Posticipata la festa scudetto al Maradona, termina 1-1 la sfida tra Napoli e Salernitana con i gol, entrambi nel secondo tempo, di Olivera prima e Dia per il pareggio nei minuti finali. La squadra di Spalletti nonostante la delusione di non aver potuto chiudere il discorso scudetto e festeggiare davanti ad uno stadio completamente azzurro, si avvicina ulteriormente al traguardo data la sconfitta della Lazio, ed infatti ora c’è solo un punto a separare i partenopei dalla vittoria finale. D’altra parte la Salernitana di Sousa si conferma squadra ostica da affrontare, sale a 9 il numero di risultati utili consecutivi, fermando tra le altre Milan, Inter e Napoli, ulteriore passo in avanti per raggiungere una salvezza sempre più vicina ma non ancora matematica.

Andiamo ora ad analizzare il match e come è maturato il pareggio finale.

Per il Napoli 433, due i cambi rispetto al match con la Juventus della scorsa giornata, in difesa al fianco di Kim torna Rrahmani, a centrocampo sulla sinistra parte dal primo minuto Zielinski preferito a Ndombele, in attacco tridente formato da Kvaratskhelia, Osimhen e Lozano. In fase di possesso Napoli molto alto, in particolare sulla sinistra con Olivera spesso a sovrapporsi a Kvaratskhelia per dargli un’ulteriore soluzione, dall’altro lato Di Lorenzo gioca principalmente dentro al campo aiutando Anguissa negli scarichi e portando via un uomo per lasciare spazio a Lozano sull’esterno, Lobotka più arretrato davanti ai due centrali difensivi. In fase difensiva i terzini si abbassano, con Olivera comunque aggressivo in pressing, a centrocampo Lobotka e Anguissa davanti la difesa con Lozano e Kvaratskhelia a supporto e Zielinski che si alza per pressare sulla costruzione avversaria, Osimhen isolato davanti pronto a ricevere palla sui recuperi e lanci lunghi.

Per la Salernitana Sousa schiera il 3421, modulo classico da quando è sulla panchina granata, Daniliuc, Gyomber e Pirola nella difesa a 3, Mazzocchi e Bradaric sugli esterni, Coulibaly e Vilhena in mezzo al campo, tridente formato da Candreva e Kastanos dietro Dia. In fase di costruzione il centrocampo rimane a 4, in attacco Candreva e Dia più avanzati con Kastanos arretrato sulla sinistra. In fase di non possesso squadra molto bassa, difesa a 5 con gli esterni di centrocampo che ripiegano, centrocampo a 4 con Kastanos a fare il quarto a sinistra e Candreva che va a giocare da mezz’ala destra, l’unico riferimento offensivo è Dia.

La partita è a senso unico, il Napoli è in controllo del match dall’inizio alla fine, ma soprattutto nei primi minuti fa fatica a costruire e soprattutto a verticalizzare, nel primo tempo infatti 0.59 il dato sugli xG nonostante un possesso palla nettamente superiore (80%), 9 conclusioni, 1 grande occasione e 386 passaggi (90% precisione), la Salernitana si è infatti limitata a contenere e stando bassa ha tolto profondità al Napoli che in particolare con Osimhen ha fatto fatica a trovare il passaggio dietro la difesa che facesse male agli avversari, in fase difensiva infatti il baricentro granata è stato di 31m, il Napoli ha cercato di alzare la linea difensiva per provare a portare maggiore peso offensivo, ed infatti in fase di possesso la squadra di Spalletti ha avuto un baricentro di 69m. Nel secondo tempo le cose sono cambiate anche per degli accorgimenti tattici di Spalletti, le occasioni sono aumentate (1.05 xG), 15 le conclusioni, 5 in porta, e 3 grandi occasioni da gol.

