Orizzonte. Felicità. Merito.

Sono tante le parole, e ancor più le riflessioni, che si possono sottolineare idealmente dall’ultima conferenza stampa di Marcelo Bielsa, successiva alla vittoria dell’Uruguay ai quarti di finale di Copa América ai danni del Brasile. Queste tre però sono quelle che meglio riassumono la sua filosofia.

Ad esser sinceri, Bielsa non dice orizzonte ma orizzontale, ma i due termini e i due significati soprattutto sono strettamente connessi.

Bielsa parla di orizzontalità a proposito di ciò che ha reso il calcio lo sport più popolare del pianeta: è accessibile a tutti. Si può giocare per strada. Non vi sono scale da percorrere in verticale (o diagonale se vogliamo essere più verosimili): basta prendere un pallone, calciarlo e guardarlo rotolare. Le strade sono orizzontali, perlopiù.

L’altra parola è felicità, raggiungibile anche dai poveri attraverso il calcio. Anche solo guardandolo, anche solo per pochi istanti, attraverso le emozioni di un gol della tua squadra del cuore. La felicità, per sua natura, è intensa e caduca. Cosa c'è di più intenso e breve di un gol?

L’altro concetto che resta implicito in questa conferenza, ma che già in passato Bielsa aveva tante volte ripreso, è quello del merito.

Non c’è apprezzamento del merito, e quindi del sacrificio, nel guardare 5 minuti di highlights (in realtà sono molto meno, basta vedere quelli di Sky: 3 minuti di cui uno è di presentazione del match). Non si percepisce come si arriva alla vittoria, o alla sconfitta. Non c’è apprezzamento del sacrificio. Anche di chi ha perso, non solo di chi ha vinto.

A questo proposito Bielsa anni fa raccontò una storia che citiamo semitestualmente: "Dove vivevo io, nel Barrio, comprare un’auto lussuosa era il massimo riconoscimento che si poteva dare ad una famiglia. Ma c’era una differenza: c’era chi comprava una Seat lavorando duro e chi magari comprava una Mercedes perché aveva vinto la lotteria. Nel Barrio noi stimavano più i primi, perché erano passati attraverso il lavoro ed il merito."

Perché tu non sei ciò che possiedi, e non sei nemmeno ciò che ottieni, se non lo ottieni attraverso il merito. Lo diceva Tyler Durden in Fight Club, con sguardo fiero e corpo scolpito. Lo ripete Marcelo Bielsa, un uomo di mezza età che quasi sempre parla con lo sguardo basso, come se sapesse che le sue verità debbano essere sussurrate, affinché si insinuino pian piano all’orecchio della gente.

L’orizzonte del popolo è arrivare a pochi attimi di felicità, che però è vera soltanto se arriva alla fine di un percorso di sacrifici.

Il calcio attuale sta uccidendo tutto questo. Bielsa lo ha capito da tempo. Quando il popolo stesso lo capirà, il calcio tornerà ad essere lo sport più amato di tutti. Per ora, e solo per chi è ai vertici della gerarchia (verticalità del resto...), è soltanto il più ricco.

https://youtu.be/A8fERt5QHF4?si=VB5s4ZDDAkgYHX07
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