Estate senza confini: bambini saharawi a Napoli
Un gruppo di 150 bambini sono partiti sabato 6 luglio, per passare le vacanze estive in Italia, dove saranno ospitati da associazioni e famiglie italiane impegnate in ambito umanitario.
“Piccoli ambasciatori di pace”
Il nome del progetto che ha preso iniziativa 20 anni fa, con lo scopo di abbattere le barriere del pregiudizio e della diversità sociale.
La missione è organizzata dal popolo saharawi e dagli enti locali italiani che ospiteranno presso le famiglie i bambini.
Saranno ricevuti l'11 luglio 2024 nella Sala del Consiglio comunale di via Verdi dalla presidente Enza Amato, i 10 bambini provenienti dal Sahara Occidentale.
Il progetto sarà portato avanti dagli operatori della Tiris ODV, associazione che supporta e sostiene la causa della popolazione del Sahara Occidentale. Tra gli invitati il Sindaco del comune di Quarto Antonio Sabino che anche quest’anno ospiterà i bambini durante il loro periodo di permanenza nella nostra regione.
Il programma
L'Associazione ha ospitato a Napoli, dal 2004 al 2007, ogni anno, venti bambini, di età compresa tra gli otto ed i dodici anni, che sono nati e vivono nel deserto del Sahara. Anche quest'anno il progetto di accoglienza continua.
I bambini Saharawi vengono a Napoli ed in tante altre località italiane per molti motivi, sanitari, nutrizionali, precauzionali, per premio, per svago, per riposo ed altro ancora. Vengono anche per diffondere il messaggio di cui sono Ambasciatori, un messaggio di pace per il POPOLO DEL SAHARA OCCIDENTALE.
L'associazione dispone di un pacchetto di proposte già organizzato: ci saranno delle giornate in cui ci sarà la possibilità di far visita alle bellezze di cui vanta la città partenopea, al fine di dare un'immagine culturale e sociale a 360 gradi.
Il lavoro svolto fino ad oggi con l'associazione "bambini senza confini" è stato oggetto di apprezzamento di molti personaggi noti sul piano nazionale.
La storia della popolazione e del progetto
Il popolo Sahrawi del Sahara Occidentale è di origine araba e religione islamica. La sua cultura mescola tratti arabi, africani e berberi.
L’area del Sahara Occidentale subì, come tutta l’Africa, la colonizzazione europea. L’occupazione spagnola si protrasse fino al 1975, anno in cui la Spagna passò tristemente il testimone a Marocco e Mauritania.
La popolazione Sahrawi rimasta nei territori originari subisce l’occupazione marocchina. Buona parte del popolo Saharawi vive dal 1975 in campi profughi nel deserto del Tindouf.
All’interno dei campi due organismi hanno grande rilievo: il Congresso delle Donne e la Gioventù Sahrawi. Quest’ultima organizza le vacanze estive dei ragazzi in Europa.