Gli aspetti tattici che hanno messo in difficoltà i padroni di casa sono principalmente due, innanzitutto come preventivato Sousa ha scelto Kastanos per affiancare Candreva, quindi ricoprendo un ruolo sulla trequarti, se non che il numero 20 è stato preferito soprattutto per aspetti difensivi, infatti nasce proprio come mediano o esterno di centrocampo, e proprio per questo in fase difensiva andava a posizionarsi sulla linea a 4 con Mazzocchi più arretrato, questo per creare raddoppi sulla sinistra, zona dove il Napoli ha spinto di più con l’asse Kvaratskhelia Olivera, Kastanos chiude con 5 contrasti vinti, 4 duelli aerei vinti, 1 salvataggio, 1 passaggio chiave e 37 tocchi (60% di precisione), Kvaratskhelia ha sofferto i continui raddoppi chiudendo il match con il 40% di dribbling riusciti, 6 contrasti vinti (su 17) e 22 possessi persi, bravo però nella lettura del match e nello scambiare con le mezz’ali o con Olivera per creare superiorità non andando più nell’uno contro uno, 81 i tocchi con il 90% di precisione e 3 passaggi chiave. 

L’altro aspetto che ha creato difficoltà agli azzurri è il posizionamento dei centrocampisti e degli esterni d’attacco in ripiego, Sousa infatti ha scelto di tenere gli esterni molto stretti, arrivando in fase di non possesso a 35m di larghezza, ciò ha creato difficoltà al Napoli nel girare per vie centrali, motivo per cui Lobotka nonostante i 100 tocchi e il 91% di precisione non ha mai trovato verticalizzazioni chiudendo con 0 passaggi chiave e Zielinski in particolare nella prima frazione ha fatto gran fatica nello smarcarsi per andare in progressione palla al piede, ed infatti spesso toccava a Kim e Rrahmani iniziare l’azione addirittura sulla linea del centrocampo, 223 i tocchi complessivi di entrambi con oltre il 95% di precisione, a risentirne anche Osimhen, che ha toccato 42 palloni ma non è mai stato incisivo chiudendo con 1 sola occasione e 14 possessi persi, 3 i contrasti vinti (su 11) nel duello con Gyomber, i tanti tocchi in attacco infatti (371) sono sintomo di un possesso statico e che con facilità arrivava a ridosso dell’area senza però trovare soluzioni. Per far funzionare lo schema tattico di Sousa chiudendo gli spazi centrali però serviva un grande sacrificio degli esterni, zona dove per forza di cose il Napoli ha attaccato maggiormente, in particolare Mazzocchi, che aveva due clienti scomodi come Kvaratskhelia e Olivera ha giocato una gran partita chiudendo con 5 contrasti vinti (60%), 100% dei duelli aerei vinti, 5 salvataggi e 1 intercetto.

Nel secondo tempo l’accorgimento che ha cambiato il match e ha reso i padroni di casa più pericolosi è stato l’ingresso di Raspadori per Zielinski, l’italiano è partito da mezz’ala per poi fare il falso 9 alle spalle di Osimhen, il che ha dato al Napoli superiorità numerica in attacco e soprattutto ha permesso di legare meglio con Osimhen, inoltre gli inserimenti di Raspadori senza palla rispetto ai movimenti palla al piede di Zielinski hanno fatto andare fuori giri la difesa avversaria che è stata costretta a lasciare maggiore spazio ai terzini e gli esterni per occuparsi di un attacco più pesante del Napoli. Il numero 81 in 38 minuti chiude con 1 assist, 2 conclusioni, 24 tocchi, 93% di precisione, 5 passaggi chiave, 2 cross riusciti e 5 possessi persi.

Man of the match 

Ha rischiato di segnare una delle reti più importanti della storia del Napoli, col pareggio di Dia così non è stato, ma non toglie niente alla grandissima prestazione nella doppia fase di Olivera, che sin dall’inizio ha costretto al raddoppio granata a sinistra lasciando spazi per i compagni e creando costantemente sovrapposizioni per Kvaratskhelia che nell’uno contro uno è andato in difficoltà più volte. In fase difensiva inoltre non ha avuto grossi problemi nell’arginare gli inserimenti di Mazzocchi. Per il numero 17 oltre la rete realizzata, 6 recuperi, 1 passaggio chiave, 95 palle giocate, 85% di precisione, 3 conclusioni, 50% i contrasti vinti e 7 (su 10) duelli aerei vinti.