Napoli e Pioli: un matrimonio forzato
Abbiamo raccontato la cronistoria, fredda e distaccata, delle informazioni in nostro possesso su chi sarà il nuovo allenatore del Napoli. Scelta che parte da ottobre 2023, ben 7 mesi fa, e che con ogni probabilità vedrà il suo epilogo a fine campionato.
Al di là della preferenza personale di ognuno, c'è un nome tra questi che proprio non suscita curiosità. È Stefano Pioli. L'attuale allenatore del Milan che con ogni probabilità lascerà i rossoneri a fine campionato.
Eppure Pioli è un profilo sicuramente interessante. Esperto, anche vincente, serio. Ha allenato piazze difficili e importanti come Lazio, Inter (per poco), Fiorentina e proprio il Milan per ben 4 anni, vincendo uno scudetto insperato e arrivando alle semifinali di Champions League perse contro i cugini dell'Inter.
E sono stati proprio i cugini a diventare la spada di Damocle sulla sua testa. I tifosi del diavolo non dimenticheranno mai che la seconda stella interista sia stata vinta proprio davanti i loro occhi.
Ma oltre a questo scorcio sulla carriera del tecnico di Parma, a destare preoccupazione, qualora fosse lui il prescelto, c'è altro. E non sono preoccupazioni di carattere tecnico tattico.
Pioli allena ininterrottamente da molti anni, ma è soprattutto l'esperienza milanista ad averlo, con molta probabilità, svuotato di nuove motivazioni. Potrebbe addirittura percepire il Napoli come un passo indietro nella sua carriera, dove è molto più facile (ma non certo) che da maggio inizierà la fase calante.
Non ultimo, guadagna tantissimo: 4.5 milioni di euro netti l'anno e, quindi, vedrebbe calare anche il suo stipendio (dovesse restare fermo un anno, essendo sotto contratto fino al 2025, incasserebbe comunque la somma dovuta).
Quattro anni di Milan possono stancare. Se a questo aggiungiamo gli ultimi due in cui i rossoneri hanno subito delle cocenti umiliazioni proprio dai cugini, con le relative contestazioni del tifo e le domande scomode e dure della stampa, allora la vediamo davvero dura. Le motivazioni potrebbero essere ferme al palo ed il Napoli non può rischiare su un profilo che pone tutti questi interrogativi.
Ovviamente Stefano Pioli ha tante doti positive, ci mancherebbe altro. Ma oggi è tempo di andare su altro. Magari su un tecnico in rampa di lancio. Pioli si è costruito la carriera con tanto sacrificio, abnegazione, costanza. Cadendo e sapendo rialzarsi.
Ma c'è un momento in cui il tecnico ha totalmente cambiato atteggiamento, passando da un profilo umile ad uno spocchioso: lo scudetto con il Milan. Aspetto che, più di tutti, hanno notato i supporters rossoneri, passati da "Pioli on fire" a "Pioli out" nel giro di soli due anni.
La fase calante, appunto. Quello che più spaventerebbe qualora fossimo noi a decidere il nuovo allenatore. Aspetto troppo importante nel calcio moderno. Quanto la tecnica, la tattica. Quanto le motivazioni. Anch'esse ridotte a strappare un ultimo contratto prima di uscire dal circolo dei top club italiani definitivamente.