header logo
La partenza di Starship dallo Starbase, Texas
La partenza di Starship dallo Starbase, Texas

Dopo 50 giorni dal settimo lancio di prova, SpaceX, l'azienda che ha rivoluzionato l'ingegneria aerospaziale fondata da Elon Musk, continua con i test del proprio prototipo di sistema spaziale più grande e potente mai realizzato con Starship Flight 8.

Quello di SpaceX è stato, per la seconda volta consecutiva, un lancio dolceamaro: se da un lato si è dimostrata affidabilità e sicurezza per quanto riguarda il booster - il quindicesimo -, che è stato catturato nuovamente, per la terza volta nella sua storia, dai bracci meccanici della torre Mechazilla, dall'altra la Ship block 2 ha visto esplodere uno dei motori a circa 20mila km orari, a una manciata di secondi dallo spegnimento degli stessi per il raggiungimento della velocità orbitale.

Starship Flight 8: il riepilogo del test SpaceX

Così come per l’ultimo tentativo abortito qualche giorno fa, c’è stato un hold a T-40” per controllare gli ultimi dettagli e dettagli in vista del decollo. Questa volta, però, il countdown è ripreso a scendere e alle 00.32 circa il sistema spaziale Starship prende il volo per la sua ottava volta nella storia.

Dopo pochi minuti, l’hot stagin, ossia la separazione tra booster e navicella a motori accesi, è avvenuto con successo. A questo punto, mentre B15 cominciava la sua discesa verso la torre di lancio orbitale A, Starship procedeva spedita a raggiungere la velocità necessaria (circa 24mila km/h) per rimanere in orbita attorno al mostro pianeta.

B15 è stato catturato per la terza volta dai bracci meccanici della torre Mechazilla, ma, pochi minuti dopo, si è visto chiaramente un motore della navicella esplodere durante la diretta. La Starship ha cominciato quindi a roteare su se stessa, prima di essere fatta esplodere sui cieli dei Caraibi per il rientro in sicurezza dei detriti.

Per la seconda volta consecutiva, SpaceX non è riuscita a ricevere informazioni su uno dei punti più fondamentali e importanti di tutto il progetto: la resistenza del nuovo scudo termico progettato per la versione 2 di Starship. Se da un lato è vero che i motori sono stati accesi per più tempo (mancavano 15/20” allo spegnimento programmato), dall’altro questo nuovo fallimento rappresenta un rallentamento non indifferente sulla tabella di marcia SpaceX.

Ricordiamo che SpaceX ha firmato un contratto con la NASA dal valore di circa 3 miliardi di dollari per realizzare, entro il 2026, una Starship che fosse in grado non solo di arrivare sulla Luna, ma anche di allunare e ripartire verso la Terra. Il tutto, ovviamente, senza equipaggio. È probabile che questo nuovo mezzo successo porterà a uno slittamento di tutto il programma Artemis, quindi dovremo attendere più del dovuto per rivedere esseri umani calpestare la regolite lunare.

La storia di Starship fino al settimo volo

Tutto ha avuto inizio con il volo di Starhopper nel 2019, un semplice veicolo dimostrativo che, con un balzo di appena 150 metri, segnò l’avvio di un percorso verso un sistema di trasporto spaziale rivoluzionario.

Con il 2020 arrivarono i prototipi SN5 e SN6, che replicarono quel salto, dimostrando la capacità del motore Raptor di spingere veicoli di grandi dimensioni. Ma fu con SN8, alla fine dello stesso anno, che SpaceX tentò qualcosa di veramente audace: un volo ad alta quota. SN8 raggiunse 12,5 chilometri prima di eseguire una manovra di rientro mai vista prima, una rotazione orizzontale che simulava l’atterraggio di un razzo orbitale. L'atterraggio finì in un’esplosione spettacolare, ma Musk e il suo team si dichiararono soddisfatti: il test aveva raggiunto quasi tutti gli obiettivi.

Il 2021 vide il debutto di SN9 e SN10, con risultati misti. SN9 replicò il volo di SN8 ma fallì nuovamente l’atterraggio, schiantandosi sulla piattaforma. SN10, invece, riuscì finalmente a toccare terra senza danni significativi, salvo esplodere poco dopo a causa di una perdita di carburante.

Il sesto volo, quello di SN15, segnò un momento di svolta. Con miglioramenti significativi rispetto ai suoi predecessori, SN15 eseguì un volo perfetto, decollando, raggiungendo i 10 chilometri e atterrando senza problemi. Questo successo rappresentò un traguardo per SpaceX, dimostrando che il design e le tecnologie del sistema Starship erano sulla strada giusta per aprire le porte a un futuro di missioni interplanetarie.

Dopo il successo di SN15, SpaceX fece una pausa per consolidare i dati e implementare ulteriori miglioramenti, segnando un punto di transizione verso la costruzione del sistema completo Starship-Super Heavy. Nel 2022 e 2023, l'attenzione si spostò su test di propulsione del razzo booster e sulle prove a terra, ma fu con il volo del primo prototipo completo, Starship SN24 e Super Heavy Booster 7, che SpaceX alzò di nuovo l’asticella.

Questo storico test orbitale avvenne nell’aprile 2023, rappresentando la prima volta che l’intero sistema fu lanciato insieme. Sebbene il decollo fosse impressionante, il volo incontrò problemi tecnici a metà missione: il razzo non riuscì a separare correttamente i due stadi e, alla fine, fu distrutto in volo come parte del sistema di sicurezza. Nonostante il risultato, fu un test prezioso: SpaceX raccolse dati critici su propulsione, aerodinamica e dinamiche di separazione, confermando il potenziale del sistema.

Dopo questo primo tentativo, SpaceX non rallentò. Nel 2024, un nuovo test con Starship SN25 e Super Heavy Booster 9 dimostrò miglioramenti significativi. La separazione degli stadi, uno dei punti più critici, fu finalmente eseguita correttamente. Anche se il veicolo non completò l’orbita, il test fu considerato un grande passo avanti, con particolare attenzione alle prestazioni dei motori Raptor.


💬 Commenti