Napoli-Inter: l’analisi degli avversari
Terzo esame di livello nel giro di nove giorni per il Napoli di Mazzarri, questa sera alle ore 20.45 i partenopei scenderanno in campo al Maradona per affrontare quella che finora è stata la squadra più convincente del nostro campionato, l’Inter di Simone Inzaghi. Partita fondamentale per sfatare innanzitutto il tabù Maradona, dove il Napoli ad oggi ha collezionato 7 punti in 6 giornate, con 2 vittorie, 1 pareggio e 3 sconfitte, con l’ultimo successo che risale al 27 settembre (4-1 vs Udinese), non un avversario ideale per sbloccarsi, i nerazzurri infatti sono secondi per rendimento in trasferta, con 5 vittorie e 1 pareggio, inoltre sarà un turning point importante in chiave classifica, con l’Inter che deve vincere per tornare in testa, e con il Napoli che con i tre punti accorcerebbe ulteriormente sulle prime posizioni.
155esima sfida tra Napoli ed Inter, 78esima edizione a Fuorigrotta, nei 77 precedenti al Maradona il bilancio è in favore del Napoli, con 38 vittorie a fronte di 21 pareggi e 18 sconfitte, l’ultima vittoria nerazzurra risale al 1 gennaio 2020 (1-3), mentre nell’ultimo precedente (21 maggio 2023) il Napoli portò a casa i tre punti con un 3-1 in un match che però pesava poco in termini di classifica, soprattutto per i padroni di casa già campioni.
Napoli-Inter: le probabili formazioni
Napoli (433): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Ostigard, Natan; Anguissa, Lobotka, Zielinski; Politano, Osimhen, Kvaratskhelia. All. Mazzarri
- Torna dal 1’ Victor Osimhen, ancora in dubbio però la sua presenza per tutti i 90’
- Zielinski non al 100%, Elmas pronto a prendere il suo posto
- Bocciato Juan Jesus nel ruolo di terzino sinistro, al suo posto Natan con Ostigard in posizione centrale
Inter (352): Sommer; Darmian, De Vrij, Acerbi; Dumfries, Barella, Calhanoglu, Mkhitaryan, Dimarco; Thuram, Lautaro Martinez. All. Simone Inzaghi
- Out Bastoni, che non sarà neppure in panchina
- Torna Dumfries dal 1’, con Darmian arretrato nei tre centrale
Napoli-Inter: cosa aspettarsi?
La partita di questa sera sarà sicuramente un match dal tasso di difficoltà elevatissimo, l’Inter arriva da 11 risultati utili consecutivi, l’ultima sconfitta risale infatti al 27 settembre (1-2 vs Sassuolo), inoltre la squadra di Inzaghi arriva al match con una partita di Champions League in cui gran parte dei titolari hanno riposato proprio per arrivare al 100% a questo appuntamento, che dopo la vittoria della Juventus allo scadere diventa ancora più importante.
I nerazzurri rappresentano finora la miglior difesa del nostro campionato (7 gol subiti) ed il miglior attacco (30 gol fatti), con una media di 2.3 per partita, inoltre è una delle squadre che crea più occasioni da gol in media (2.8) e che conclude maggiormente verso la porta (16.3), l’impronta di Inzaghi si denota soprattutto dalla volontà di comandare il gioco e farlo a prescindere dall’avversario, tenendo il più possibile palla sfruttando l’immenso tasso tecnico presente a centrocampo, soprattutto con la mossa di Calhanoglu regista, 55.5% il possesso palla di media. A livello difensivo la fisicità in particolare degli esterni di centrocampo fanno la differenza negli 1 vs 1, non a caso l’Inter è tra le prime per contrasti vinti per partita (57.1%), e per duelli aerei vinti (60.9%).
L’Inter come detto ama dominare il gioco e tenere palla, e lo fa alzando molto il baricentro in particolare con i centrali, sui 55m di altezza, il tutto si sviluppa soprattutto a sinistra, dove sulla mezz’ala Mkhitaryan in fase di possesso si alza sulla trequarti a sinistra, non agendo quindi in costruzione ma in rifinitura o per la fase dell’ultimo passaggio, questi i suoi numeri: 3 assist, 2 gol, 55 tocchi, 1.3 passaggi decisivi di media, 86% di precisione, 84% nella metà campo avversaria.
