Bellissima intervista a Stanislav Lobotka, play del Napoli di Spalletti; lo slovacco si è concesso al Corriere dello Sport.

“Possiamo chiamarla Don Andres?”

“Ma no, so che in tanti mi accostano a lui, ma sono un giocatore diverso. È un’enorme soddisfazione essere paragonati ad Iniesta, ma a tratti ho avuto anche una piccola forma di pressione. È giusto che mi chiamiate Lobo.”

“Cosa è successo nei primi 18 mesi italiani?”

“È parecchio complicato rispondere. Ho vissuto un momento difficile, non giocavo poi nel febbraio 2021 ho fatto il primo dei due interventi alle tonsille, ma era venuta meno la mia fiducia, ero molto triste”.

“Ha pensato di andar via?”

“Certo che sì, mi ero fatto tantissime domande e la soluzione di andar via mi appariva scontata; pensavo che Gattuso volesse un giocatore diverso, ho cercato altri club. Poi è arrivato Spalletti, ho perso sei chili ed è iniziata un’altra storia.”

“Ma Lobotka era già così forte prima di venire a Napoli?”

“Questo non lo so, quando sono arrivato mi sentivo in fiducia ed ero fiero della mia scelta, orgoglioso di essere finito in un club del genere. Quella fiducia però è venuta meno rapidamente e l’ho ritrovata solo quando mi è stata concessa continuità.”

“Qual è il più forte nel suo ruolo?”

“Ce ne sono tanti, ognuno con le sue caratteristiche. Se devo fare riferimenti nello specifico penso a Casemiro. In Italia a Bennacer e Brozovic.”

“Il primo amore?”

“Ronaldinho del Barcellona. Poi sono cresciuto ho interpretato il calcio in modo diverso ed approfondito e sono rimasto incantato prima da Iniesta e Xavi, poi da Modric e Verratti. Tutti di altissimo livello.”

“Quando ha capito che eravate una grande squadra?”

In ritiro. Erano andati via in tanti, ma si vedeva e si sapeva che i nuovi avrebbero tenuto invariata la qualità. Poi in Champions abbiamo avuto risposte importanti, è cresciuta la stima, sentivamo di più ciò che ci diceva Spalletti.”

“E siete andati persino oltre…”

“Abbiamo cominciato a giocare come nessuno si aspettava, è venuta fuori la personalità del gruppo. Spalletti è stato bravissimo a farci comprendere le sue idee. Ora siamo qui, contenti di ciò che stiamo facendo e consapevoli della gioia che stiamo regalando. Ma non è ancora finita ci sono ancora altre gare da vincere e bisogna pensare partita dopo partita.”

“Esiste un segreto?”

“Non so se è una chimica, senz’altro ci sono più fattori: la bravura di Giuntoli nello scegliere i calciatori, la forza di Spalletti, la serenità che ci trasmette il Presidente. Poi c’è fame dentro ognuno di noi, vogliamo lo scudetto, vogliamo regalarlo ai nostri tifosi che ti fanno dare sempre quel qualcosa in più.”

“Cos è per lei la Champions?”

“Senz’altro un sogno, ci sono grandi club, ma tutto il gruppo ambisce a vincerla. Noi non abbiamo nulla da perdere, giocheremo senza pressioni, non siamo come il Real Madrid che invece le avvertirà. Potremmo affrontarli al prossimo turno se riusciamo a passare domani, e loro giocheranno con la pressione, noi sereni come una piuma. Nessuno si aspetta il Napoli in finale, proveremo a fare il colpaccio”.

“Domani partite dallo 0-2 ed il Napoli non è mai arrivato ai quarti nella sua storia. Siete carichi?”

“Non è fatta, basta un gol per cambiare l’inerzia. L’Eintracht è una squadra compatta, che ci proverà e noi dovremo stare attenti”.

“Per lei è stato più importante Hamsik o Spalletti in quest’esperienza?”

“Entrambi. Marek è stato un modello per chiunque, un giocatore speciale, un grande. Spalletti mi ha concesso di ricominciare a Napoli, in pochissimi credevano in me. Lui non ha mai avuto dubbi”.

“Quanto incide un allenatore?”

“A volte poco, altre volte tanto. Spalletti ha avuto un ruolo importante ed è tra i mister che mi hanno indirizzato la carriera e gli sono grato così come lo sono a Unzuè ed a Hjulmand”.

“Lei ha Kvaratskhelia ed Osimhen, è un uomo fortunato. Come li classifica?”

Osimhen è tra i primi 4 al mondo con Benzema, Haaland e Lewandoski. Kvaratskhelia nei primi 3 al mondo con Mbappe e Vinicius.”

“Lobo lei ha firmato?”

“Siamo a buon punto, stiamo chiacchierando. Senz’altro voglio rimanere, questo sicuramente.”