La poetica del calcio non va mai abbandonata. Nemmeno la poesia.

Guai a chi riduce tutto a numeri e numeretti, schemi e ruoli definiti. O meglio, ci può stare. Anzi, il calcio va sempre più in quella direzione ed a breve gli scout vedranno i calciatori tramite un monitor, senza più annusare l'erba ed il fango dei campi. Dati su dati, e la macchina elaborerà una serie di nomi che rappresentano al meglio le caratteristiche ricercate.

Ma poi esiste la realtà. Quella della fame, della voglia di emergere, quella del passato che forgia un atleta, la famiglia, l'alimentazione, il cuore. E la poetica, appunto. Un domani, non troppo lontano, un calciatore come Khvicha Kvaratskhelia sarà un numero su un tablet. Dove non si leggerà il suo passato, la guerra, le corse. Niente.

La più bella cosa vista al Maradona da che ho memoria

ottobre 2022, commento personale dopo Napoli-Ajax

Quell’entusiasmante prestazione ridotta ad una figurina a colori pronta per la stampa. Cosa si perderanno! Un talento puro e cristallino che gioca divinamente anche quando il pallone è lontano 60 metri dal suo piede e nessun dato può essere calcolato.

Come lo spiegherà un computer, seppure all'avanguardia, che un georgiano con la maglia azzurra ha le stesse movenze di un calciatore anni '70? Che ha la capigliatura anni '80 ma che al contempo è terribilmente moderno? Quale dato potrà mai essere elaborato da calzerotti abbassati e barba incolta? Come farà un computer a definire tale calciatore terribilmente cool? Oppure pulp? Rock?

No, non potrà. Ci sono delle cose troppo lontane dall'essere catalogate. Sono a distanza siderale dalla pochezza di due numeretti sparati senza la minima conoscenza dell'animo umano. Non vi è romanticismo. E Kvaratskhelia è assai romantico. È amore prestato al pallone. È generazione. Perché è il calciatore a cui ti aggrappi quando le cose non vanno bene. È speranza. E la speranza non può essere elaborata. Nemmeno l'amore.

Il calcio torni presto a quello dei campi. Non si riduca ad un qualcosa dove tutti possono abbeverarsi con due abbonamenti online.
Il calcio ritorni al fango, al sudore, al sacrifico. Ritorni alle gare dal vivo. Ritorni ai voli transoceanici e alle bolge da stadio. Quello reale, non virtuale. Ritorni, e si fermi, al georgiano. Perché Kvaratskhelia è cult.


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