Antonio Conte in conferenza stampa pre Lecce
Antonio Conte in conferenza stampa pre Lecce

Nei giorni post Empoli - Napoli, partita vinta 0-1 con gol su rigore di Khvicha Kvaratskhelia, si fa sempre più insistente la lotta atavica tra giochisti e risultatisti.

Questa rigida divisione è cosa storica nel mondo del calcio. Ma siamo sicuri sia l’interpretazione giusta per darsi una spiegazione su quello che sta accadendo al Napoli? Classismo che personalmente trovo troppo estremo generalmente e, a maggior ragione, dopo soltanto otto partite disputate in campionato. Andiamo per ordine.

Questi primi mesi col nuovo mister affermano che nel calcio qualsiasi pensiero di predizione non è mai così certo. In tanti parlavano di difesa a tre come un dogma e dopo poco, invece, sono stati smentiti dalla scelta di giocare con quattro difensori puri. Si parlava di cessioni eccellenti di giocatori che sono in squadra da anni, e che oggi compongono l’ossatura base del nuovo Napoli. 

Oggi si torna a parlare di giochismo e risultatismo, due aggettivi che utilizzati in modo netto, rischiano di sminuire tutto il bel lavoro svolto fino ad oggi da squadra e staff tecnico.

Dal punto di vista delle idee, il Napoli, sviluppa concetti diversi rispetto a quello che forse tutti si sarebbero aspettati, soprattutto dalla metà campo in su (in determinate partite). E mira ad esprimere tutto il suo potenziale, racchiudendo nelle proprie idee il giusto mix tra i due aggettivi utilizzati in precedenza: un gioco coinvolgente e dinamico che riesca a dare risultati e quindi vincere le partite tenendo sempre alta l’attenzione alla fase difensiva e l’equilibrio.

Antonio Conte ed il suo staff in appena quattro mesi, sono riusciti a dare un’identità al roster. I giocatori che scendono in campo sono capaci di adattarsi a situazioni di gioco differenti ed imporsi anche con avversari diversi nel modo di giocare, mostrando carattere e solidità subendo soli cinque gol in otto match di cui tre nell’unica sconfitta contro il Verona alla prima di campionato nel lontano 18/08/24. 

Dopo la sconfitta meritata in trasferta al Bentegodi, il Napoli ha alternato prestazioni in cui ha chiuso le partite con risultato netto e porta imbattuta (cinque volte su otto quest’anno) senza rischiare quasi mai, ed altre, dove sono subentrate delle complicanze anche per merito di atteggiamento e caratteristiche dell’avversario, nelle quali ha subito un pò troppo nei primi tempi. 

Napoli - Parma (2-1), Napoli - Como (3-1) ed Empoli - Napoli (0-1) sono tre partite in cui la squadra sbaglia l’approccio, ma riesce a vincere nei secondi 45 minuti, nonostante le difficoltà, con cattiveria e determinazione. Requisiti fondamentali per vincere, che la squadra - oggi possiamo definirla tale - sta assimilando dal suo allenatore. 

Tenendo presente che c’é ancora tanto da lavorare, si intravede un pensiero di calcio più maturo, forse più difficile per diversi aspetti, ma da squadra più grande che ad oggi non siamo mai stati abituati a vedere.

Quello di cui si é parlato nei paragrafi precedenti é frutto dell’impegno di staff tecnico e squadra che svolgono un lavoro incredibile dal punto di vista fisico, mentale e tattico durante ogni seduta di allenamento della settimana. Conte ha la responsabilità di portare il Napoli ad essere solido e vincente per lottare ogni stagione ai vertici, crescendo sempre di più negli anni per far in modo di costruire il famoso blasone pezzo dopo pezzo, provando ad essere quello che la storia ci dice che non siamo mai stati. 

Abbiamo tanti margini di miglioramento ma diamogli il suo tempo…


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