Il Napoli non si sblocca nelle sfide casalinghe, al Maradona finisce 0-1 in favore dell’Empoli, con il gol decisivo nei minuti finali di Kovalenko, gol che oltre a far respirare i toscani, che arrivano alla sosta in zona salvezza (17esimi), chiude probabilmente il ciclo, breve e poco produttivo, di Garcia sulla panchina del Napoli. L’allenatore era già attenzionato dal presidente De Laurentiis a partire dalla scorsa sosta, dopo i deludenti risultati dell’ultima settimana con prestazioni scadenti il francese si allontana sempre di più dal capoluogo campano. 

Alla sosta i partenopei ci arrivano quindi con ulteriori dubbi da sciogliere, una zona Champions sempre più in bilico e delle decisioni da prendere al più presto per svoltare una stagione finora deludente.

Andiamo ora ad analizzare il match attraverso i numeri dei protagonisti in campo.

Napoli-Empoli: lo schieramento tattico 

Il Napoli cambia faccia, Garcia decide di stupire con un assetto inedito, 4231 in partenza: Meret tra i pali; in difesa Di Lorenzo e Olivera al fianco della coppia Rrahmani-Ostigard; centrocampo a due con Anguissa e Lobotka; Raspadori, Politano e Elmas alle spalle di Simeone.

La squadra in fase di possesso si tiene molto alta (62m), tenendo Lobotka come vertice basso con Anguissa che si stacca posizionandosi sul centro destra, terzini molto alti e coinvolti nella manovra, con Politano ed Elmas costretti ad entrare maggiormente dentro al campo. In fase difensiva baricentro di circa 47m, Anguissa torna al fianco di Lobotka, Raspadori lascia la posizione di trequartista e affianca Simeone in pressing sui centrali avversari.

Per l’Empoli è 433 al fischio d’inizio: Berisha in porta; Cacace, Luperto, Ismajli e Bereszynski in difesa; centrocampo a tre con Maleh e Fazzini al fianco di Ranocchia; tridente offensivo composto da Cambiaghi, Cancellieri e Caputo.

In fase di possesso i toscani mettono pressione al Napoli, spingendosi sui 58m di altezza, il centrocampo a tre passa ad un centrocampo a due, con Fazzini che fa praticamente l’esterno destro, alle spalle dell’uomo più avanzato, ovvero Cambiaghi. In fase di non possesso 451 estremamente conservativo (40m di altezza), con gli esterni a scalare al fianco del tridente a metà campo.

Napoli-Empoli: i numeri del match 

Prima frazione priva di emozioni, entrambe le squadre non creano occasioni da gol, il Napoli chiude i primi 45’ con 0.26 xG, con un possesso palla sterile e lento (66%) e con appena 3 conclusioni verso lo specchio della porta. Seconda frazione con 1 occasione creata per i padroni di casa, 0.60 xG65% di possesso palla e 11 conclusioni totali, 4 in porta. L’Empoli al contrario sfrutta l’unica occasione creata, con un grandissimo gol al 91’ di Kovalenko.

La partita si sviluppa come da copione, l’Empoli è bassa in fase difensiva, con il Napoli che tiene il possesso, impostando con un baricentro molto alto portato dai centrali difensivi, ma perché tanta sterilità offensiva?

Tutto parte dal quasi nullo filtro a centrocampo e dall’assenza di palloni giocati in posizione centrale in attacco, la mediana con il trequartista dietro la punta necessita del giocatore che unisca la fase di palleggio con quella di verticalizzazione, e il compito sulla carta sarebbe dovuto essere di Raspadori, che però ha giocato in posizione più avanzata di Simeone.

Per l’argentino sono state più le volte che è stato costretto a venire incontro che quelle in cui è stato servito in profondità, ed infatti chiude il match con soli 12 palloni toccati, 3 passaggi riusciti e 1 conclusione verso la porta, proprio per il vuoto lasciato alle sue spalle da un Raspadori posizionato da punta a sinistra, in questo modo non ne risente solo la fase offensiva, ma anche e soprattutto quella difensiva, lasciando troppo campo in transizione al centrocampo toscani, 4 i passaggi chiave delle due mezz’ali dell’Empoli, non un caso infatti, soprattutto se consideriamo che la media stagionale viaggia non oltre 2.2 per partita.

Altro problema tattico è stato quello delle corsie laterali, in particolare a sinistra, dove solitamente il Napoli fa più male, questa volta però rinunciando alla coppia Kvaratskhelia-Zielinski e partendo con Olivera ed Elmas, e soprattutto con un centrocampo a due quindi privo di mezz’ala di supporto per creare superiorità (Zielinski), la corsia sinistra ha faticato tantissimo nell’uno contro uno, perdendo oltre 30 palloni, con un Elmas mai nel vivo dell’azione ma sempre costretto a tornare indietro da Lobotka. 

Inoltre l’idea di verticalità preannunciata da Garcia relativa ad un cambio modulo, si è vista a malapena, il Napoli ha ripresentato lo stesso problema visto in ogni occasione in cui la squadra avversaria è schiacciata annullando profondità, il palleggio lento e in orizzontale dei centrali difensivi, 176 tocchi in due, senza mai trovare uno sbocco, ma sempre uscendo sui terzini, dove l’Empoli ha costantemente raddoppiato con le mezz’ali.

La sensazione però, al netto dell’esperimento per nulla riuscito del 4231, è do aver assistito ad una squadra priva di motivazione, con un allenatore che da tempo cerca di imporre le proprie idee a giocatori che per caratteristiche non potranno mai del tutto accontentare queste richieste, Simeone che viene incontro senza un aiuto sulla trequarti, Anguissa nei due di centrocampo (quando in realtà è un giocatore da pressing alto più che di attesa) ed Elmas lasciato all’uno contro uno sono solo gli ultimi esempi di una lunga serie per un inizio di stagione che alla sosta del 13 novembre fornisce una sola risposta: è arrivato il momento di cambiare.

Garcia ha dimostrato già ampiamente di essere in totale opposizione con le idee dello spogliatoio, formato da giocatori messi male in campo e che da qualche partita hanno perso anche le ultime idee tattiche che ancora si intravedevano, dal secondo tempo con l’Union Berlino il Napoli si è dimostrata una squadra nel completo caos, senza un piano b, e nelle ultime due uscite, senza l’intenzione di trovarne uno.

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