Altra vittoria casalinga per il Napoli, questa volta in campionato, ai danni del Cagliari di Claudio Ranieri, 2-1 il risultato al triplice fischio arbitrale, prima vittoria al Maradona dopo 4 gare senza successo in campionato, a decidere il ritorno della coppia Osimhen-Kvaratskhelia, in gol entrambi, a rispondere alla rete dell’ex Pavoletti per il momentaneo 1-1.

Il Napoli con questa vittoria riagguanta il quinto posto a quota 27 punti (al pari della Fiorentina quarta), in attesa del risultato della Roma a Bologna. Il Cagliari rimane a quota 13 punti, ma la classifica in zona retrocessione è invariata, con i rossoblu saldi al 16esimo posto.

Napoli-Cagliari: lo schieramento tattico 

433 l’assetto tattico schierato da Mazzarri: Meret in porta; Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus e Natan a formare la linea difensiva; Lobotka in mezzo, al suo fianco Anguissa e Cajuste; confermato il tridente offensivo: Osimhen, Politano e Kvaratskhelia. In fase di possesso troviamo un Napoli altissimo (66m), tanto movimento creato dalle due mezz’ali nelle triangolazioni con gli esterni, con Lobotka a fare da perno in regia e i terzini spinti in avanti, in particolare a destra con Di Lorenzo. In fase difensiva il baricentro si abbassa notevolmente (48m), Cajuste rimane leggermente avanzato rispetto alla linea di centrocampo, aggredendo così le linee avversarie, cercando inoltre allargandosi di aiutare Natan sull’esterno, col brasiliano che stringe all’interno per evitare inferiorità numerica in area di rigore.

Il Cagliari scende in campo con il 4312: Scuffet tra i pali; Nandez, Goldaniga, Dossena e Augello in difesa; Makoumbou, Prati e Jankto nel centrocampo a tre davanti la difesa; sulla trequarti Oristanio; coppia offensiva formata da Pavoletti e Petagna. In fase di possesso la squadra porta il baricentro sui 56m, e la squadra passa ad un 424, Nandez sale sulla destra, dove si allarga Oristanio lasciando la posizione centrale sulla trequarti, a sinistra si allarga Jankto con il centrocampo che passa a due in mezzo. In fase difensiva squadra totalmente schiacciata (37m), qui il concetto è lo stesso della fase offensiva in termini di posizione, Oristanio rimane largo a destra e Jankto a sinistra, ma entrambi affiancano i due centrocampisti in un sistema che passa al 442.

Napoli-Cagliari: i numeri del match 

La partita non presenta colpi di scena, il Napoli è padrone del campo e tatticamente il match è impostato sul possesso palla della squadra di casa, che controlla il gioco dall’inizio alla fine, 67% il possesso palla, 1.86 xG generati, 21 conclusioni, 5 in porta, 5 grandi occasioni create, 15 tiri in area, 472 passaggi riusciti (85%). Al contrario il Cagliari si rende pericoloso esclusivamente nel secondo tempo, dove tiene il 42% di possesso palla (in crescendo rispetto alla prima frazione), 2 le occasioni create con 5 conclusioni in area, tra cui la conclusione in area piccola di Pavoletti.

Le note positive da evidenziare sono diverse, prestazione nettamente superiore alla sfida casalinga con il Braga, il Cagliari è certamente un avversario modesto con cui costruire il gioco palla al piede non è missione impossibile, visto il campo concesso dai sardi, ma è negli ultimi 25 metri che nascono le difficoltà con squadre così chiuse lì dietro, con tanta densità in area di rigore. 

Cajuste:

Una delle chiavi è stato il tanto movimento a centrocampo, la fisicità di Cajuste ha innanzitutto aiutato in fase difensiva Natan, che si stringe quando gli avversari hanno la palla per chiudere al centro ed evitare palle gol in area che hanno tanto fatto soffrire il Napoli in questa stagione, il numero 24 con la sua dinamicità ha aumentato i giri del motore del centrocampo azzurro che nelle ultime uscite con uno Zielinski decisamente scarico e inadatto nel coprire la sinistra stava perdendo di ritmo e intensità.

A guadagnarne il numero 68, che dovendo correre meno in orizzontale in fase di non possesso e avendo più libertà al centro del campo, con Anguissa alla sua destra, ha migliorato nettamente il suo rendimento in fase di impostazione, 55 i tocchi, 88% la precisione, ma soprattutto da evidenziare i passaggi chiave: 3, inoltre avendo da coprire solo la zona centrale del campo ha aumentato l’efficienza anche in fase difensiva: 4 contrasti vinti su 5 e 3 salvataggi.

Interessante la scelta della verticalità data da Mazzarri sulla destra, il Napoli soprattutto nel primo tempo ha attaccato la zona sinistra della metà campo difensiva del Cagliari con le mezzali in inserimento, sfruttando i movimenti di Politano a staccarsi dal blocco offensivo, intelligente la scelta del mister toscano per far uscire il centrale di turno (Dossena) e sfruttare Di Lorenzo e Anguissa nello spazio tra Augello e Dossena per sovrapporsi, fondamentale per affrontare una squadra così schiacciata, motivo dei numeri offensivi di Di Lorenzo che in 91 tocchi colleziona 2 passaggi chiave e 8 cross riusciti (su 10).

Altra situazione fondamentale che ha nettamente cambiato la partita e aiutato Kvaratskhelia con le sovrapposizioni è l’ingresso di Mario Rui per Natan, il brasiliano ha giocato una buona partita, ma tante le occasioni in cui è stato richiamato da Mazzarri o Juan Jesus perché troppo statico, non creando varchi per Kvaratskhelia, che con Mario Rui, terzino sinistro di ruolo con un piede educato da creare triangolazioni e essere affidabile dal fondo con i cross. Nel primo tempo il Napoli ha lavorato in particolare sul lato destro, per poi cercare la sovrapposizione di Kvara sul lato debole, nel secondo con il portoghese sulla sinistra il Napoli ha costruito maggiormente sulla sinistra, il primo gol arriva proprio da un uno-due da parte di Kvara-Mario Rui, azione che porta il numero 6 al cross vincente per un gran colpo di testa di Osimhen.

Proprio il nigeriano pare finalmente ritrovato appieno, fa reparto in solitaria, duella, si inserisce in mezzo ai due centrali e tiene spalle alla porta, non tocca tanti palloni (26) ma crea pericoli con ogni suo movimento, con e senza palla, e dopo il gol del vantaggio decide il match con un assist da fenomeno per la rete di Kvaratskhelia, palleggiando in mezzo a tre e concludendo con la suola a portarsi avanti il pallone coordinandosi per il cross in mezzo.

I tre punti erano fondamentali, incoraggiante però aver ritrovato i due protagonisti offensivi di questa squadra, oltre ad un Lobotka rivitalizzato e deresponsabilizzato da compiti difensivi grazie a due mezzali fisicamente dotate e dinamicamente attive rispetto all’ultima versione di Zielinski vista in campo, importante aver ritrovato Mario Rui, che darà nuova linfa ad un troppo spento Kvaratskhelia grazie alle sue sovrapposizioni. Intensità con e senza palla ed equilibrio in fase difensiva gli aspetti su cui lavorare maggiormente per un futuro che possa garantire un quarto posto per programmare al meglio la prossima stagione.