Secondo notizie dell’ultim’ora il presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura di Roma nell’ambito dell’affare Osimhen di ormai tre anni e mezzo fa. Ma cosa rischiano il Napoli ed il Patron azzurro?

Il club partenopeo non dovrebbe rischiare nulla come detto qualche ora fa dall’avvocato Grassani. Il presidente De Laurentiis ed alcuni membri del CDA rischiano, invece, una sanzione penale. Ma quali saranno adesso i prossimi passaggi?

Dal punto di vista della giustizia sportiva, qualora non emergano fatti nuovi dal fascicolo in mano alla Procura di Roma, non dovrebbero esserci provvedimenti a carico della società: il Napoli è stato già prosciolto sulla vicenda Osimhen e solo l’emergere di circostanze nuove e di elementi a carico della società diversi potrebbero portare alla revisione della decisione della Corte di giustizia federale.

La vicenda, allora, si ‘limita’ ai risvolti penali: il reato di false comunicazioni sociali, per le società non quotate in borsa, prevede una sanzione che va da uno a cinque anni di reclusione, o, se qualificato come di lieve entità, con una pena da sei mesi a tre anni. Questo, ovviamente, è il margine edittale, cioè il minimo ed il massimo della pena.

Sarà l’eventuale giudizio a stabilire eventuali responsabilità di Presidente, Amministratore Delegato, membri del CdA e degli organi di controllo sociali (Sindaci e Revisori).

Le notizie fuoriuscite da Piazzale Clodio parlano di imminente rinvio a giudizio nei confronti degli amministratori del club; è bene ricordare, in ogni caso, che si tratta di una fase di indagine che, prima di trasformarsi in un vero e proprio processo, necessita ancora di passaggi non scontati.

Dopo la richiesta di rinvio a giudizio, infatti, la palla passa al GIP (Giudice delle Indagini Preliminari), chiamato a vagliare la fondatezza delle indagini, la correttezza della ricostruzione della Procura e a stabilire se, in base al materiale probatorio raccolto, vi siano elementi in grado di sostenere l’accusa o se sia emersa d’altra parte l’inconsistenza della stessa e dunque la necessità di archiviare il procedimento.

L’organo requirente potrà infatti decidere se archiviare il caso, se disporre un’integrazione probatoria oppure se fissare l’udienza preliminare dinnanzi al GUP (Giudice Udienza Preliminare).

Nell’udienza preliminare, in contradditorio pieno, Procura e difesa sosterranno le proprie posizioni, ed il GUP sarà chiamato a decidere: disporre il giudizio, aprendo così il processo dibattimentale per l’accertamento del reato, o prosciogliere, con decreto di non luogo a procedere, ove ritenga che siano emersi elementi sufficienti a non dimostrare la colpevolezza degli indagati.

Ogni discorso, anche in termini di strategia difensiva, ad oggi è prematuro: l’eventuale irregolarità amministrativa, una sola su un bilancio che il Napoli lascia revisionare a società di consulenza di primissimo piano, potrebbe anche essere ritenuta di lieve entità. Ed la difesa potrebbe anche prediligere un rito diverso da quello ordinario, al fine di chiudere la questione anzitempo.

Non resta che attendere le ‘carte’, con la fiducia che si deve riporre in una società che difficilmente sottovaluta qualche aspetto della propria gestione, figurarsi quelli di bilancio.

https://youtu.be/FvB3Hk-YRAo?si=Xwp-d7p2AU0_ioRZ
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