Quando Dries Mertens ha salutato Napoli ufficialmente, l'eco sentimentale si è riverberato anche oltre oceano, in tutti i paesi dove il Napoli è famoso e il suo più grande bomber riconosciuto e apprezzato non solo per i 148 goals ma per l'uomo che ha dimostrato di essere, lasciando un cratere tuttora incolmabile nel gruppo di calciatori.


La grandezza del piccolo grande ragazzo di Lovanio che ha trapiantato la napoletanità nel proprio DNA, si è apprezzata smodatamente all'ombra del Vesuvio, infuocata da un'istrionicità innata e una genuinità che anche in campo lo ha sempre contraddistinto, tanto da innescare l'appellativo di 'Ciro' (nome verace) da parte di tutto l'ambiente.

Negli ultimi dei 9 anni trascorsi a Napoli, Dries è diventato un leader autentico del gruppo e un'icona della squadra. Le sue prodezze di estro, furbizia e raffinatezza hanno accarezzato i sogni di gloria della tifoseria e per due volte (2017/18-2021/22) ha condotto il Napoli tanto vicino al traguardo della vittoria del campionato di Serie A.

Pur avendoci provato sino allo sfinimento a riportare lo scudetto tra le grazie della sirena partenope, Dries ha lasciato ugualmente il suo segno permanente sulle sorti del Napoli, con una premonizione a cuore aperto nel post-gara della partita stravinta contro il Sassuolo allo stadio Maradona per 6-1, a tre giornate dal termine e tricolore ormai compromesso.

In quell'intervista, a tratti struggente, Mertens espresse tutta la frustrazione e il rammarico per non aver fatto prevalere la miglioria che la squadra aveva espresso ad intermittenza, lasciando intravedere superiorità nella qualità del gioco nei confronti di avversari che anche l'anno successivo sarebbero stati della medesima caratura, in un continuum immaginario di quanto stava apprestandosi a finire.

L'attaccamento alla città e al suo passato recentissimo, hanno affidato a Mertens la saggezza dei guru del calcio, che antepongono gl'interessi del club e della gente a quelli propri. Un sentimento di riconoscimento nell'amore intramontabile dei tifosi, ancor più cementato dall'aspirazione inconscia di vittoria del campionato nell'anno in cui egli presagiva di non poter più vestire la casacca azzurra.

L'amuleto del Napoli 2022/2023 si è rivelato essere proprio Mertens, trasferitosi nel golfo del bosforo di Istanbul al Galatasaray - con cui è facile ipotizzare analoga festa per la vittoria della Süper Futbol Ligi - ma con 18 voli garantiti nell'anno solare per tornare alla casa in affitto di Palazzo Donn'Anna in via Posillipo e vedere le partite degl'ex compagni allo stadio con tanti amici napoletani al seguito.

Mertens, in quell'assolato pomeriggio di metà Maggio, con parole trasversali e folgoranti, come fosse il più accanito dei tifosi razionali, mitragliò tutti i sentimenti di negatività con un monito di grandissima speranza per la rivalsa che il gruppo squadra e la tifoseria avrebbero dovuto sbandierare a tutto il paese, per aizzare il vessillo azzurro assieme al tricolore, con la soddisfazione di Napoli campione di valori sportivi.

Il fremito per il campionato che il Napoli si appresta a vincere, alberga nell'animo di Ciro Dries Mertens da quel lontano 23 Giugno 2013, data del suo approdo in città per firmare il contratto, che 10 anni dopo si sarebbe rivelato il patto a vita con la città per lo scudetto.



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