Il Napoli è per la terza volta nella sua storia Campione d'Italia. Un percorso bellissimo, imponderabile ma inesorabile. Fatta di emozioni purissime. Abbiamo selezionato quelle che per noi sono state le tappe più significative della cavalcata azzurra.

Le tappe della cavalcata azzurra

VERONA NAPOLI 2 - 5– Eravamo reduci da un’estate rovente. A16 era lo slogan che accompagnava tutte le comunicazioni della Società. De Laurentiis viveva sotto scorta. Avvistamenti continui di sceicchi pronti a comprare il Napoli. Ore e ore di dirette facebook a dipingere uno scenario catastrofico. La cessione di Koulibaly, il mancato rinnovo a Mertens, le amichevoli poco brillanti. Un clima di sfiducia accompagnava la squadra. La parola d’ordine era ridimensionamento. Poi, finalmente, l’esordio a Verona. Gli azzurri vanno sotto ma la ribaltano subito: Kvara, Osihmen, percussione fantastica di Lobotka, Zielinsky e Politano. Un 5 a 2 roboante, una prova di forza che avrebbe dovuto far ricredere i più scettici. Ma nella storia recente le delusioni erano state troppe per illudersi.

LAZIO NAPOLI 1 – 2 – Contro il Monza, alla seconda di campionato, era andato in onda il Kvara show. La squadra girava che è un piacere. Poi due pareggi. A Firenze, con gol clamoroso sbagliato da Lozano, e la frenata casalinga con il Lecce che aveva fatto riemergere vecchi difetti. Erano in tanti a temere di rivedere lo stesso film delle stagioni precedenti. La Lazio la sblocca subito con Zaccagni. Ma il Napoli non si scompone e gioca una partita straordinaria. Rouleta di Kvara che sfonda il palo, pareggio di Kim di testa, dominio totale nel secondo tempo, pali, occasioni clamorose, fino al gol del vantaggio decisivo di Kvara che quasi spacca la porta con un destro potentissimo.

NAPOLI SPEZIA 1 – 0 – In settimana gli azzurri avevano annichilito il Liverpool con una prestazione sublime, da far stropicciare gli occhi. Con lo Spezia, che nelle ultime due stagioni aveva sbancato il Maradona, la partita risulta più complicata del previsto. Senza Osihmen, con Kvara che mostra di essere umano, il Napoli si scontra contro il muro difensivo dei liguri. La decide Raspadori al 90’. Un gol importantissimo.

MILAN NAPOLI 1 – 2 – La partita della svolta. La partita in cui gli azzurri prendono il comando della classifica per non mollarlo più. Primo tempo con Meret sugli scudi. Poi il rigore di Politano. Il Milan preme, pareggia con Giroud, ma il Napoli di quest’anno ha fame. Non si scompone e piazza la giocata vincente sull’asse Mario Rui Simeone. Girata di testa da attaccante vero del Cholito. San Siro espugnato. Pioli nei mesi successivi ricorderà, ad ogni intervista, che il Milan avrebbe meritato di vincerla. Dont’cry my friend, avrai la tua rivincita.

CREMONESE NAPOLI 1 – 4 – Appena quattro giorni prima il Napoli aveva dato spettacolo ad Amsterdam. 6 palloni e una prestazione da sogno avevano fatto credere che la trasferta di Cremona sarebbe stata una passeggiata di salute. Si mette subito bene con un rigore di Politano. Ma nel secondo tempo la Cremonese pareggia e la partita diventa ostica. La classica gara trappola in cui, in altre stagioni, gli azzurri avrebbero perso punti preziosi. Ma quest’anno è diverso. Quest’anno la rosa è lunga e tutti quelli che entrano danno il loro prezioso contributo. È ancora l’asse Mario Rui - Simeone ad essere decisivo. Il Cholito vola in cielo e la schiaccia in rete. Poi, nel finale, in contropiede, c’è gloria anche per Lozano ed Oliveira.

