Verso Monza-Napoli, pronta una linea difensiva inedita: il punto

La Gazzetta dello Sport analizza la situazione relativa alla difesa del Napoli che vedrà delle modifiche a Monza rispetto all’assetto usuale.

La difesa del Napoli: una certezza da reinventare
“Gira e rigira, qua vacillano vecchi luoghi comuni: perché il miglior attacco è la difesa, quel muro (quasi) impenetrabile che in 32 partite ha subito 25 gol. È un salvavita, una benedizione per il Napoli, nonostante tutto: perché intanto, in questi ultimi quattro mesi, ne sono successe di cose. A dicembre, fuori Buongiorno e poi con lui Olivera e Spinazzola; ma a seguire - per non farsi mancare nulla - di nuovo in infermeria Buongiorno che, per non essere lasciato solo, ha trovato compagnia da lunedì in Juan Jesus, il suo alter ego; con l’Empoli, in tribuna pure Di Lorenzo, il capitano, tanto per allargare l’emergenza che a Monza ancora s’avvertirà.
I titolarissimi, come da convenzione o da gerarchie che sembrerebbero scolpite nell’erba, in questo quadrimestre che va dal 21 dicembre a domani hanno giocato assieme e dall’inizio una sola partita, con il Milan, e Conte s’è dovuto inventare la propria legittima difesa, attraverso arringhe che hanno richiesto cavilli anche tattici: a quattro, no anzi a tre, e comunque avanti così, chiedendo sacrificio a chiunque, ai centrocampisti e agli esterni, e allestendo unità di salvataggio attraverso i movimenti, le coperture degli spazi.
Rafa Marin: la nuova soluzione per il Napoli
Gli opposti si attraggono pure là dietro e a Monza farà la sua prima comparsa, almeno dall’inizio, l’inaspettata coppia Rrahmani-Marin, lo stakanovista (2867’ effettivi, 77’ in più del suo capitano, con 32 presenze) e il debuttante dal 1’, uno spagnolo accompagnato da giudizi lusinghieri, che però ha raccolto appena 23’ in campionato e può mostrarsi per davvero in una partita che vibra.
Venticinque reti in 32 partite, con 14 giornate attraversate senza avvertire (praticamente) il minimo pericolo o comunque lasciando che i portieri potessero tornasene a casa felici e vincenti, rappresentano un primato, mica solo la prova provata della solidità del Napoli: in Europa, in quella che conta, i cinque maggiori campionati europei, sta dietro il cholismo dell’Atletico Madrid, e sono 26 in 31, ma anche il Psg alle bollicine di Luis Enrique, 26 in 28, e l’Arsenal di Arteta, 27 su 32. Due semifinaliste di Champions, insomma.
La fortuna aiuta gli audaci oppure chi sa organizzarsi, attraverso una capacità di anestetizzare gli avversari: il Napoli ha dovuto rinunciare per undici partite al suo investimento più rilevante, in difesa, e Buongiorno scoprirà oggi se c’è almeno ancora una speranza di viaggiare con la squadra. Con l’Empoli, dopo un periodaccio del tutto in contraddizione con la natura della propria squadra, Conte è riuscito ad andarsene dal campo a braccetto con Meret, fieri di aver superato indenni la serata. Non capitava da Venezia ma soprattutto dal 12 gennaio: in 11 partite per 10 volte s’era aperta una falla là dietro.