Il Napoli di Garcia deve imparare a gestire gli eventi negativi
Una partita di calcio è composta da tanti momenti. E tutti, senza dubbio, possono risultare decisivi. La formazione iniziale, il modo in cui si difende, un eventuale errore individuale, le trame offensive, il modo in cui vengono gestite le cinque sostituzioni. E la gestione, e la reazione, nei momenti difficili della gara possono essere un rigore sbagliato, uno svantaggio immeritato o subire attacchi ripetuti degli avversari. È nella gestione di questi momenti che si decide, non solo una gara, bensì un campionato intero. Soprattutto in tornei dove non esiste una squadra nettamente migliore delle altre.
Convertire la negatività
Gestire le criticità, che inevitabilmente ci sono e sempre ci saranno, non solo dà profonda autostima ai calciatori, ma annichiliscono totalmente gli avversari, inermi dopo aver dato tutto, proprio in quei frangenti. Se ci pensiamo, il Napoli di Luciano Spalletti, l'anno scorso, proprio per questo ha vinto uno scudetto, ma soprattutto ha scavato un vero e proprio buco già a metà campionato rispetto alle avversarie, lasciate a distanza siderale. La partita con il Milan, a Milano, è da esempio. Giovanni Simeone segnò il vantaggio definitivo nel momento migliore dei rossoneri, e dopo che Olivier Giroud aveva trovato il pareggio. Così come Bergamo, quando Lookman portò i suoi in vantaggio su rigore ed il Napoli la ribaltò in meno di 35 minuti. Stessa cosa a Verona, alla prima, per ben due volte. Ci sarebbero anche tanti altri esempi, in realtà. Fu la novità decisiva per il Napoli, che troppe volte ci avevano abituato a non saper reagire ai momenti difficili e più in generale a una gestione di tali momenti non degna di un club che mirava a vincere.
Anche in Champions League la musica fu analoga. Sia ad Amsterdam, dove il Napoli andò in svantaggio, sia a Glasgow quando Zielinski sbagliò un rigore (in realtà due, il primo però fu ripetuto). Condizione unica quella del Napoli di Spalletti del suo secondo anno (perché il primo fu sulla falsariga degli altri anni) che è durata fino a marzo, a quel Torino Napoli che ha ridisegnato un solco oggi invalicabile. O che almeno così sembra.
La gestione dei momenti difficili è fondamentale
Anche se quest'anno, alla prima di campionato a Frosinone, il Napoli subì il vantaggio ciociaro dopo 7 minuti ma ebbe la forza di vincere in scioltezza la partita. Ma oggi resta un'eccezione. Il Napoli di Garcìa ha gestito malissimo il gol di Kamada contro la Lazio, peggio ancora quello di Bonaventura, non bene dopo l'errore di Osimhen dal dischetto a Bologna. E, dati alla mano, sono proprio i punti che mancano per essere il primo vagone del treno del campionato.
Per un club come il Napoli la gestione dei momenti difficili deve essere prioritaria. Se si vuole lottare seriamente per lo scudetto, se si vuole difendere quel tricolore cucito sulla maglia con le unghie e con i denti, Garcia, ma anche e forse soprattutto i ragazzi in campo, devono capire che solo la metamorfosi istantanea della negatività in positività è l'unico modo per far male gli avversari. Prima mentalmente, poi tecnicamente. Condizione decisiva che iniziò con il Milan. Rossoneri che eliminarono gli azzurri in Champions. Milan che domenica arriverà al Maradona e capiremo, definitivamente, in quale condizione versa il Napoli.