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Si è conclusa Bologna-Napoli, partita valevole per la trentunesima giornata della Serie A 2024-2025. Gli azzurri hanno pareggiato per 1-1 una gara giocata davvero male.

Bologna-Napoli, i voti degli azzurri

Lukaku in campo con la maglia azzurra del Napoli si indica la testa per chiedere attenzione ai propri compagni
Romelu Lukaku

Scuffet: 7. Parti per Bologna scegliendo la copertina più calda per gli ennesimi 90' di panchina e la copertina diventa mantello da supereroe per restare ad una gara di distanza dall'Inter. Gran prestazione.

Di Lorenzo: 5. Quei tre lettori che settimanalmente leggono le mie pagelle, ricorderanno ampiamente i miei giudizi sulla condizione fisica di Di Lorenzo, inadatta ormai a certe intensità. Come l'anno scorso, da dicembre in poi, sempre gli stessi errori, sempre gli stessi gol subiti.

Juan Jesus: 6. Una gara in trincea, sempre chiamato in causa all'ultimo minuto, sempre affidabile. Forse c'è da recriminare per una marcatura troppo leggera su Ndoye, ma dinanzi ad un gesto tecnico del genere si applaude, fine.

Rrahmani: 6,5. Finché è chiamato al suo compito, gioca la solita gara tutta ordine e posizione. Poi però gli tocca sopperire ai soliti guai del suo Capitano. Alla fine lascia al caso le responsabilità di un'improbabile sfangata in area di rigore.

Olivera: 5,5. Dopo un primo tempo tutto grinta e sportellate, si lascia trascinare dalla foga di una seconda frazione horror e comincia ad intervenire ad occhi chiusi, ricorrendo a tackle duri quanto inutili.

McTominay: 6,5. Compromessa la sua salute dopo un intervento che gli è stato fischiato a sfavore, torna spartano e salva gol fatti e situazioni pericolose. Prima, un primo tempo di palloni vaganti sbranati senza pietà. Commovente. (Dal 70' Gilmour: 6).

Lobotka: 5. Il maestro del self control, il faro partenopeo, il Banco di Napoli diventa nella serata peggiore per crollare un composto non identificato tutto ansia e imprecisione. Rischia grosso.

Anguissa: 7. Lo si vede sbucare tra una marea di maglie rossoblù, portando con sé vento e zolle di campo che gli si oppongono invano. Guarda il portiere, lo sbeffeggia, lo supera e appoggia in porta. Mano forte sul petto, per chi non c'è più e starà esultando dall'alto. E assume le sembianze d'un 42 che vestendo una maglia simile fece parecchia fortuna.

Politano: 5. Sotto porta, come sempre, superficiale. “Faccio solo quelli difficili”, aveva dichiarato dopo la gara contro il Milan. Predica bene e razzola male, perché portarsi sullo 0-2 a fine primo tempo avrebbe sicuramente cambiato i connotati di un secondo tempo, in ogni caso, inaccettabile. (Dal 92' Ngonge: SV).

Lukaku: 6,5. In una delle gare più complicate della stagione, il gigante belga disputa una prima frazione contrassegnata da un assoluto dominio del gioco. Regista avanzato d'élite, non rispondono al suo appello le ali che dovrebbero sfruttare le occasioni da lui create. Secondo tempo impossibile da giudicare.

Neres: 5. La storiella sul merito di Holm nella sua prestazione opaca cade nel momento in cui comincia a sbagliare anche i più semplici stop. Mai in partita, nella gara in cui le sponde sono davvero di alta qualità. (Dal 74' Raspadori: 6).

Stellini: 5. Basare la gara sulle seconde palle era sacrosanto e il primo tempo, come al solito, non mostra alcuna crepa tattica. Impossibile pensare però che il problema di una squadra che gioca una volta la settimana sia fisico, specialmente se il secondo tempo non vede alcun calo. Infatti, gli azzurri si sono semplicemente rintanati nella loro area. Senza neanche provare a cambiare l'inerzia di una partita lasciata con garbo e cortesia ai padroni di casa. Una buona dose di fortuna permette agli ospiti di uscire dal Dall'Ara indenni, ma è ingiustificabile la gestione dei cambi dinanzi a una così evidente situazione di difficoltà. Cinque cambi vanno sfruttati, specialmente se gli altri spingono a mille all'ora.

