Nove punti di penalizzazione, questa la richiesta del procuratore federale Chinè nei confronti della Juventus presso la corte d’appello della FIGC che, a questo punto, dovrà decidere se rivedere la sentenza di proscioglimento nei confronti dei bianconeri e altri club sulla questione plusvalenze.

Ricordiamo che il primo processo, nel quale anche il Napoli risultava imputato, si era chiuso in appello questa primavera con un nulla di fatto. Sono state quindi le nuove prove prodotte dai magistrati della procura di Torino, in merito all’inchiesta Prisma, ad aver spinto la procura federale a rivedere la sentenza di assoluzione.

Oltre alla penalizzazione, Chinè ha richiesto l’inibizione di 20 mesi e 10 giorni per Paratici, 16 mesi per l’ex presidente Andrea Agnelli, 12 mesi per Nedved, Garimberti e Arrivabene, 10 mesi e 20 giorni per Cherubini. Ammenda per gli altri club imputati (Sampdoria, Empoli, Genoa, Parma, Pisa, Pescara, Pro Vercelli e il vecchio Novara), mantenendo immutate, rispetto al primo processo sulle plusvalenze, le richieste per le altre società coinvolte e per i dirigenti deferiti.

Collegato da remoto anche il nuovo presidente della Juventus Ferrero, il quale, dopo essersi insediato mercoledì insieme al nuovo CDA, aveva rilasciato queste dichiarazioni relative alle vicende giudiziarie che la società dovrà affrontare: "Ci aspettano delle sfide per le quali noi come Cda riteniamo di avere esperienza, competenza e determinazione, per difendere la Juventus in tutte le sedi competenti, penale, sportiva e civile. Lo faremo con rigore e anche pacatezza, e senza arroganza. Abbiano sempre rispettato chi dovrà giudicarci. Ma vogliamo uguale rispetto per discutere nelle sedi competenti le motivazioni del nostro agire”.

Il primo round, quindi, parte con una richiesta che parrebbe morbida ai più, ma che se accettata, anche al netto di ipotetiche riduzioni, accerterebbe l’illecito commesso e reiterato, con la conseguente alterazione dell’equa competizione. È con questo biglietto da visita che la Juventus potrebbe presentarsi davanti ai magistrati di Torino che, forti di prove dirette e circostanziali, finirebbero per aumentare i punti di penalizzazioni nei confronti del club e l’UEFA che attenderà la fine dei processi per comminare le sue sanzioni. Sanzioni che porterebbero fino all’esclusione da tutte le competizioni continentali per un minimo di due anni.

Ma al momento si attende la decisione della Corte d’Appello che dovrà prima esaminare la richiesta di apertura del processo e solo in caso affermativo procederà a esaminare le richieste del procuratore Chinè andando a sentenza.