Termina 3-1 la sfida del Maradona tra Napoli e Inter, gli azzurri tornano a vincere in serie A con i nerazzurri dopo quattro anni, l’ultimo precedente infatti risale al 2019, con questa vittoria inoltre il Napoli diventa l’unica squadra nella storia della serie A a essere riuscito a vincere almeno in una partita tra andata e ritorno con tutte le avversarie in campionato, 19 su 19. Per l’Inter sconfitta che interrompe la striscia di 8 vittorie consecutive, e che mette in una situazione scomoda la squadra in chiave Champions League, in attesa ovviamente del processo Juventus che potrebbe, con una penalità inflitta ai bianconeri, far stare più tranquilli i nerazzurri che avrebbero già durante la prossima giornata un incontro chiave (vs Atalanta). 

Andiamo ora ad analizzare il match attraverso i numeri dei protagonisti in campo.

Spalletti, dopo il turnover di Monza, torna a schierare i suoi titolari, 433 con Meret tra i pali, Kim e Rrahmani a formare la coppia centrale di difesa, Di Lorenzo sulla destra, Olivera a sinistra, centrocampo con Lobotka in regia e Anguissa e Zielinski sulle mezz’ali, in attacco ritorna Kvaratskhelia dal 1’, al suo fianco Osimhen ed Elmas.

In fase di possesso baricentro molto alto (65m), con i difensori centrali sulla linea di metà campo, Lobotka tra i due centrali a impostare, Anguissa e Zielinski a giocare tra le linee, mentre Di Lorenzo ha agito maggiormente dentro al campo a differenza di Olivera più largo, in attacco Kvaratskhelia e Osimhen i giocatori più avanzati, Elmas più largo a destra. In fase difensiva 4411, Zielinski il giocatore più avanzato del centrocampo a portare il pressing sui centrali avversari sul centro sinistra, con Elmas più arretrato da quarto di centrocampo.

Per l’Inter ampio turnover, Onana in porta, difesa a 3 formata da Bastoni, De Vrij e D’Ambrosio, sugli esterni di centrocampo Gosens e Bellanova; Gagliardini, Barella e Asslani in mezzo al campo, in attacco la coppia formata da Correa e Lukaku. 

In fase offensiva Asslani si abbassa a ridosso dei centrali difensivi per costruire, esterni di centrocampo molto larghi, in attacco Correa va a fare la seconda punta alle spalle di Lukaku. In fase di non possesso squadra estremamente schiacciata, con un baricentro di 34m, la difesa passa a 5 con Gosens e Bellanova a fare i terzini aggiunti, il centrocampo rimane a 3, i giocatori più avanzati sono Lukaku e Correa.

Il match è stato a senso unico, con un chiaro indirizzo tattico dal primo all’ultimo minuto, il Napoli ha iniziato la partita aggressivo rischiando anche in ripartenza data l’altezza della squadra, 65m palla al piede, 55m in fase difensiva, mentre l’Inter ha cercato sin da subito di essere pericolosa in contropiede accettando il possesso avversario, probabilmente complice anche l’assenza dei due principali registi (Calhanoglu e Brozovic). La squadra di Spalletti chiude con il 70% di possesso palla, il 71% nella metà campo avversaria, il 29% nella propria metà campo, per i nerazzurri 30% di possesso palla, 79% nella propria metà campo. Per il Napoli anche 22 conclusioni, 9 in porta, 5 grandi occasioni, 781 passaggi riusciti (93%) e 51 contrasti vinti, 1.69 xG, 0.56 xG il dato sui nerazzurri.

Diverse sono le situazioni tattiche da evidenziare, in primis l’utilizzo di Spalletti di Elmas esterno che ha portato densità a centrocampo ed infatti ha agito principalmente da quarto sulla metà campo, questo ha permesso al Napoli di togliere pressione su Lobotka e Anguissa e avere un’ulteriore alternativa in uscita, che non avrebbe avuto con un esterno d’attacco puro, il macedone infatti è un ottimo portatore di palla abile negli scarichi e nel creare superiorità numerica, il centrocampo dell’Inter, che avrebbe dovuto fare la differenza sulla regia del Napoli, è così andato a vuoto sulla prima pressione, in particolare dopo l’espulsione di Gagliardini. Per il numero 7 azzurro 67 palloni toccati, 94% di precisione, 1 passaggio chiave, 100% i dribbling riusciti, 50% i contrasti vinti. 

Autore di una grande prova in fase di creazione del gioco, Piotr Zielinski, il polacco gioca per lo più tra le linee, sfruttando anche i continui raddoppi su Kvaratskhelia per avere più libertà sulla trequarti sinistra, non soffrendo minimamente la marcatura di Asslani e scambiando palla costantemente con Anguissa sulla destra o con la punta, facilitato anche dall’espulsione di Gagliardini che ha costretto Barella, per questioni presumibilmente fisiche, ad accoppiarsi con Anguissa e lasciare quindi maggiore campo a sinistra. Chiude il match con 108 tocchi, 93.5% di precisione, 6 passaggi chiave, 1 assist e 49 passaggi sulla trequarti riusciti.

A destra la fisicità di Anguissa è risultata determinante per la vittoria finale, non un caso se Spalletti più volte ha chiesto al camerunese di andare in mezzo, in area di rigore (7 tocchi in area), questo ha permesso di schiacciare la difesa interista dovendo tenere fisicamente due giocatori come Anguissa e Osimhen a creare densità e sovrannumero lasciando spazio a ridosso dell’area agli esterni o ai terzini, in particolare Di Lorenzo che è arrivato più volte negli ultimi 20 metri. L’ex Fulham chiude con 1 gol segnato, 5 conclusioni, 1 assist, 116 palle giocate, 90% di precisione e 4 recuperi.

La partita ha subito però una svolta dal punto di vista delle occasioni quando al 69’ c’è stato l’ingresso in campo di Raspadori e Simeone per Osimhen e Elmas, il nigeriano ha fatto fatica ad andare in profondità, come solitamente ama fare, essendo pericoloso solo creando spazio per i compagni spalle alla porta, l’ingresso di Raspadori ha fatto alzare la difesa avversaria costretta a salire per venire a prendere l’ex Sassuolo che andava incontro per scambiare con i centrali di centrocampo, in questo modo sulle corsie laterali gli esterni hanno avuto più libertà e De Vrij ha subito i continui scambi tra Raspadori e Simeone, con uno dei due giocatori che sistematicamente tagliava dentro.

Simbolica per quanto riguarda l’aggressività e la voglia di vincere la partita attaccando sin da subito, è stata l’altezza dei centrali difensivi, sulla metà campo in manovra, in due toccano 180 palloni, 96% la precisione con 9 palle lunghe riuscite su 11 e appena 6 possessi persi.

Man of the match 

Il capitano risponde nuovamente presente dopo la panchina di Monza, grande partita la sua dal punto di vista difensivo, con 6 contrasti vinti (su 7), 1 salvataggio, 1 intercetto e 0 dribbling subiti. È in attacco però a fare la differenza, Elmas a dare copertura da quarto centrale ha permesso al numero 22 di avere più libertà negli ultimi metri, per lui 112 tocchi, 90% di precisione, 3 passaggi chiave, 4 palle lunghe riuscite (su 7) e la rete del 2-1 da fuori area (appena il secondo gol dalla distanza in stagione del Napoli) che corrisponde al centesimo gol stagionale della squadra di Spalletti.