Milan, buona la prima. Finisce 4 a 0 al Maradona
Napoli-Milan, il superclassico per eccellenza che nel corso negli anni ha effigiato la storia del calcio italiano. Squadre le cui maglie hanno vestito protagonisti indiscussi; da un lato campioni del calibro di Altafini, Baresi, Maldini, Nordahl, Rivera, Schiaffino, Gullit, Virdis, Van Basten, dall’altro pietre miliari come Sivori, Altafini, Andreolo, Sallustro, Jeppson, Canè, Pesaola, Careca, Alemao e il supremo il mio caro Diego, per arrivare a quelli dei giorni d’oggi, particolarmente a quelli che vestono le maglie questa sera, presenti e indisponibili. Ibra, Leao, Giroud per il Milan, Kvara, Osimhen e Lozano per il Napoli e il Maradona, come di consueto, non ha deluso le aspettative perché si è appena concluso il primo dei tre match tra le due protagoniste che, in soli 16 giorni, decideranno i loro destini, sia nella competizione italiana che in quella europea, la più prestigiosa, con il doppio impegno di Champions League, in programma rispettivamente il 12 e 16 aprile dove, sia a San Siro che al Maradona è già sold out.
Nel frattempo, questa sera i primi tre punti se li aggiudica il Milan, con reti di Diaz, Saelemaekers e doppietta di Leao.
Spalletti, per l’occasione non cambia strategia, restando fedele ai suoi undici titolarissimi, ad eccezione del goleador per eccellenza Victor Osimhen che, al rientro con la Nazionale nigeriana, ha accusato un fastidio all’adduttore sinistro, diagnosticato successivamente, in una lesione distrattiva. Tempi di recupero dieci, dodici giorni, con la speranza per il mister di poterlo recuperare nel primo dei due impegni di Champions. Al suo posto Cholito Simeone, che già aveva deciso la gara di andata col colpo di testa vincente su assist di Mario Rui. Completano la zona offensiva, Kvara e Politano.
Stefano Pioli, invece, deve rinunciare a Kalulu, Messias e Zlatan Ibrahimović, anch’egli tornato con alcuni fastidi muscolari dopo le partite con la sua Svezia. Gli ultimi esami eseguiti a Milanello hanno evidenziato un problema muscolare alla coscia destra. Assenze che inducono l’allenatore rossonero ad occupare la zona d’attacco con Leao d’avanti a Giroud, Krunic e Diaz che vanno a completare il 4-2-3-1 scelto per l’occasione.
Il fischio di inizio di Rapuano concede il primo tocco di palla agli azzurri. Un inizio tendenzialmente equilibrato contraddistinto da una fase di studio da entrambe le squadre.
Il Primo spunto del Napoli arriva al 7’ con Simeone, ma la palla va oltre la traversa.
Al 17esimo arriva il primo gol. Il Milan si porta in vantaggio con Leao che, con grande freddezza, supera Meret con un tocco morbido sotto la palla.
Trascorrono solo 7 minuti e Brahim Diaz gela i presenti al Maradona. 2 a 0 grazie ad una manovra corale della squadra, con l’ultimo tocco dello spagnolo che finisce sotto la traversa. Gli uomini di Pioli sfruttano al meglio la prima metà di gioco, soprattutto per meriti di un centrocampo reattivo e aggressivo, non concedendo agli uomini di Spalletti di spremere al meglio le proprie qualità.
La partita riprende con grande intensità del Milan che, con Giroud, al 50esimo va ad un passo dal match point, calciando la palla di poco al lato. Uno squillo di tromba che risveglia gli uomini di Spalletti che, nel loro momento migliore subiscono la terza rete dei rossoneri. A realizzarla è Leao che scavalca Rrahmani depositando la palla sotto la traversa. Al 66esimo il Milan porta a quattro le reti. Saelemaekers, subentratoa Brahim Diaz, salta tutta la difesa e, davanti solo a Meret, calcia sotto le sue gambe.
Spalletti cerca di ricorrere ai ripari con un triplice cambio; Ndombele, Lozano e Elmas, rispettivamente per Zielinski, Politano e Lobotka, ma la musica non cambia.
Finisce 4 a 0 per il Milan, un risultato inverosimilmente inaspettato sotto gli occhi dei cinquantamila sostenitori azzurri. Una vittoria rossonera roboante e frutto di una prestazione superlativa, progressivamente attenta ed aggressiva. Di contro, un Napoli decisamente dissimile da quanto siamo stati abituati ad apprezzare, compromesso da una scarsa propositività, compattezza e lucidità.
Ciononostante, questa sera il Maradona resta il guscio dei tifosi partenopei che serbano nella mente un unico pensiero, alla Napoli in festa che, già da tempo, ha preparato strade imbandierate e tinte d’azzurro, dimostrando che i sentimenti e la passione vanno oltre ogni atto scaramantico e nei quartieri si percepisce il battito della gente che per anni ha solo assaporato il trionfo del tricolore e mai ottenuto.
Ora si attende solo il giorno del triplice fischio, nel frattempo, bisogna ritrovare gli equilibri per continuare a sognare anche in Europa. Appuntamento quindi al 12 aprile per capire se, per Spalletti & C., questa notte ha portato consiglio e ritrovato le certezze che, in questi primi 90 minuti di gioco, sono sparite.