NAPOLI BOLOGNA 3 – 2 – Partita spettacolare. Un ping pong di emozioni. Gli azzurri spingono ma vanno sotto con gol di Zirkzee. Pareggio immediato di Juan Jesus e, ad inizio ripresa, vantaggio di Lozano. Uno dei rarissimi errori di Meret rimette i falsinei in parità. E allora ci pensa Victor. Assist fantastico di Kvara, il 9 brucia il difensore e supera il portiere in uscita, zittendo tutti i critici convinti che si potesse fare a meno di lui.

ROMA NAPOLI 0 – 1 – Mourinho mette il pullman davanti la porta. Karsdrop si esalta per una rimessa laterale. Il Napoli ci prova ma sembra di assistere al remake dello 0 a 0 dell’anno precedente. Poi Politano lancia di prima Osihmen a campo aperto, il nigeriano si mangia Smalling e realizza un gol di una bellezza commovente. A fine gara Mourinho dichiara che il Napoli non ha meritato di vincere. Ok Josè, hai ragione tu, ma adesso prendi le medicine…

ATALANTA – NAPOLI 1 – 2 – Appena concluso un girone di Champions stratosferico, gli azzurrisono chiamati alla difficile prova di Bergamo, campo ostico per eccellenza. Partenza in salita: l’Atalanta passa in vantaggio con un rigore di Lookman. Poi Victor prende l’ascensore e stacca in rete su delizioso assist di Zielinsky. Manca Kvara? No problem: ci pensa Elmas, freddissimo nel concludere in rete un’azione straripante dell’imprendibile Osihmen. Secondo tempo in controllo, con Meret che ci mette una pezza e la traversa alleata del Napoli. Partenopei che staccano a + 8. Anche i più scaramantici cominciano a nominare quella parola. Ma è ancora lunga.

NAPOLI - UDINESE 3 – 2 – Ultima gara prima della pausa Mondiale. Primo tempo dominato: Victor di testa, gol bellissimo di Zielinsky. Ad inizio ripresa Elmas fa il fenomeno. Il risultato sembra al sicuro ma nel finale l’Udinese segna due gol in due minuti. C’è un po’ di paura ma il Maradona trascina gli azzurri alla vittoria. A fine gara Kim si scusa sui social per l’errore. Nun ti preoccupà uagliò, tu si tropp fort!

SAMPDORIA NAPOLI 0 – 2 – Un mese a raccontarci che a gennaio sarebbe cominciato un altro campionato che quasi ci avevamo creduto. Dopo la sconfitta con l’Inter tornare a vincere era fondamentale. Il rigore sbagliato da Politano in altri tempi sarebbe stato un trauma, ma Osihmen mette tutti a tacere ribadendo in rete l’ennesimo assist del Professore. Il Napoli non brilla ma chiude la pratica nel secondo tempo con un rigore di Elmas. Secondo Bergomi gli azzurri sono la squadra più in difficoltà nel mese di gennaio. Intanto anche il Milan comincia a cedere…

NAPOLI – JUVENTUS 5 – 1 – Il manifesto di questo campionato. L’orgasmo supremo, il momento di estasi assoluto. La Juve veniva da otto vittorie consecutive di corto muso ma si sgretola davanti alla macchina perfetta della banda Spalletti. È la partita in cui Kvara e Osihmen si dimostrano di una categoria superiore. La apre il nigeriano, poi raddoppio del georgiano. La Juve accorcia con Di Maria, un miracolo di Meret evita un pareggio che sarebbe stato immeritatissimo e nel secondo tempo l’apoteosi: Rahmani, ancora Victor, Elmas. Cinque palloni e a casa.

