Il silenzio dei De Laurentiis
Antonio Conte, Giovanni Manna, Alessandro Buongiorno, il rebranding, la maglia nuova, Coca-Cola… Eppure, tra tutte queste novità, quella a fare più clamore è anche quella meno rumorosa. Nessun annuncio, tanto che i tifosi meno attenti potrebbero essersela persa. Il frastuono del silenzio. Il più assordante degli ossimori.
Ed è ancora più incredibile che a (non) far parlare di sé sia il più grande showman del calcio italiano, colui che spesso ha privilegiato i contenuti a discapito della forma. Aurelio De Laurentiis è indiscutibilmente il grande assente di queste prime settimane di stagione 2024/25, e no, non è detto che ciò sia un male…
Il Patrón del Napoli, nell’ultimo mese, ha centellinato le sue apparizioni pubbliche, e - anche quando è stato al centro dei riflettori - ha tenuto un profilo basso, lasciando la scena a chi gli era vicino: Conte, durante la conferenza di presentazione del tecnico, e Buongiorno, all’annuncio del centrale granata.
L’impressione, confermata dai fatti, è che il presidente abbia capito l’importanza della suddivisione dei ruoli; l’ingresso in società di figure di spessore, scelte dallo stesso numero 1 azzurro, non è di certo un caso. Un Napoli in versione Cerbero quello che stiamo imparando a conoscere: diverse teste che lavorano come un’unica entità.
Fiumi di parole
Per De Laurentiis il silenzio non è un’ammissione di debolezza, anzi. Lo testimoniano le due grane principali che ha dovuto affrontare a stagione non ancora iniziata. Kvaratskhelia e Di Lorenzo, due pilastri della formazione azzurra, dichiarati incedibili dall’allenatore, hanno manifestato il loro malcontento. Un mal di pancia che minacciava di dividere anzitempo le strade di club e calciatori.
Chiacchiere, tante chiacchiere, hanno accompagnato le due vicende, spesso alimentate dagli stessi procuratori dei due ragazzi coinvolti. Sarebbe stato facile cadere in trappola nella ragnatela tessuta da chi aveva interessi opposti a quelli del club. “Non sono in vendita”, così sentenzia Hannibal De Laurentiis, allontanando le speculazioni e cannibalizzando i poveri Giuffredi e Jugeli, i quali - in versione Jalisse sul palco dell’Ariston - dopo fiumi di parole tornano rilegati nel loro anonimato.
Affari di famiglia
Ma Aurelio potrebbe non essere l’unico De Laurentiis a dover fare un passo indietro: anche il figlio Edo - spesso risultato figura ingombrante, con raggio d’azione a cavallo di spogliatoio e panchina - non avrà vita facile in questa new era. Conte ha già chiarito che il ruolo di raccordo tra società e gruppo squadra verrà ricoperto dal suo braccio destro: Lele Oriali, uomo di campo e di esperienza. Niente più spiacevoli incursioni negli spogliatoi o ramanzine indesiderate al termine dei match.
Per un De Laurentiis che perde spazio, però, ce n’è un altro che guadagna consensi. Valentina - figlia del presidente - dopo essere subentrata nel club in punta di piedi, ha conquistato i tifosi con la sua opera di svecchiamento del brand azzurro. Basta maglie pacchiane e collaborazioni kitsch, si riparte da semplicità ed eleganza, con una maglia che è già considerata la migliore da quando il Napoli è una questione di famiglia.
Un piccolo passo (indietro) per De Laurentiis, un grosso passo (in avanti) per il Napoli: zitto a chi sape ‘o juoco!