Proviamo a calarci nei panni di Rudi Garcia

Io? E perché proprio io? Perché non ti immedesimi tu?

Invece propongo proprio te di indossare le vesti del tecnico più discusso del momento. Colui che è sul banco degli imputati perché accusato di prorogata negligenza professionale e comunicativa.

Colui che, a detta dei tanti, avrebbe messo a soqquadro una macchina perfetta, ribaltandola fuori strada dopo aver percorso un tragitto pressoché perfetto.

Lo stesso che, in base alle delucidazioni dei più sapienti, sarebbe riuscito per la prima volta a Napoli nel disequilibrare l’ordine perfetto dello status quo (beh, in effetti ci sarebbe qualche altro nome da menzionare come improprio prescrittore dell’evento ma non voglio dilungarmi, ndr).

Sì, caro lettore o lettrice, proprio lui.

Lo stesso tecnico di cui si accusa di aver dispensato ruoli e mansioni predefiniti dal suo predecessore di cui non ha mai citato né il nome né ribadito i meriti della gloriosa cavalcata eseguita la scorsa stagione. Anzi, a dirla tutta - come se non bastasse - ha anche affermato di non aver visto chissà quante gare del Napoli dello scorso anno.

Lo stesso allenatore che, nel momento di maggior bisogno ha preferito sostituire in corso d’opera i calciatori di maggiore qualità tecnica della propria squadra.

Lo stesso uomo che nel giro di due mesi (sinceramente non ricordo un frequenza così ragguardevole in un lasso di tempo così ridotto) ha ricevuto indicazioni per ‘paesi poco raccomandabili’ che si sono manifestati sul campo di gioco da tre calciatori diversi.

Lo stesso che - se escludiamo il posta gara contro la Viola - non si è sarebbe mai messo in discussione dopo prestazioni alquanto discutibili, riponendo il suo sconforto e cruccio sulla ridotta frequenza dei tiri che mancavano lo specchio della porta. In effetti ci sarebbe da menzionare anche le statistiche che forniva in sala stampa dove vantava la sua squadra di subire meno tiri di tutti, ma è pur vero che le statistiche si valutano soprattutto guardando le partite, e se queste sentenziano che 7 gol su azione la propria squadra li ha subiti all’interno della propria area di rigore una maggiore riflessione andrebbe fatta.

Lo stesso che è stato prima osannato, poi delegittimato e infine rincuorato (con tanto di fiducia a termine, ndr) dal suo Presidente, il quale - sfruttando le due settimane per la sosta delle nazionali - ha probabilmente consultato la sua agenda telefonica per sostituirlo per poi nascondendosi dietro al sostantivo del pettegolezzo. Il dubbio nasce spontaneo, altrimenti alla domanda sul presunto attuale dispiacere non avrebbe riposto “sarebbe stato un azzardo sostituire l’allenatore” ma in maniera più categorica al fine di escludere allusioni e chiacchiericci di altro genere .

Tu, caro lettore o lettrice, cosa faresti se avessi una spada di Damocle proprio lì: piazzata sul collo?

Cosa faresti se dovessi andare sul posto di lavoro sul continuo attenti perché non ti è concesso alcun margine di errore perché al primo commesso c’è il primo Fabio Cannavaro di turno già pronto a prendere il tuo posto?

E perché proprio Fabio Cannavaro?

Perché un allenatore alle cosiddette prime armi dovrebbe incombere sul tuo operato?

L’uomo che sposerebbe l’ideale pensiero dello spogliatoio? Che renderebbe più gradevole un clima che stava diventando alquanto pesante? Che prenderebbe in maggiore considerazione l’ideale calcistico dei tuoi calciatori?

Rendendo maggiore spensieratezza per riportare la perduta espressività e metodo di gioco per quanto visto fin ora sul rettangolo verde?

Cosa ne rimarrebbe di quanto dichiarato dal tuo Presidente che affermava che “non ci sono problemi tra squadra e Garcia”?

Tu, tra gli uno, nessuno e Garciamila avresti accettato queste condizioni?