Attraverso le pagine de ‘Il Mattino’ riportiamo un’interessante intervista, a cura di Dario De Martino, a Marco Di Lello, avvocato, socialista esperto di edilizia ed urbanistica, è stato assessore regionale ed è il padre della legge 21 che ha previsto il blocco di ogni nuova edificazione nell'area vesuviana.

Nell'area del Vesuvio, dei Campi Flegrei e di Ischia, quelle più a rischio, insistono vincoli paesistici, idrogeologici ambientali ed infine edilizi. Se pure un folle volesse abolire quest'ultimi resterebbero intatti gli altri, vigilati da enti statali.

Di seguito i punti salienti delle sue dichiarazioni:

Di Lello, nelle ultime settimane si è riaperto il dibattito sulla "sua" legge 21 che sarà di fatto superata dal nuovo piano paesaggistico regionale.

“Nel preliminare del piano territoriale regionale le tre aree più a rischio erano quella vesuviana i Campi Flegrei ed Ischia. Non abbiamo inventato nulla solo preso atto della realtà. L'assessore Bruno Discepolo, di cui ho gran stima, lo sa bene e la pensa come me, per questo mi aspetto che si vada avanti con decisione su questa strada, aprendosi al confronto, ma sapendo che in nessun modo si può tornare indietro”.

Eppure c'è chi che chiede che nella nuova norma ci siano meno vincoli.

“Ritengo che le forze riformiste, Pd in testa, dovrebbero rivendicare con orgoglio di aver fatto della Campania Governo dei rischi naturali e lotta all'abusivismoedilizio. Parliamo, giusto per ricordarlodi aree dove insistono vincoli paesistici, idrogeologici, ambientali ed infine edilizi”.

Ma c'è chi dice che la sua legge abbia prodotto solo vincoli e nessun beneficio

“La legge ha già avuto lo straordinario merito di promuovere una inversione di un modello a livello internazionale sul tendenza demografica dopo decenni di crescita disordinata, e spesso selvaggia, il carico insediativo nella zona rossa è iniziato naturalmente a diminuire ed il decisore politico, perché meno persone ci sarà da spostare, più si potrà attendere ed evitare evacuazioni fondate su falsi allarmi. E poi la legge non aveva affatto solo vincoli, ma anzi dà possibilità di sviluppo del territorio”.

Ci spieghi

“Se a Boscoreale fanno della realizzazione del Bio Parco del Mediterraneo, anziché di nuova edilizia, la propria battaglia politica, significa che il seme piantato nel 2003 ha iniziato a produrre i suoi frutti. La Politica sarebbe più credibile se attuasse quanto previsto per l'area vesuviana esattamente vent'anni anni fa incentivando economicamente ricettività e produzione di beni e servizi realizzando una nuova mobilità e puntando sui grandi attrattori culturali come Pompei, Ercolano, Oplonti, lo stesso Vesuvio e l'area naturalistica del Monte Somma. Altrimenti resterà l'idea della sola repressione e dell' iniquità di una scelta che invece fu straordinariamente lungimirante”.

Intanto nelle ultime ore più che il rischio relativo al Vesuvio c'è il timore relativo a ciò che sta accadendo nei Campi Flegrei.

“È già successo, a Pozzuoli nel 1970 e poi nel 1981. Di quella esperienza occorre fare tesoro. In seguito il Parlamento con Craxi Presidente del Consiglio varò due leggi per implementare le vie di fuga delocalizzare gli abitanti del Rione Terra, migliorare il trasporto su ferro e via mare E si scelse di puntare sul turismo: il boom di questi ultimi anni credo possa alutare una discussione su come anche nell'area flegrea si possano evitare nuovi volumi residenziali”.