Lindstrom (non) sta a Rudi Garcia come Raspadori è stato a Spalletti
Nessuno, lo scorso anno, ha chiesto conto a Luciano Spalletti circa il poco utilizzo di Giacomo Raspadori. L'ex Sassuolo è stato un investimento da 35 milioni di euro complessivi. Investimento concluso alla fine di una trattativa estenuante con il ds neroverde Giovanni Carnevali, che nell'ambiente ha più o meno la stessa fama di Alfie Solomons in Peaky Blinders. Dieci milioni in più di Jesper Lindstrom, acquistato per 25, con una trattativa lampo dal Francoforte, dopo aver definito il ritorno di Lozano al Psv. Aver perso il messicano, per Rudi Garcia è stato un brutto colpo. Ma non per il club, che si è liberato di un ingaggio enorme e ha scongiurato il parametro zero. E neanche per gran parte dei tifosi, che hanno accolto la cessione come una liberazione.
Lindstrom per Lozano, Raspadori per Mertens
Come al solito, sono le emozioni prodotte dal recente passato a determinare le aspettative. Raspadori è stato il colpo del Presidente. Il capriccio di Aurelio De Laurentiis che nella sua bulimia di futuro ha scelto l'entusiasmo di Jack per congedare l'idolo delle folle Dries Mertens. Una scelta impopolare, all'epoca. E, di conseguenza, il basso minutaggio riservatogli da Spalletti non è finito sotto la lente d'ingrandimento. Tanto meno è finita nel ciclone delle polemiche la collocazione tattica che il toscano ha disegnato per lui. Lo scorso anno nessuno si chiedeva quale fosse il ruolo di Raspadori. Almeno non con la malizia con cui si imputa a Garcia di non aver compreso le caratteristiche del 18 azzurro.
Lindstrom, invece, ha liberato la Napoli del pallone da Lozano. Per la teoria delle emozioni del passato, il messicano ha avuto la sfortuna di essere stato collocato nell'immaginario collettivo come il ripiego di James Rodriguez. E al suo arrivo eravamo già delusi. Una storia nata male e finita bene con l'arrivo del danese. Talento in rampa di lancio, brillante, ma non propriamente il sostituto tattico del messicano le cui caratterstiche sembravano pittate per il calcio di Garcia.
A differenza di come è stata metabolizzata serenamente dalla piazza la gestione spallettiana di Raspadori, quella di Rudi Garcia per Lindtrom sta ricevendo critiche feroci. Ormai è così. La teoria delle emozioni del passato non lascia scampo a nessuno: calciatori, allenatori e dirigenti. Tutti alle prese con i fantasmi.