Bologna-Napoli, i voti dei felsinei

Bologna
Bologna

Skorupski: 5,5. Giusto il tempo di farsi anticipare da Anguissa, sbagliando i tempi di reazione e rimediando l'infortunio che lo costringe al cambio anzitempo. (Dal 25' Ravaglia: 6,5).

Holm: 7. Il cliente è, si fa per dire, particolarmente scomodo. Con tempismo e coraggio, complica la vita a David Neres, rendendosi protagonista anche di un intervento prodigioso che impedisce al brasiliano di mettere in porta McTominay.

Beukema: 6,5. Se il suo compagno distratto dalle sirene di mercato la combina grossa, lui è pronto a caricarsi sulle spalle il reparto difensivo altissimo e spavaldo dei felsinei. Giocatore d'un quoziente intellettivo calcistico superiore.

Lucumì: 5. Sovrastato da Lukaku, lascia una voragine centrale perfettamente colmata dall'impetuoso Anguissa, che ringrazia e va in porta indisturbato - o quasi -.

Miranda: 6. La sua predisposizione alla fase offensiva viene fuori quando ha l'opportunità di giocare ad una sola metà del campo. Bene nelle preventive e a tener botta nel primo tempo. 

Freuler: 6,5. Giocatore a tutto tondo, si reinventa deus ex machina del Bologna dopo anni e anni a prender nota degli insegnamenti di Gasperini. Fondamentale nella manovra felsinea.

Aebischer: 6,5. Anche lui chiamato in causa proprio nella rifinitura a causa dell'infortunio di Ferguson, non fa mancare il suo apporto. Un suo gran destro sibila poco lontano dall'incrocio dei pali a fine primo tempo.

Orsolini: 6. Qualche velleitario tentativo di iscriversi sul tabellino, considerando il suo momento di forma una gara da semplice sufficienza sembra quasi una macchia. (Dal 77' Cambiaghi: 6).

Odgaard: 6. Dispone di una certa libertà, rifila ancate senza ritegno e costringe il Napoli a difendere in 10 per un paio di azioni, colpisce in faccia Juan Jesus tentando una rovesciata. Cartellini? 0. (Dall'87' Fabbian: SV).

Ndoye: 7. Il signor “Ma va dobbiamo giocare dieci partite” ha deciso di compromettere la lotta Scudetto del Napoli con una clamorosa giocata di tacco. Se esiste un Dio, ha un grande senso dell'umorismo. (Dall'87' Dominguez: SV).

Dallinga: 5. La più grande delusione d'un progetto da ammirare è proprio il suo investimento di punta, cantato e decantato in estate da esperti fantacalcisti incalliti. Il risultato? Un giocatore inadeguato a certi livelli. Ed è difficile non mettersi in mostra con una squadra che produce questa mole di gioco. (Dal 77' Castro: 5,5).

Italiano: 8. Il rimpianto d'un'ultima finale persa, la firma col Bologna e l'avvio shock, i mugugni generali. Poi, in silenzio e con la signorilità che lo contraddistingue, l'ex Fiorentina ha costruito il suo personalissimo capolavoro. Colmando alcune lacune e rendendo ancora più totale la sinfonia diretta magistralmente da una fase di transizione con ben 6 uomini diretti all'assalto (5+1), la sua squadra ha come punti deboli fisiologici velleità che non sono altro che il prezzo da pagare per giocare un certo tipo di calcio. Messo all'angolo il Napoli e vedendo sfumare nello sciagurato tap in mancato di Castro il risultato più onesto, non si scompone davanti alle telecamere e non ammicca neanche a quella competizione che vai a giocare se entri nelle prime quattro. In costante crescita.


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