Il Napoli riparte da Antonio Conte, nonostante il decimo posto finale e la futura mancanza di coppe. Una dichiarazione di potere assoluto, risultato di una gestione ventennale di alto livello. Gestione spessissimo calpestata da "esperti" del tifo e da nemici "guadagnati" in corso d'opera.

Oggi si parla di Napoli "juventinizzato", complice la scelta, oltre Conte, di Giovanni Manna come responsabile dell'area tecnica. Strano, perché in passato (fino all'anno scorso e forse pure quest'anno) non si è mai parlato di Juventus "napoletanizzata".

Eppure ci sono stati chiari segnali sotto questo aspetto. Ad iniziare dall'acquisto a suon di milioni di euro di Gonzalo Higuain, andato a Torino per la bellezza di 94 milioni circa. Juventus che non lo prese, un anno prima del Napoli, per "soli" 25 milioni. Viste le gesta del Pipita, Marotta e compagnia vollero a tutti i costi la punta argentina come finalizzatore della propria squadra. Higuain che comunque contribuì al solito scudetto ma che non riuscì a portare la coppa dalle grandi orecchie prima di essere spedito a destra e manca senza mai avvicinarsi all'apice raggiunto in azzurro.

Discorso continuato con Maurizio Sarri, "parcheggiato" un anno a Londra e preso dall'allora club di Agnelli per provare a replicare il Sarrismo partenopeo che tanto aveva decantato in Europa. Non ci riuscirono, naturalmente. Con il tecnico di Figline finí male, esonerato in diretta televisiva da Andrea Agnelli dopo l'eliminazione agli ottavi di finale di Champions League contro il Lione di Rudi Garcia (sic).

Infine, dopo "finalizzazione" e "guida tecnica finalizzata ad un gioco spumeggiante", l'anno scorso ripartirono da Cristiano Giuntoli. L'ex DS del Napoli, tra i protagonisti assoluti dello scudetto conquistato dopo un netto taglio al monte ingaggi, l'abbassamento dell'età media della squadra e una inalterata competitività.

Un mercato, quello del Napoli del 2022, che ha fatto epoca e ha posto tanti quesiti nelle stanze segrete degli altri club. John Elkann, proprietario della Juventus, è ripartito proprio dall'ottimo Giuntoli per il nuovo corso bianconero, cercando proprio di replicare il club di Aurelio De Laurentiis sotto l'aspetto della mentalità e della sostenibilità aziendale.

Sono fatti che non lasciano spazio ad interpretazioni. Il Napoli che parte di stampa locale descrive come incapace di programmare e a cui parte del pensiero popolare riconosce la capacità di "pescare aragoste dal cesso", è considerato invece un modello da cui attingere persino per il club più potente in Italia e tra i più importanti in Europa. Un trionfo.

Per tale motivo, facciamo molta fatica ad accostare il nome SSC Napoli alla Juventus senza che prima non avvenga il contrario. Ma non siamo certo sorpresi.
Spesso si dimentica la storia, anche recente, di questo sport. Altra occasione persa per i più, che peccato.

https://youtu.be/2Mv5WsAI3SU?si=llLa0L9eLEkX0p0O
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