Mentre il presidente De Laurentiis e Spalletti si incontrano per gettare le basi sul programma della prossima stagione sportiva, quella in cui la squadra sarà chiamata a difendere uno scudetto conquistato dopo un’attesa lunga trentatré anni, il direttore commerciale Tommaso Bianchini, responsabile dello sviluppo internazionale del brand Napoli, si prepara a raccogliere l’eredità di Alessandro Formisano, l’head of operations del club, ormai sulla strada che lo condurrà alla corte del Presidente della Salernitana di Iervolino dopo una militanza in azzurro lunga diciassette anni.

Dopo un biennio di successi dal punto di vista commerciale, con il marchio Napoli capace di legare il proprio nome a colossi come Armani, Amazon e Coca Cola - allargando l’orizzonte dei propri affari con importanti partnership in Corea del Sud e Georgia, sfruttando la popolarità dei calciatori Kim e Kvaratshkelia - Bianchini si appresta ad avere compiti sempre più rappresentativi all’interno del club, accreditandosi di fatto per il ruolo di braccio operativo del presidente De Laurentiis.

Il Napoli amplia lo staff: il motivo

In questo continuo processo di crescita, il club azzurro, dopo l’incredibile risonanza per uno scudetto accolto con manifestazioni di gioia in tutti e cinque i continenti, vuole cavalcare l’onda mediatica del successo e per farlo ha deciso di ampliare il suo team con due nuove figure: Francesca Mulas, alfiere dell’international development marketing e Gianluca Baiesi, ex responsabile marketing della Fiorentina e nuovo Stadium Manager azzurro.

Proprio la scelta di quest’ultima figura, il quale ha avuto un ruolo fondamentale col club di Commisso nella stesura del progetto che doterà Firenze e la Fiorentina di un nuovo impianto, sembra confermare le informazioni raccolte dalla nostra redazione che vorrebbero la società partenopea in procinto di firmare una convenzione centenaria col Comune per la gestione dell’impianto di Fuorigrotta.

Quest’anno il botteghino, grazie ai numerosi sold-out, ha finalmente rappresentato un’iniezione importante di liquidità nelle casse societarie, ma De Laurentiis sa bene che non sfruttare un impianto che potrebbe essere attrattivo - grazie anche alla esponenziale crescita del turismo, sette giorni su sette, e non solo durante i match casalinghi - sarebbe alquanto increscioso. Proprio durante una sua recente intervista a Repubblica ha dichiarato non solo di voler costruire un Napoli sempre più competitivo in campo, ma si è soffermato sulla volontà di trasformare il Maradona in uno stadio moderno, dove poter addirittura festeggiare anche matrimoni e comunioni.

Il progetto di De Laurentiis per il Maradona

La serata evento nel post-partita contro la Fiorentina se da un lato ha mostrato il lato imprenditoriale, dall’altro è stato il manifesto aureliano di come il Presidente vorrebbe sfruttare l’incredibile entusiasmo del popolo napoletano, con manifestazioni di gioia capaci di accendere su Napoli, squadra e città, gli occhi del mondo intero, con un conseguenziale ritorno finanziario che potrebbe addolcire il gap economico con le altre big europee.

La probabile assegnazione all’Italia dei campionati europei del 2032 potrebbe dare una forte accelerata allo sviluppo infrastrutturale dei club nazionali, con De Laurentiis da anni alla finestra in attesa di leggi che potessero snellire l’iter burocratico per lo svolgimento dei lavori di ammodernamento, portando finalmente anche i nostri stadi su standard europei. Anche se stando alle parole del Sindaco Manfredi si inizierà a lavorare già dalla prossima estate per dotare Napoli di “un impianto moderno e dalla capienza di 70.000 spettatori” (terzo anello agibile? ndr), visto che la città ha avanzato la propria candidatura per diventare nel 2026 capitale europea dello sport, dopo il primo restyling per le Universiadi del 2019.

La strada, dunque, è tracciata e porterà il club in una dimensione internazionale tale da permetterle di non essere solo una cenerentola nel panorama calcistico mondiale, ma punto di riferimento per tutti quei club che ancora oggi sono legati a dinamiche sportivo-economiche non al passo con i tempi. Un percorso iniziato nel 2004 e condotto con lungimirante costanza fino ai nostri giorni.