Min-jae Kim è uno sciacallo predatore di palloni in possesso degli avversari, che gettando le gambe a mulinello nell’aria, sbaraglia le contese e seduce il pubblico.

Kim rappresenta nella stagione del Napoli l'immagine dell'esecutività e dell'ossequio per la salvaguardia della squadra, come un maresciallo della difesa che sembra catapultato da un'altra galassia sconosciuta con un’aurea potentissima. Il suo rendimento acuminante, senza intoppi o adattamenti forzati, unito a performances estremamente al di là di ogni più rosea aspettativa, ha ingaggiato tutto il reparto arretrato su una metodica di posizione sempre orientata alla lettura frontale delle azioni, abbinata ad una concentrazione irreprensibile, senza lesinare sulla destrezza tecnica nelle scorribande offensive.

Fortissimo nell'uno contro uno. Una garanzia nel fondamentale.

Un marmoreo  esemplare del ruolo, difficile da emulare, duro da combattere, imperioso nello stacco, sofisticato negli anticipi, poderoso nello slancio atletico, dominante nei contrasti senza smarrire la compostezza. Un  calciatore orientale tipico, che ascende la casta militare della disciplina asiatica dei Samurai, sebbene non koreana, per glissare quella ritualità dentro un'attitudine sportiva che rende più che merito all'obbedienza sportiva ed alla probità di comportamenti. 

Piedi a 180 gradi per inclinare la postura verso l'allineamento difensivo impeccabile e guardare lo sviluppo dell'azione a campo opposto

L'addio di Koulibaly aveva gettato scoramento negli animi dei tifosi del Napoli, a latere di quelle che erano le strategie di calciomercato, ed anche in una parte recondita del gruppo squadra consapevole di aver perso un baluardo difensivo dal peso specifico molto importante con il colosso senegalese.

Il livello di spettacolarizzazione degl'interventi a cui Koulibaly aveva abituato, ha però subito trovato equipollenza in Kim, addirittura più giovane perchè ha 26 anni, che svestendosi di pretenziosità e di qualche maldestro, seppur estemporaneo, eccesso di protagonismo, si è conquistato la palma di miglior difensore della Serie A già dalle prime uscite, codificando un linguaggio del corpo da soldato con animo belligerante.

Scalata laterale per frangere un passaggio filtrante per l'attaccante alle sue spalle, avendo il compagno come riferimento e non più lo spazio alle proprie spalle da accorciare.

Il Napoli ha trovato con il coreano un difensore che ha reso il pacchetto arretrato uno scrigno di conoscenze individuali e collettive riguardo quello che voglia dire proteggere la propria area di rigore, annichilendo spesso gli avversari con scivolate a tappeto e rincorse furenti. Le sue doti principali sono il senso della posizione ed il colpo di testa, sempre giunonico per l'imponenza del salto e la scelta del tempo a sovrastare l'avversario di turno con un utilizzo del corpo mai irruento.

Dal primo momento Kim ha trovato in Rrahmani, che ha piede forte inveritito, un compagno fidatissimo con cui ripartirsi i compiti e gli avvicendamenti nelle marcature, denotando prontezza di rifilessi sulle respinte corte e affiatamento con tutti i compagni, malgrado appaia come un personaggio silenzioso e ligio al dovere.

Imposta con autorità e a testa alta, chiedendo lo scarico corto per accellerare la manovra, pur avendo un lancio pregevole

La forza trazionante a difendere di Min Jae si evince dall'oculatezza nella scelta di distanzimento dai compagni, quasi riesca a centimetrare le misure corrette per gli accorci e le scalate in avanti, comandando i movimenti tramite la spazialità associativa che permette a tutta la squadra di salire in sincrono per le transizioni a palla coperta oppure di uscire di box con tigna e determinazione nelle fasi di rivaleggiamento difensivo.

Stratosferico in alcune contese portate a casa mediante arcignità e valorosità, Kim ha cementato la linea di contrappasso con la sua figura, quasi sempre invalicabile, che ha strafalcionato una sola volta per eccesso di sicurezza, con il pallone rubato da Samardzic nel goal subito contro l'Udinese al Maradona, che resta un episodio per altro ininfluente ed isolato.

Sul contropiede a palla scoperta, legge la dinamica e memorizza lo scorrere inerziale della palla direzionata da un avversario, su cui esegue arresto in arretramento ed esecuzione di riconquista senza batter ciglio, con una prontezza eccezionale.

Grazie a queste doti superbe il Napoli di Spalletti ha potuto costruire un nerbo squadra inossidabile e centrare l'impensabile meta dello scudetto troppe volte mancato a causa dell'assenza di un giocatore così essenziale che esorcizza gli errori.

La sua inscalfibilità lo caricaturizza in una specie di super eroe, come un uomo temprato nell'ametista, una roccia sedimentaria delle miniere di quarzite coreane, che si dice infonda energia cosmica e si annovera tra le pietre preziose del mondo. Un vero amuleto per le vittorie del Napoli, indifferentemente che sia in casa o trasferta, che trasuda energia per i compagni in moltissime situazioni di gioco.

I numeri di Kim Minjae, l’uomo di ametista

L'identikit del difensore quasi perfetto lo tratteggiano le statistiche di Kim, che svettando dal suo metro e novanta guarda gli altri con la filia di gigante buono.

Un passino avanti a Rrahmani, predisposto ad aggredire la palla sui traversoni alti e sulle uscite dai blocchi

Kim ha presenziato in campo in Serie A ben 1451 minuti, conteso 247 palloni con i rivali, vinto il 53,8% dei contrasti e guadagnato il 62% dei palloni disputati. Spicca anche nei duelli aerei ovvimente con il 64% di giochi vinti e 119 chiusure difensive (un'enormità). Ha respinto 25 tiri in porta e recuperato ben 40 palle in giro per il campo, 25 nella propria metà.

La sua bravura si sprigiona poi nei passaggi (2654) precisi al 90% con una media di 82 passaggi a partita e 93 palloni toccati sua sponte. Ha crossato dalle fascie 6 volte con una precisione del 33% e tirato 3 volte, di cui due sono quelle in cui ha refertato i 2 goal di testa in campionato per una media di un gol ogni 1451 minuti fin ora.

Ha collezionato 4 cartellini gialli e nessuna espulsione, commettendo appena 26 infrazioni a testimonanianza della pulizia nelle entrate. Di falli netti ne ha guadagnati 7 complessivamente, tutti nella metà campo avversaria.

Kim, il difensore in purezza dalla maglietta intonsa.