Ha destato sorpresa la notizia del tatuaggio fatto da Spalletti per celebrare lo Scudetto. Sorpresa perché del tutto inaspettata e in netto contrasto con le notizie che si susseguono circa il suo addio al termine di questa meravigliosa stagione. Dietro quel tatuaggio, però, oltre a una logica dichiarazione di amore verso la squadra che gli ha permesso di raggiungere questo storico traguardo, c'è dell'altro. C'è una vera e propria dichiarazioni di intenti.

Spalletti, il giusto epilogo a coronare una straordinaria carriera

Lo Scudetto in Italia è il giusto epilogo per la straordinaria carriera di un allenatore lunga ventinove anni che, in passato, è riuscito solo a sfiorarlo, ripetutamente. Un allenatore che è passato allo storia, già quasi vent'anni fa nella capitale, per la bellezza del gioco espresso dalla sua squadra. In italia, con quella meravigliosa Roma, ha praticamente vinto tutto fuorché lo Scudetto. Impresa che gli è riuscita quest'anno al Napoli, all'età di sessantaquattro anni. Dietro il tatuaggio con il logo del Napoli e lo Scudetto numero 3 conquistato, Spalletti ha praticamente preannunciato il suo futuro: ritirarsi dal calcio, da questo mondo che gli ha permesso di poter avere sempre "la bistecca a tavola", che tanto gli ha dato e tanto gli ha tolto.

Questo Scudetto è stato il giusto coronamento per la sua carriera, il risultato massimo al quale potesse mai ambire. Una volta raggiunto, è giusto che, sentendo il richiamo familiare e delle sue esigenze, appenda lavagnette e schermi al chiodo per dedicarsi ai suoi affetti e alla sua campagna. In quel tatuaggio, c'è la risposta a tutte le domande che si potessero mai rivolgergli negli ultimi giorni. Un tatuaggio che parla da solo e che sfata ogni dubbio. Un tatuaggio che si porterà per sempre inciso sulla pelle, indelebile come i ricordi e l'affetto che lo legheranno alla città e al Napoli.

Grazie, Luciano. Grazie di esserci stato e di aver condiviso con noi parte del tuo straordinario percorso.