfide europee. L’obiettivo della banda Spalletti – ovviamente – sarà quello di ottenere un risultato positivo, per accorciare sempre di più i tempi della festa scudetto.

Come giocherà il Milan

Ritorno al passato per Pioli, che - come fatto intendere in conferenza stampa - dovrebbe abbandonare il 3-4-2-1 per il più consolidato 4-2-3-1. Utilizzando questo modulo, in fase di impostazione, il tecnico rossonero si affiderà molto sul preciso calcio di rinvio di Maignan, alla ricerca della testa di Giroud o Calabria, e degli uomini piazzati sulla trequarti. Pur schierando – sulla carta – quattro uomini in difesa, la costruzione avverrà quasi sempre a tre, con due modalità di esecuzione diversi tra loro: con i difensori centrali e l’aggiunta di un terzino (quasi sempre il destro), o arretrando un mediano (molto spesso Bennacer) tra i centrali o nei lati. In quest’ultimo caso, il terzino destro (Calabria) resterà alto. Dall’altra parte, invece, Theo Hernandez (a prescindere) si posizionerà sempre sulla linea di centrocampo.

Passando alla fase offensiva, la manovra dei rossoneri si svilupperà principalmente per vie centrali e sugli esterni. Le due ali offensive taglieranno spesso dentro il campo, vicini al trequartista ed alla prima punta, lasciando campo libero alle sovrapposizioni dei terzini. Molto spesso si formerà un 3-6-1. Occhio al brevilineo Diaz che – se dovesse giocare – potrebbe abbassarsi molto sulla linea dei centrocampisti, per fare gioco e creare pericolosi triangoli veloci negli spazi centrali. Infine, i cross dal fondo – soprattutto per Giroud – saranno un’altra importante arma a disposizione dei rossoneri. L’attaccante francese è da considerare il vero e proprio catalizzatore del gioco di Pioli.

In fase di non possesso, il Milan è una squadra intensa e molto aggressiva. I rossoneri pressano bene e non hanno paura di andare ad attaccare gli avversari in zone alte di campo. Tomori e Kjaer (in ballottaggio con Thiaw) rappresentano l’esempio più calzante: i due centrali (a turno, ma spesso anche insieme) andranno a rompere di continuo la linea difensiva, anche con palla scoperta, nella metà campo avversaria. Pioli assegnerà dei compiti specifici per limitare le uscite del Napoli: il trequartista (Krunic?) proverà a schermare il prezioso lavoro di Lobotka o del centrale di difesa che – eventualmente - imposterà, mentre Tonali e Bennacer saranno incaricati di seguire i movimenti di Anguissa e Zielinski. Prevista anche una marcatura fissa ed intensa di Calabria su Kvaratskhelia.

Cosa ha preparato Spalletti

La filosofia di gioco del Napoli resterà immutata. Certo, cambieranno alcune dinamiche in fase di impostazione, vista l’assenza di Osimhen (approfondiremo dopo la notizia), ma Spalletti ha studiato tutte le soluzioni per far male ai rossoneri. Con l’impiego di Simeone al centro dell’attacco, il gioco azzurro sarà più diretto ed immediato possibile. Spalletti ha chiesto ai suoi un giro palla velocissimo (massimo due tocchi), per arginare il pressing rossonero, giocare di sponda con l’argentino, con Zielinski nello scatenare le folate a campo aperto a supporto degli esterni offensivi. Si giocherà molto con i terzini dentro il campo, per sfruttare l’arma dei cross. Soprattutto sulla corsia di sinistra, Kvara resterà spesso più largo, per lasciare spazio e tempo al terzino di crossare ed a Zielinski di inserirsi centralmente. Sulla destra, invece, ci saranno le solite combinazioni Politano - Di Lorenzo, con le sovrapposizioni del capitano utili nel creare spazi interni per eseguire cross col piede dominante dell’ex nerazzurro.

In fase difensiva, tutta la squadra dovrà essere brava a compattarsi in blocco. Spalletti ha chiesto una gara di grande sacrificio, soprattutto da parte dei due esterni offensivi. Servirà massima attenzione, soprattutto alla catena di sinistra dove Leao e Theo saranno particolarmente pericolosi nello scambiarsi posizione. Gli strappi veloci del portoghese in fascia, sommati alle corse interne in campo del francese, potrebbero mettere in grande difficoltà il lato destro azzurro. Kim e Rrahmani, infine, dovranno essere continui ed aggressivi nell’accorciare su Giroud e su tutti gli altri calciatori che si posizioneranno dietro la linea di centrocampo.

Situazione Osimhen

La lesione distrattiva dell’adduttore è un infortunio non complicatissimo, che si cura abbastanza agevolmente. Qualora si trattasse di una lesione di primo grado i tempi minimi sono di 3 settimane, ma è pur vero che le situazioni variano da atleta ad atleta. Ad oggi la presenza del nigeriano per la sfida di andata di Champions sembra abbastanza complicata, più realistica la previsione di vederlo per il ritorno del 18 aprile al Maradona. Il numero 9 azzurro è un vero guerriero e farà di tutto – nei limiti consentiti – per accelerare i tempi.