Due persone commettono un furto, vengono catturate dalla polizia, portate in commissariato e interrogate in stanze separate. Ciascuna di loro ha la facoltà di confessare, denunciando l’altra, oppure di negare di aver commesso il fatto. Se una delle due confessasse sarebbe libera, mentre l’altra sarebbe ritenuta colpevole e condannata a 7 anni di galera; se entrambe confessassero riceverebbero 6 anni di galera ciascuna, infine, se entrambe negassero la propria colpevolezza, sarebbero condannate solo ad 1 anno.

Qual è la scelta migliore per le due persone?

La sceneggiatura

Questo dilemma logico è noto nella "Teoria dei Giochi" quella che ha reso famoso il premio Nobel John Nash come il "Dilemma del prigioniero" ed è uno schema che si presenta in tantissime interazioni umane: dalla politica alla guerra, dall'economia fino ad una semplice riunione condominiale. Il fascino di questo enigma risiede nel fatto che la miglior strategia "comune" da adottare (confessare) non coincide con la migliore strategia individuale (non confessare); d'altra parte, però, il rischio di perseguire quest'ultima è maggiore del rischio di quella comune: beccare 7 anni di prigione è ovviamente peggio che beccarne sei. In parole povere: in un team in cui ogni membro ragiona logicamente i due prigionieri dovrebbero entrambi confessare scongiurando l'ipotesi peggiore poiché non vi può essere certezza di agire in coordinazione con l'altro: c'è contrapposizione tra la razionalità dell'individuo che vuole il meglio per sé e quella di gruppo che permetterebbe il risultato massimo possibile come comunità.

Come detto, questo dilemma permea tantissime interazioni (un esempio classico è la guerra fredda USA URSS in cui i due "prigionieri" scelsero di "confessare entrambi", ovvero armarsi, anziché negare entrambi, ovvero disinstallare ogni dispositivo nucleare) proprio perché vale il principio cardine "io di quello non mi fido" e anche la guerra fredda ADL Giuntoli non si sottrae ad esso.

I possibili risvolti

L'optimum per tutti quale sarebbe? Probabilmente Giuntoli che resta al Napoli ancora un anno con pieni poteri per poi liberarsi tra una stagione e firmare con la Juventus. Tuttavia, il patron non si fida più di un dirigente in contatto con una rivale e quindi decide di trattenerlo e demansionarlo, pur pagandolo. Giuntoli non può né vuole garantire di operare per il Napoli perché teme di perdere il treno bianconero l'anno prossimo.

Risultato? Entrambi optano per la strategia di "confessare", ovvero del "non mi fido di nessuno" quindi Giuntoli resta al Napoli, senza perdere soldi ma perdendo potere in seno al club ed anche potere contrattuale in sede di trattazione futura con la Juventus, ADL si tiene un dirigente scontento pagandolo profumatamente e la Juventus resta con il cerino in mano, pagando la sua (proverbiale) abitudine di contattare persone con contratto in essere con altre squadre.

Nel film A beautiful Mind, il regista Ron Howard spiegò il dilemma con una scena ancora più evocativa: un gruppo di ragazzi intenti al corteggiamento di altrettante ragazze. Se operassero in gruppo, trascurando la più bella, ognuno avrebbe la compagna di ballo; agendo egoisticamente invece, ovvero puntando tutti "alla più bella" uno soltanto, al massimo, vincerà, mentre gli altri resteranno senza partner.

Giuntoli è la bella bionda al bar che probabilmente resterà delusa, Aurelio De Laurentiis e la Juventus gli uomini che, sperando di averla vinta, probabilmente resteranno entrambi, almeno parzialmente, scontenti. Teoria dei giochi signori, e debolezze umane. Sono sempre alla base di tutto. Del resto, se sai solo di Calcio non sai nulla di Calcio.