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Pasquale Mazzocchi
Pasquale Mazzocchi

Napoli-Empoli si avvicina ed il Mattino effettua un focus su Pasquale Mazzocchi, che oggi dovrebbe giocare da titolare al posto di Giovanni Di Lorenzo.

Napoli-Empoli: l’occasione per Mazzocchi

Fremono, impazienti, persino i suoi tatuaggi: decine, ovunque. Colano inchiostro invisibile dopo settimane di silenzio, dopo quasi due mesi passati a raccogliere rabbia e silenzi, chiusi nei muscoli di un corpo che aspettava solo il momento del riscatto.

Pako Mazzocchi torna in campo stasera, al Maradona, contro tutto. Contro la memoria di quell’errore contro l’Udinese che gli è costato una valanga di insulti. Non solo sportivi: personali. Così feroci da costringere la sorella Lina a esporsi su TikTok, difendendolo a muso duro: “Per le critiche a mio fratello: dovete solo soffrire.” Una presa di posizione che ha toccato nel profondo Mazzocchi, più dell’errore stesso. Perché un conto è la critica tecnica, un altro è la cattiveria gratuita.

Antonio Conte, da uomo di campo e di spogliatoio, è rimasto colpito da quel clima velenoso. E forse anche per questo ha deciso che sarebbe arrivato di nuovo il suo momento. Perché Mazzocchi è uno di quelli che dici “vai lì” e lui ci va. Senza protestare. A sinistra, a destra, da centrale. Dovunque serva. Lo metti in difesa a quattro o lo sposti nel 3-5-2, come con la Lazio. Esterno, interno, tappabuchi, uomo ovunque. Sempre con la stessa faccia tosta. Sempre senza il suo ruolo preferito.

Il suo numero del cuore è il 7, quello di chi sogna l’ala, l’esterno offensivo, il dribbling e la corsa. Politano, lì, è intoccabile. E allora lui si adatta. Perché chi nasce a Barra, chi cresce nella scuola calcio “Carioca”, sa che prima di tutto si combatte. Anche quando nessuno ti vede.

E se stasera c’è da mettersi lì, sulla fascia destra, con la fascia di Di Lorenzo che pesa ancora di più, allora lui ci sarà. Anche acciaccato, anche dopo un infortunio al polpaccio che l’ha lasciato fuori per settimane. Anche dopo essere stato bersaglio di quei fischi velenosi, vomitati addosso da chi dimentica in fretta.

Pasquale Mazzocchi

Napoli-Empoli: Mazzocchi freme per il riscatto

Mazzocchi non dimentica. Non dimentica il suo primo gol in Serie A, proprio contro l’Empoli. Né quella volta in cui si tolse la maglia, e si scoprì che non c’era un centimetro del suo corpo senza un tatuaggio. Neanche sulle spalle, dove porta un Cristo immenso, quello con il volto di Robert Powell, il Gesù di Zeffirelli. Quello che anche Conte, uomo di fede e di battaglia, riconoscerà a occhi chiusi.

Ha lavorato duro tutta la settimana, sapeva che questo momento sarebbe arrivato. E che sarebbe stato il suo momento. L’unico pezzo autenticamente napoletano rimasto in questa squadra. Uno che quando è morto Diego, il ragazzino di 14 anni crollato su un campo di calcio poche settimane fa, ha scritto: “Ogni goccia di sudore sarà versata anche per te.” Perché chi viene da certi quartieri certe cose non le dimentica.

E allora eccolo, Mazzocchi, pronto a fare tutto. Anche troppo. Pronto a pagare il prezzo dell’essere ovunque, del non tirarsi mai indietro. Anche quando sbaglia. Come quella rimessa contro l’Udinese che avrebbe dovuto concedere, e che invece ha tenuto, provocando il caos da cui è nato il gol del pareggio. Ma non era solo colpa sua. Anche se qualcuno ha deciso che sì.

Stasera, invece, può essere tutto suo il diritto al riscatto. Quello di chi gioca dove serve. E che forse, proprio per questo, è diventato indispensabile.


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