Il Napoli per la storia. Nottata magica al Diego Armando Maradona, dove andrà in scena il ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro il Francoforte (andata 0-2 per gli azzurri). Una città intera - già in fibrillazione per l’ormai vicinissima vittoria dello scudetto - pronta a spingere Spalletti e i suoi al raggiungimento di un altro traguardo prestigioso: la conquista, per la prima volta nella storia, dei quarti di finale della competizione europea più importante.

I tedeschi ci credono, non sarà partita facile

C’è un grande punto di domanda in vista di stasera: come approccerà al match il Francoforte? Il risultato di svantaggio farebbe pensare ad un atteggiamento sicuramente diverso rispetto all’andata, più propositivo, soprattutto in fase di primo pressing. In sede di conferenza stampa, il tecnico Glasner e l’esperto Rode si sono dichiarati estremamente ottimisti: “Siamo qui per segnare almeno due gol e passare il turno”, hanno riferito. I tedeschi ci credono eccome, quindi, al clamoroso superamento del turno. Ma andiamo per gradi e torniamo all’andata.

Nella partita in Germania, il tecnico austriaco ha schierato i suoi con un 5-4-1 in fase di non possesso. Squadra corta e compatta, con attenzione massima alla copertura degli spazi. Pressing iniziale inesistente, con il pallino del gioco - in prima costruzione - lasciato interamente in mano a Kim, Rrahmani e Lobotka. Se la proposta di gioco tedesca dovesse restare tale, il “piano” del Napoli – in entrambe le fasi di gioco – subirebbe poche variazioni rispetto a tre settimane fa: in quella di "possesso", solita ricerca di spazi offensivi e profondità - attraverso i continui movimenti di mezzali ed esterni – per attirare l’uscita dei braccetti Buta e Ndicka. In fase di non possesso, invece, riaggressione immediata (fatta molto bene da Lozano all’andata) – sfruttando le limitate capacità tecniche del terzetto difensivo avversario - per inibire sul nascere la manovra.

Spalletti ha una ricetta per qualsiasi cosa abbia preparato Glasner

Delle modifiche sostanziali, invece, potrebbero arrivare se i tedeschi decidessero di invadere in pressing la metà campo partenopea sin dall’inizio azione. Un comportamento esibito anche nell’ultimo match di campionato contro lo Stoccarda. Spalletti ha già pensato a tutto: se la scelta dovesse essere questa, la manovra - in costruzione - proposta dagli azzurri, sarebbe più diretta e verticale, con un lavoro incentrato di più in zone basse di campo tra portiere, centrali difensivi e terzini, di sponda con un centrocampista - per superare – appunto - questa prima linea di pressione ed innescare gli uomini offensivi. Queste piccole modifiche torneranno molto utili anche in vista della trasferta di Torino, che analizzeremo nei prossimi giorni. La squadra proverà a prendersi dei vantaggi offensivi da ogni tipo di situazione di gioco, anche un semplice fallo laterale, che comporti il raggruppamento di più avversari in zona palla, per poi uscire dallo stretto con dialoghi veloci o con aperture da terzino a terzino. Studio maniacale anche sulle palle inattive, grazie al grande lavoro di mister Baldini e dei match analyst. Gli azzurri ci punteranno molto, visto che il Francoforte – compagine già di per sé non fisica e sofferente sotto quest’aspetto – perderà ulteriori centimetri a causa delle assenze di Kolo Muani (187 cm) e Lindstrom (182 cm).

Come se non ci fosse l'andata

Questo è un match che va vissuto come non ci fosse stata mai una gara di andata. Il Napoli non può fare l’errore di pensare al mantenimento del vantaggio acquisito. Assolutamente. La compagine dei tedeschi è programmata per questi tipi di match. Il Napoli ha l’obbligo di fare partita. In Europa è sempre tutto aperto. Basterebbe un semplice cavillo a mettere in condizioni precarie anche un vantaggio di due gol.


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