Il Napoli sbanca l’Olympiastadion di Berlino, 0-1 il risultato al triplice fischio tra Union Berlino e Napoli, gol decisivo di Jack Raspadori nei secondi 45’.

Vittoria pesante quella degli ospiti, che danno seguito alla bella prestazione di Verona vincendo un’altra partita lontano dal Maradona, in vista del big match di domenica sera in casa con il Milan. 

3 punti che valgono oro per i partenopei, che ipotecano la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League, infatti la classifica del girone C attualmente vede il Napoli al secondo posto a quota 6 punti in 3 giornate, il Real  Madrid è primo a quota 9 punti, segue il Braga a 3 punti e ancora a secco all’ultima posizione l’Union Berlino, da specificare che il Napoli ha vinto le sue due partite fuori casa, vantaggio non da poco per la squadra di Garcia che è chiamata a chiudere la qualificazione per il prossimo turno in casa.

Per l’Union Berlino invece si fa dura, 9 sconfitte consecutive, 3 in Champions League e un allenatore sempre più in bilico, a questo punto diventa difficile per i tedeschi anche poter pensare ad una qualificazione in Europa League tramite il terzo posto del girone, avendo perso in casa il match con i diretti rivali del Braga. Andiamo ora ad analizzare il match attraverso i numeri dei protagonisti.

Union Berlino-Napoli: lo schieramento tattico 

L’Union Berlino scende in campo con il 352: in porta Rønnow; difesa a 3 con Knoche, Doekhi e Leite; in mediana Khedira con Aaronson e Haberer, sugli esterni Gosens e Trimmel; coppia offensiva formata da Fofana e Becker. 

La difesa durante il match passa a 4, con Gosens che scala come quarto a sinistra e Doekhi ad allargarsi sulla destra, davanti la difesa al fianco di Khedira c’è Aaronson, Trimmel e Haberer sugli esterni, con quest’ultimo che prende il posto di Gosens a sinistra, Fofana e Becker mantengono la posizione iniziale.

Garcia schiera il classico 433, nessun cambio rispetto a Verona: Meret tra i pali; Rrahmani e Natan centrali di difesa, Mario Rui e Di Lorenzo sugli esterni; centrocampo a 3 con Cajuste e Zielinski al fianco di Lobotka; attacco formato da Raspadori ancora preferito a Simeone, Kvaratskhelia e Politano.

Napoli molto alto con Rrahmani e Natan ad alzare costantemente la linea difensiva, Cajuste provato per la prima volta da mezz’ala di inserimento isolato sulla zona a destra della metà campo, al contrario, tanta la densità a sinistra, creata da Zielinski, Kvaratskhelia e Mario Rui, con Raspadori nel ruolo di falso 9, importante in fase di costruzione alzando la difesa avversaria con i suoi movimenti a venire incontro.

Union Berlino-Napoli: i numeri del match 

La partita non è stata di certo delle più spettacolari, tanta l’attenzione in un match che era troppo delicato per entrambe, da una parte l’Union Berlino era chiamato ad una risposta dopo 8 sconfitte consecutive, dall’altra il Napoli cercava continuità in una stagione finora di alti e bassi, e soprattutto cercava l’ipoteca della qualificazione. Pochissime le occasioni, le due squadre fanno grande attenzione a scoprirsi e creano molto poco, appena 0.44 xG per i padroni di casa, 0.25 xG per il Napoli, che tira in porta una sola volta in tutta la partita, proprio in occasione del gol di Raspadori. 

Il ritmo è basso, anche complice i tanti impegni in pochi giorni, il Napoli infatti è sceso in campo con gli stessi 11 di Verona, e probabilmente si ripeterà la stessa situazione domenica sera in occasione del match con il Milan, il che abbinato ad un campo molto pesante per la forte pioggia e ad un avversario di certo non favorevole per trovare ritmo (21 falli commessi) rende difficile andare ad alta velocità palla a terra, indicativo il numero di passaggi tentati (610), il dato più alto da inizio stagione tra Champions League e Serie A, 522 quelli riusciti (86%), e 49 lanci lunghi tentati (31 riusciti), a sottolineare come la costruzione fosse praticamente sempre allo stesso modo, fraseggio in orizzontale senza rischiare troppo, abbassando i ritmi e cercando di stanare una solida difesa a 5, e poi la soluzione del lancio lungo, soprattutto su Politano a destra, che era più isolato rispetto alla sinistra dove il Napoli ha creato maggiore densità e peso offensivo con l’aiuto di Zielinski e Mario Rui, il girare palla in zona arretrata è confermato dai numeri della linea difensiva azzurra, tutti hanno toccato almeno 90 palloni, con Mario Rui che è arrivato a 102, nessun centrocampista ha chiuso il match con questi dati nel numero di palloni toccati, arrivando al massimo a 73 con Lobotka.

