L'agrodolce verdetto dell'urna del Gran Forum di Montecarlo ha regalato al Napoli, oltre che la corazzata Real Madrid e il modesto Braga, un affascinante appuntamento all'Olympiastadion di Berlino: l'ultima squadra pescata dagli azzurri è stata l'Union Berlino. Vi portiamo alla scoperta degli avversari degli azzurri, in una storia di spionaggi, sofferenza e tanta, tantissima voglia di continuare a sognare. Perché non esistono muri invalicabili per la veemenza dei sogni, chiedere conferma da quelle parti.

Union Berlino, squadra di dissidenti

La storia dell'Union Berlino è una storia d'oppressione. La squadra, nata all'inizio del '900, nel dopoguerra si ritrovò catapultata nel marciume dell'Oberliga, dove ebbe la sfortuna di riscoprirsi cugina della Dinamo Berlino: il giocattolino personale di Erich Mielke, fondatore della spietata Stasi, sempre pronta ad eradicare ogni minima fioritura del giglio della rivoluzione. L'1,15% della popolazione era affiliata all'organizzazione e spesso lo spionaggio veniva effettuato dai cittadini stessi. Roba da romanzo Orwelliano. In quegli anni, l'Union non poté neanche pensare di lottare, sul campo. La svolta, però, avvenne sugli spalti. I liberi pensatori della città cominciarono a recarsi allo Stadion An der Alten Försterei per esprimere dissenso. Studenti, skinheads, gruppi punk. Mentre la Dinamo faceva incetta di campionati, dall'altra parte della città ci si sgolava urlando al mondo quanto fosse malata la RDT, quanto fosse malata la Stasi. E fu così che, fino al crollo di quel maledetto muro, giocare o tifare per l'Union venne visto come puro atto di sfida al regime.

La rinascita dell'Union Berlino

L'inizio della cavalcata dell'Union Berlino coincide con la stagione 2005-06: i tedeschi cominciarono la loro scalata dalla quinta serie con un clamoroso 8-0 ai rivali della Dinamo Berlino, anch'essi sprofondati in crisi dopo il crollo del muro. Una soddisfazione impareggiabile per gli Eisernen, per tutti quei ragazzi che passarono i weekend della loro adolescenza a guardare rossi di rabbia partite dal risultato già scritto. Nei giorni in cui non ci sono partite, il tabellone luminoso appare congelato, fermo a quel magico giorno del 2005. Da quel giorno l'Union non ha mai smesso di crescere, di pari passo con i suoi fedelissimi tifosi, capaci di rimodernare gratuitamente l'Alten Försterei (stadio dotato quasi esclusivamente da posti in piedi e quindi fuori dalle normative UEFA) fornendo oltre 140mila ore di lavoro gratuito. Nel 2019 l'esordio in Bundesliga e, dopo una salvezza tranquilla al primo anno, l'Union si appresta ad esplorare l'Europa dei grandi, dopo aver assaggiato la Conference League nel 2021 e dopo un ottimo piazzamento agli ottavi della scorsa Europa League.

Ma come gioca l'Union? Le tre C di Fischer

Le ambizioni del club sono state confermate da una audace campagna acquisti: i due ex Serie A Bonucci e Gosens, il centrocampista classe '98 Alex Kral e l'esperto cannoniere Kevin Volland sono pronti ad integrarsi alla pragmatica idea calcistica di mister Urs Fischer. La squadra predilige infatti un 3-1-4-2, puntando fortissimo sulle capacità dei propri esterni. Il perno centrale, Kral, è dotato di ottime capacità d'interdizione e impostazione. Ora, però, passiamo alle tre C del titolo, punti fondamentali del calcio espresso dai berlinesi.

  • Contropiede: poco spazio per il tiki-taka, in quel di Berlino si fa correre la palla. Emblematica la vittoria per 1-4 contro il Darmstadt, dove l'Union ha riportato il 33% di possesso palla. Nelle ultime 10 partite di campionato, in 8 casi ha avuto una percentuale inferiore di possesso palla rispetto agli avversari. Negli altri due casi, mai sopra il 56%.
  • Cinismo: i dati dei gol fatti confrontati agli expected goals sono davvero degni di nota. Sempre guardando la partita contro il Darmstadt, gli Eisernen sono andati a segno quattro volte nonostante gli 1.89 gol previsti. Per intenderci, il Darmstadt ne ha segnato uno dinanzi ai 2.49 previsti. Sanno farsi bastare le loro occasioni, vedasi anche i dati della passata stagione.
  • Calci piazzati: l'Union Berlino è letale su palla inattiva grazie a due dei suoi uomini migliori. Capitan Trimmel è probabilmente al pari di un mostro sacro come Alexander Arnold se consideriamo la delicatezza e la sensibilità di tocco del suo piede destro. Il maggior pericolo aereo è Danilho Doekhi, centrale accostato al Napoli capace di marcare ben 6 gol nella scorsa stagione e già a segno quest'anno.

L'Union Berlino ha inoltre chiuso la scorsa stagione imbattuto tra le mura amiche (11 vittorie e 6 pareggi) e in Champions potrà contare sul doppio del pubblico, dovendosi trasferire all'enorme Olympiastadion per le sopracitate inadempienze del suo stadio.

In conclusione, il Napoli parte decisamente favorito, forte di individualità dall'elevato tasso tecnico capaci di scardinare la compatta difesa dei berlinesi, ma guai a sottovalutarli.