C'era una volta in Naples...
Il Cinema fa sempre parte delle nostre vite. Tutti noi abbiamo un "film del cuore", cioè quello che guarderemmo anche cento volte se si avesse la possibilità.
Un pó come la musica, il cinema rappresenta gli stati d'animo di ognuno di noi in un particolare momento della vita.
L'opera che più di tutte accarezzerei notti intere è senza dubbio "C'era una volta in America" di Sergio Leone, epopea cinematografica che attraversa una esistenza intera dei protagonisti da che sono adolescenti fino a diventare anziani.
La scena finale, dove il protagonista Noodles, interpretato da un gigante De Niro, (re)incontra il suo migliore amico Max (James Woods) dopo moltissimi anni. Max che, nel frattempo, si era rifatto una vita cambiando tutti i connotati, divenendo senatore degli Stati Uniti con il nome di Bayle e che aveva rubato la vita al suo vecchio amico Noodles.
Gli aveva tolto tutto, la donna, gli amici, i soldi, l'aveva fatto "vivere 30 anni di rimorsi per la morte di Max. Invano, perché Max era vivo".
Riguardando il film, ho immaginato per un attimo che Noodles fosse De Laurentiis, mentre Max la piazza che lo ha sempre contestato.
Come sarebbe andato quel dialogo finale, a protagonisti diversi? Cosa si sarebbero detti? Vediamo, facendo volare la fantasia.
Adl Noodles (da ora ADLN) arriva alla festa e entra nella stanza dei contestatori (da ora CNST), riuniti sotto una sola voce, con una finestra vista Vesuvio e un murales con la scritta"napoli siamo noi". Ai lati della camera, mandolini d'epoca borbonica e vecchio forno per fare pizze. I CNST si girano guardando negli occhi ADLN che non abbassa lo sguardo.
CNST: "Alla fine sei venuto".
ADLN: "Ero incuriosito".
CNST: "Abbiamo dei problemi adesso con il resto della piazza, sei l'unico che può risolvere il problema".
ADLN: "Non capisco perché io, non vi conosco", buttando gli occhi altrove.
CNST: "Come non ci conosci, sono quasi vent'anni che ti attacchiamo. Ti abbiamo rubato tutto, la gloria, l'immagine, il tifo, lo stadio"
ADLN: "Vi sarebbe piaciuto. Ma non capisco di cosa state parlando".
CNST: "Questa non ti ricorda nulla?", mostrando una mappa da google maps sul cellulare dove era calcata la famosa strada che collega Napoli a Bari.
ADLN: "Conosco la strada, l'ho fatta più volte, ma non capisco cosa c'entri con il resto del discorso".
CNST: "Forse ricorderai lo striscione delle sigarette"
ADLN: "No, ma pure se lo ricordassi, a me che me ne viene?".
I contestatori iniziano ad innervosirsi.
Uno di loro si avvicina. Abbassa la schiena e, faccia a faccia, sussurra: "E questo non ti ricorda nulla?". Era un foglio stile pizzino con la scritta a penna "pappone".
ADLN ha un piccolo sussulto, ma non mostra la sua emozione. Si alza dalla sedia con fare rilassato, gesti precisi e passo lento, avviandosi verso l'uscita secondaria. Poi si volta, guardando i CSNT e dice: "Anni fa acquistai un club. Lo feci per non farlo scomparire. All'inizio era tutto bello, poi arrivarono i contestatori. Anni e anni in cui non mi fu riconosciuto nulla. Andò male a loro, e andò bene a me. Spero che il problema con la piazza possa risolversi nel miglior modo possibile".
Apre la porta e va via. Si trova in un giardino enorme. I CNST lo seguono.
Una volta varcato il cancello di uscita, a notte ormai inoltrata, si trova a passare un camion della nettezza urbana, che si contrappone tra i protagonisti.
Come fosse un colpo di coda, i CNST dicono: "Come hai fatto in tutti questi anni?"
ADLN: "Sono andato a letto presto. Avreste fatto bene a fare pure voi la stessa cosa".
I CNST scompaiono. Non si sa se inghiottiti dalla notte o dalle lame del camion della nettezza urbana.
Dopo pochi istanti, passa un'automobile cabriolet con bandiere azzurre e gente ubriaca. Dalla radio, ad altissimo volume come a voler squarciare la notte, le note dell'inno nazionale.
ADLN torna a casa e si stende a letto, a pancia all'aria.
Guarda il soffitto.
Sorride.