Due gli aspetti tattici da sottolineare maggiormente, in primis la scelta di Garcia di stare alti in aggressione anche in fase di non possesso, il Napoli quest’anno è una squadra che quando si trova in fase difensiva tende ad abbassarsi appena sotto i 50m, questa volta però la scelta è stata chiara, stare alti con i due centrali difensivi per cercare costantemente il fuorigioco avversario, questa decisione, rischiosa se non eseguita con i tempi giusti, deriva dal fatto che l’Union Berlino sia una squadra che cerchi soprattutto la soluzione lunga, palleggiando poco in mezzo al campo, come nella situazione del gol dei tedeschi, poi annullato proprio per fuorigioco grazie ad un movimento perfetto e sincronizzato della difesa, questa la posizione dei centrali difensivi:

Rrahmani:

Natan:

L’altro aspetto, decisamente meno positivo, riguarda la costruzione a destra della squadra, la scelta sin da subito è stata creare sovrapposizioni e cercare superiorità numerica a sinistra grazie al supporto di Zielinski e Mario Rui, con Kvaratskhelia altrimenti isolato contro i continui raddoppi di Doekhi e Aaronson, anche Lobotka è stato impiegato maggiormente a sinistra, ma soprattutto non ha rappresentato un riferimento davanti la difesa, ma piuttosto un jolly su cui scaricare palla, in continuo movimento, e ciò cosa ha comportato? L’evidente difficoltà di Di Lorenzo e Cajuste nel costruire, con un assetto totalmente sbilanciato dall’altro lato del campo, avendo come soluzione solo la loro diagonale, che puntualmente veniva sporcata dai raddoppi di Gosens e Khedira, tante le palle perse in questo modo, in particolare nel primo tempo.

Per Di Lorenzo addirittura 17 le palle perse su 92 tocchi, nessun passaggio chiave, buona comunque la prestazione in fase difensiva, 6 contrasti vinti, nessun dribbling subito e 2 salvataggi. Anche per Lobotka, non avendo riferimento a destra, è stata una partita piuttosto complicata, 73 tocchi, nessun passaggio chiave e 12 possessi persi, per un giocatore che di media ne conta 6 questa stagione, e 4.8la scorsa.

Da sottolineare due prestazioni individuali nelle file del Napoli, la prima è quella di Natan, il brasiliano ci ha messo del tempo per inserirsi, ma ora pare essersi preso il reparto arretrato con grinta e determinazione, caratteristiche che non gli mancano mai in campo. Anche in questa partita la sua aggressività ha fatto la differenza, e la sua velocità in campo aperto ha aiutato la squadra nel poter essere più alta, forte della corsa all’indietro del numero 3, che ha collezionato 7 salvataggi, 1 intercetto, 90 tocchi, 92% di precisione, 3 contrasti vinti a terra (su 3), 4 di testa (su 7) e nessun dribbling subito.

La seconda menzione è per l’MVP del match, Kvicha Kvaratskhelia, l’uomo che ha sbloccato la partita con una giocata delle sue in mezzo a due, trovando poi l’assist per un appoggio comodo di Raspadori, è soprattutto in queste partite che si chiede al georgiano di trovare la giocata giusta, il colpo di genio che sblocchi match così bloccati e tatticamente difficili, e lui lo ha fatto ancora una volta: 5 dribbling riusciti (su 9), 72 tocchi, 90% di precisione, 2 passaggi decisivi, 5 lanci lunghi riusciti (su 5), 10contrasti vinti (su 15), 4 falli subiti, il tutto avvalorato da una situazione di continui raddoppi, con Doekhi e Aaronson (che scalava come mediano davanti la difesa) costantemente in pressione su di lui.

Segnali positivi, in particolare sull’atteggiamento, che è parso di una squadra con grande voglia di migliorare e migliorarsi, nonostante delle situazioni tattiche che ancora lasciano a desiderare, da tenere in considerazione comunque l’attenzione mostrata per tutto il match, si chiedeva continuità, e all’interno dei 90’ soprattutto dal punto di vista difensivo si è vista. Ora arriva il test più importante e difficile, domenica sera al Maradona arriva il Milan, per un match che sicuramente darà risposte, in un senso o nell’altro.