NAPOLI – ROMA 2 – 1 – Stavolta Mourinho prova a giocarsela. La partita è più equilibrata. Victor fa un gol da leggenda ma la Roma non sta a guardare e trova il pareggio con il solito El Sharawy, da Pallone d’oro se giocasse sempre contro il Napoli. Quando Spalletti sostituisce Osihmen a dieci dalla fine in molti gli danno del pazzo. Invece ha ragione lui: la decide il Cholito, che si gira in un fazzoletto e la mette nel sette, facendo cadere giù il Maradona. Siamo a fine gennaio ma non ci sono più dubbi: non è più questione di stabilire se il Napoli vincerà lo scudetto. Si tratta solo di capire quando.

SASSUOLO – NAPOLI 0 – 2 – Nel mese di febbraio il Napoli mette il turbo. Fa come quei ciclisti specialisti della montagna che in salita scattano in piedi sui pedali e fanno il vuoto dietro. Gli altri arrancano. Lontano, sempre più lontano. La partita simbolo di questo periodo è quella col Sassuolo. Non solo per il capolavoro di Kvara e la rete di Osihmen, che ai più navigati ha ricordato il famoso gol di Careca contro la Roma. Quello che colpisce è la fame, la voglia di vincere. Dopo un angolo sbagliato il Sassuolo prova a partire in contropiede. Impresa vana perché i neroverdi vengono accerchiati da 11 leoni famelici pronti ad azzannare. Che meraviglia!

NAPOLI - ATALANTA 2 - 0 – La sconfitta interna contro la Lazio, pur non destando grandi preoccupazioni, aveva lasciato una punta di fastidio. Ci voleva una prova in grado di spazzare via ogni dubbio. È la serata di Kvara, che lascia tutti a bocca aperta con un gioiello che ogni tifoso ha rivisto al loop nei giorni successivi. Una serie di dribbling ubriacanti, i difensori avversari al manicomio, botta finale quasi a decapitare il malcapitato Scalvini. Gol che qualcuno ha paragonato al gol di Paolo Di Canio contro il Milan. Una rete che resterà nella storia azzurra. Nei secoli dei secoli, amen. La chiude Rahmani di testa.

TORINO NAPOLI 0 – 4 – Una superiorità schiacciante, quasi imbarazzante. Victor di testa, Kvara su rigore, ancora il 9 dopo un’azione bellissima, quarto gol di Ndombele. Gli azzurri fanno il vuoto. Si va alla pausa per le nazionali e comincia il count down scudetto.

LECCE – NAPOLI 1 – 2 – L’infortunio di Osihmen, le 4 pere prese dal Milan in casa in un clima surreale. La contestazione degli ultras, la sfida di Champions alle porte. Alcune partite vanno vinte e basta. Senza fronzoli. Gli azzurri giocano maluccio ma portano a casa i 3 punti. Gol del capitano ed autorete su regalo di Falcone. Altrove si parlerebbe di squadra cinica e concreta. Invece fioccano polemiche e critiche ingenerose. Ma è un passo decisivo verso il tricolore.

JUVENTUS – NAPOLI 0 – 1 – La sceneggiatura perfetta: sotto la pioggia, gol annullato a Di Maria al Var, solita farsa di Cuadrado che si prende a calci da solo reclamando un rigore inesistente, contropiede al 93’, stessa porta di cinque anni prima, cross al bacio di Elmas, Raspadori di sinistro al volo, la rete che si gonfia, Zielinsky che crolla a terra felice. Un urlo sincronizzato attraversa la città. E poi lacrime, lacrime, lacrime.

UDINESE – NAPOLI 1 – 1 – Dopo il primo match point fallito contro la Salernitana basta un punto. L’Udinese non concede nulla e passa in vantaggio con Lovric. Il pareggio è firmato dall’uomo mascherato, lesto a ribadire in rete una respinta di Silvestri su tiro di Kvara. È del nigeriano il gol scudetto. Al fischio finale è delirio. In tutta la città, per tutta la notte, è solo gioia. Gioia pura.

Napoli campione d’Italia.

Ce lo siamo meritato.

Tutti.