Il Napoli non sa più vincere, ma ha il dovere di essere dentro la storia
Trasmessa alla squadra la logica del “massimo possibile”. Nulla è perduto, a patto che Conte comunichi ottimismo e non rimpianga di non essere in un team da pole position.
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C'è qualcosa di strano nell'aria. Il Napoli non sa più vincere. E non sa farlo nemmeno con le sue armi consuete, ovvero quelle a cui ci aveva abituato nella straordinaria prima parte di stagione: compattezza, ferocia, determinazione, capacità di contenimento.
Siamo a 3 pareggi ed una sconfitta nelle ultime 4. Obiettivamente un calo preoccupante per chi si sta giocando il campionato. E passi per i due pareggi a Roma, più che accettabili nel risultato, ma non per i tempi e le modalità del recupero avversario. Non è però pensabile che si perdano 5 punti contro Udinese e Como. Non in questa fase e per la posta in palio.
Ok gli infortuni di calciatori chiave, ok un calciomercato deficitario (al di là delle colpe specifiche), ok un flesso fisiologico. Sembra però esserci una nube tossica nell'ambiente, tradottasi in un senso di impotenza e di resa agli eventi che accadono.
Conte ha trasmesso alla squadra la logica del “massimo possibile”
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C'è una convinzione recondita che serpeggia nell'aria. Quella per cui eravamo nel bel mezzo un'impresa titanica, straordinaria e miracolosa che non poteva durare a lungo. Una di quelle azioni epiche per i cui esiti positivi ci si esalta a dismisura. E per i cui risvolti negativi ci si sente rassegnati. Come fosse troppo prima e giusto ora.
Il primo a seguire quest'onda è senza dubbio il mister, che nelle sue ultime conferenze stampa ha assecondato la logica del "massimo possibile", trasferendola probabilmente anche ai suoi calciatori. Che forse si sentono degli eroi al cospetto di battaglie insormontabili. E che appare abbiano messo da parte foga e voglia di vincere, in luogo di un'appagatezza emotiva per cui si autogiustificano.
Il Napoli ha il dovere di essere dentro la storia
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Nulla è perduto. Il Napoli ha il dovere di essere dentro la storia. È lì e si gioca una bella fetta di scudetto nel prossimo scontro diretto con l'Inter, tra le mura amiche. Ma deve avvenire uno switch di sentimenti, al quale dobbiamo partecipare tutti. Deve tornare la consapevolezza di essere un'ottima squadra nei numeri e nelle personalità, abbandonando quella triste sensazione che si prova di fronte ad un inspiegabile credo da loser. Quella roba che somiglia ad un "vorrei ma non riesco", dopo che ci sei sempre riuscito.
Nulla è perduto se si ha il coraggio di fare 3 passi indietro e ritorna il fuoco. Se si parla con ottimismo e si rigetta il clima da funerale anticipato. Quello evidente da circa un mese, post sessione invernale di calciomercato. Quel clima in cui Conte rimpiange di non essere a capo di un team in pole position e lo dice chiaro. Per citare un vecchio libro di Lorenzo Cherubini, è davvero "Il grande Boh!".