Mkhitaryan:
È Acerbi (in assenza di Bastoni) ad essere incaricato di far salire il baricentro e andare ad impostare nella zona lasciata libera proprio da Mkhitaryan sulla metà campo, il numero 15 ha numeri palla al piede da centrocampista: 1 gol, 1 assist, 77 tocchi, 90% di precisione, 93% nella propria metà campo e l’82% nella metà campo avversaria, ciò permette all’Inter di salire creando allo stesso densità andando in aggressione palla al piede con diversi uomini, e creando superiorità numerica facendo faticare gli avversari in uscita palla.
Acerbi:
Dal punto di vista della costruzione come anticipato, è la fascia sinistra a fare la differenza, dove passano il 40% delle azioni, a destra invece la coppia Dumfries-Barella rappresenta una fonte di energia e fisicità necessaria per reggere i ritmi richiesti da Inzaghi, i nerazzurri palleggiano molto e cercano spesso la verticalità, ma sono una squadra che riesce anche ad adattarsi all’avversario ed essere efficace anche quando sono i duelli e gli episodi a fare la differenza, la percentuale in termini di qualità è più bassa a destra, 76% per Dumfries e 86% per Barella con 12 possessi persi, ma si alza la percentuale dei contrasti vinti e in particolare dei recuperi, con circa 7 di media tra l’ex Cagliari e l’olandese, inoltre la spinta e il passo che possiedono fanno la differenza in particolare senza palla, quando con le loro diagonali alle spalle della difesa avversaria creano diverse potenziali occasioni avendo tempi di inserimento praticamente perfetti.
L’intuizione di Inzaghi: Hakan Calhanoglu
Ma la chiave del gioco nerazzurro, e tanti meriti vanno all’allenatore, porta il nome di Hakan Calhanoglu, che con una grande intuizione di Inzaghi si abbassa a fare il perno davanti la difesa in impostazione, e da lì le sue prestazioni subiscono un miglioramento notevole, oltre a essere uno specialista dal dischetto (5 gol, 100% di realizzazione) è diventato a tutti gli effetti il metronomo della squadra: 1 assist, 81 tocchi (il dato più alto della squadra), 1.7 passaggi decisivi di media, 92% di precisione, 95%nella propria metà campo e l’85% nella metà campo avversaria, 77% le palle lunghe riuscite, ed ottimi dati anche in fase difensiva dove subisce 0.6 dribbling e tiene costante una media del 59% di contrasti vinti, la cosa impressionante però è la copertura del campo che riesce a dare alla squadra, essendo presente su tutta la mediana ma non rinunciando a spingere quando la squadra sale, da qui l’idea del difendere attaccando, l’Inter è una squadra completa dal punto di vista delle caratteristiche, e portare il proprio regista sulla metà campo avversaria costringe gli avversari a prendere decisioni per uscire e farlo con poco tempo a disposizione, motivo della difficoltà nel fare possesso contro questa squadra.
Calhanoglu:
In attacco l’innesto di Thuram è risultato fondamentale, il francese si completa perfettamente con Lautaro Martinez, che infatti ha già numeri impressionanti con 13 gol in altrettante giornate, il francese non è una punta pura, ma gira attorno all’argentino che in area è probabilmente per movimenti senza palla tra i migliori al mondo nel suo ruolo, e tanto spazio gli viene liberato proprio dal figlio d’arte col numero 9, che avendo fisicità e passo regge i duelli in 1 vs 1 e sfrutta questa sua caratteristica per allargarsi sull’esterno, la produzione offensiva è già straordinaria per essere alla sua prima stagione: 4gol e 6 assist in Serie A, il tutto rapportato ai 32 tocchi, che rende la statistica ancora più significativa in termini di efficienza.
La partita sarà sicuramente complicata per i padroni di casa, che arrivano all’appuntamento in ascesa per fiducia e condizione, ma che affrontano quello che per caratteristiche è l’avversario peggiore, per fisicità, che il Napoli ha sempre sofferto, e per voglia e propensione nel dominare la metà campo avversaria, senza dare tempo e spazio di palleggiare, i padroni di casa dovranno adattarsi a folate asfissianti ed avere spirito di sacrificio nell’aiutarsi, in particolare sull’esterno, dove anche per le assenze tra le fila azzurre, gli avversari partono in netto vantaggio.