Mentre sul pianeta Premier League la tradizione del calcio di Santo Stefano registra un altro capitolo di successo, dal nostro Boxing Day è uscito il nuovo Cda della Juventus. Quattro anni fa ci provammo a imitare gli inglesi, ne uscì fuori uno spettacolo raccapricciante.

Esperimento brutalmente fallito

E dire che nella stagione 2018/19, con un memorabile slancio di modernità, la Serie A ci provò anche a proporre spumante, panettone e calcio giocato, ma non andò benissimo: nella partita di cartello giocata a Milano, in serale, tra Inter e Napoli successe praticamente di tutto.

Prima della gara, all’esterno di San Siro ci furono, infatti, violentissimi scontri tra le due tifoserie, durante i quali rimase ucciso l’ultrà nerazzurro Daniele Belardinelli, travolto da un suv guidato dal 39enne Fabio Manduca. Durante la partita, invece, i cori razzisti rivolti a Kalidou Koulibaly, che poi fu espulso all’ottantesimo a causa di un applauso di frustrazione all’arbitro Mazzoleni, reo di non aver interrotto la gara. Sì, Mazzoleni, lo stesso che sentì benissimo l'espressione macedone di Goran Pandev in occasione della finale di Supercoppa Italiana di Pechino, qualche anno prima. L’allora allenatore del Napoli, Carlo Ancelotti, chiese per ben tre volte alla Procura Federale - ma senza successo - la sospensione della partita.

Un Boxing Day fatto di sangue e razzismo. Una serata lontanissima dallo spirito sportivo e anche da quello natalizio, che da occasione di rilancio per il movimento si è trasformato in uno spot pessimo per il calcio nostrano, l'ennesimo. Una tale concentrazione di eventi negativi che ha indotto la federazione a non riproporre il format negli anni a venire. La motivazione ufficiale fu affidata a un mancato ritorno in termini di share, ma i dati erano in linea con gli standard.

Oltre 254 mila spettatori si recarono allo stadio per seguire gli incontri, con una media pari a 25.405 tifosi a partita, a fine anno la media della Serie A sarà pari a 25.068 spettatori per match. In particolare, sei società – tra quelle ospitanti – avevano fatto registrare un numero di spettatori superiore alla loro media stagionale fino a quel momento.

Anche in Tv il pubblico non era mancato, stando almeno ai dati resi noti all’epoca. La Serie A si era distinta con 5 milioni di spettatori medi cumulati per i match della 18esima giornata. Un dato, seppur di poco, superiore ai 4,8 milioni medi fatti registrare per ogni giornata nel girone d’andata. Insomma, guardando solamente ai numeri ci sarebbero state ottime ragioni per riproporre il format nelle stagioni successive. Tuttavia, la Serie A – dopo una serie di ragionamenti – optò per un ritorno al passato, spazzando via il pallone dalle feste, confermando la sua incapacità a gestire le criticità.

Cda Day

Mentre in Inghilterra si fa largo lo spettacolo, dalle nostre parti la notizia di Santo Stefano è stata il nuovo Cda della Juventus che ha preso forma: sono stati infatti indicati da Exor, azionista di maggioranza del club bianconero, i nomi dei cinque componenti che sostituiranno i dimissionari del 28 novembre scorso, usciti dalla Juventus a seguito dell'avanzare delle indagini sul caso plusvalenze e contratti dei giocatori.

John Elkann aveva anticipato subito dopo le dimissioni di Andrea Agnelli la natura del nuovo CdA: "Sarà formato da figure di grande professionalità sotto il profilo tecnico e giuridico, guidati del presidente Gianluca Ferrero: insieme agli altri amministratori, avrà il compito di affrontare e risolvere i temi legali e societari che sono sul tavolo oggi". E di fatto i nuovi membri hanno tutta l'aria di un pull legale pronto a combattere quella che sarà una vera e propria battaglia in tribunale.

C'è Fioranna Negri, commercialista, revisore e iscritta all'albo dei Consulenti Tecnici d'ufficio del tribunale di Milano; Maurizio Scannavino, da poco Direttore Generale della Juventus, si appresta ad assumere anche l'incarico di AD a partire dal 18 gennaio, AD di GEDI, la media company che edita tra gli altri Repubblica, La Stampa, 10 e Radio Deejay; Gianluca Ferrero, altro commercialista, revisore e consulente tecnico del giudice presso il Tribunale di Torino che da sempre assiste diverse società e organizzazioni legate alla famiglia Agnelli: John Elkann lo ha scelto come Presidente; Diego Pistone, che vanta un'esperienza di 48 anni nell'area finanza e controllo di molte società in Italia e all'estero; Laura Cappiello, è l'esperta di diritto e degli organismi di vigilanza: laureata in giurisprudenza, si è occupata di fusioni e acquisizioni, diritto societario e diritto penale d’impresa.

Insomma, a leggere i curricula sembra chiaro che la Juventus sia preoccupata dai tempi che verranno. Un'occasione, quella della formazione del nuovo Cda, per lanciare un primo messaggio ai magistrati: l'aria è cambiata. Una mossa per tentare di attutire anche eventuali rancori causati dai toni irriverenti che gli inquirenti hanno potuto ascoltare con le proprie orecchie durante le telefonate intercettate tra i vecchi consiglieri, che agivano mossi da un delirio di onnipotenza raro, tanto da arrivare a sbeffeggiare gli organi di controllo.

Tra i vari commercialisti e legali balza all'occhio il nome di Scannavino, amministratore delegato del gruppo GEDI, la galassia mediatica di casa Exor. Nelle prossime fasi del processo, infatti, un ruolo importante per tenere l'ambiente juventino compatto lo svolgeranno sicuramente gli organi di stampa e figure come il nuovo direttore generale dei bianconeri possono rappresentare un asset importante per tenere sotto controllo la narrazione main stream. Insomma, John Elkann ha pensato proprio a tutto.

Basterà a limitare i danni e venirne fuori di corto muso?


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