Quando il designatore degli arbitri, Gianluca Rocchi, ha annuciato che non sarebbero stati più fischiati i classici "rigorini", abbiamo accolto la notizia con grande speranza ma in parte già persa già alla prima giornata (anche per i cori di discriminazione territoriali volati dalle tribune dello Stirpe di Frosinone, ma questo è un altro discorso - ndr).

La seconda giornata, se possibile, sotto l'aspetto arbitrale è stata ancora peggiore. Basti vedere ciò che è successo in Juventus - Bologna: Ndoye cade dopo il contatto con Iling jr che frana sulla gamba destra del giocatore del Bologna travolto in piena area di rigore. Un errore grossolano da parte dell'arbitro che per l'ennesima volta non si serve della tecnologia per evitare brutte figure. In aggiunta a tale obbrobrio - magari meno eclatante ma sicuramente di rilievo - è da annotare il fallo di mano di Lucumi (braccio in sospensione e non poggiato sul terreno di gioco) sul cross di Weah, il difendente felsineo in scivolata tocca col braccio, portando a due i rigori non concessi durante il match. D’altro canto, oggi, 31 agosto, apprendiamo, che al briefing arbitrale dell’UEFA il signor Rosetti conferma che se il pallone colpisce il braccio posto a sostegno del corpo di un difendente in scivolata questo non è mai da considerare fallo.

Personalmente aggiungerei un bel “decidetevi, una volta e per sempre”. Perché se fino a ieri era valida il contrario oggi - a quanto sembra - bisogna ragionare diversamente.

Sì, ci sarebbe anche l’episodio dei primi minuti della gara, dove su un rimbalzo in area emiliana Moro salta e travolge Chiesa, Di Bello era a pochi passi e non ha fischiato nulla, ma la VAR è stata creata per esaminare casistiche in cui l’arbitro può risultare coperto dalla visuale di gioco, non quando è in pieno possesso delle sue facoltà e decide di continuare.

Ancora una volta la sensazione è che la classe arbitrale italiana pare proprio non voglia uniformarsi al resto dei fischietti d'Europa, quasi a voler preservare lo status di intoccabili. Una scissione anche coi vertici. Come se non volessero perdere la centralità del loro operato.

In Inghilterra le cose vanno in maniera decisamente diversa. In Chelsea - Luton , ad esempio, un calciatore dei blues viene trattenuto per la maglia in area ma non gli viene fischiato il penalty. Classico rigorino, appunto. Che, però, in Premier non danno. Così come in Bournemouth - Totthenam, tocco di braccia in caduta e non viene fischiato, giustamente, rigore. Molto diverso dalla nostra prima giornata.

Ribadiamo ancora una volta il concetto di uniformità di giudizio. Ancora una volta vorremmo che il VAR diventi protagonista quando c'è il dubbio. Ancora una volta respingiamo con forza il vittimismo, che non ci appartiene. Saremmo pronti a dirlo pure se il Napoli beneficiasse di un rigore inesistente.
E siamo a ribadire una totale uniformità di classe arbitrale a livello europeo. Anche per non trovarsi impreparati quando si gioca la Champions League.
Speriamo che dalla terza giornata in poi le cose possano andare meglio.


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