Gli operatori economici che si aggiudicheranno appalti del Comune di Napoli dovranno garantire ai loro dipendenti un salario minimo di 9 euro all'ora: è quanto ha approvato la giunta comunale partenopea attraverso un atto di indirizzo volto a tutelare la retribuzione minima nei contratti comunali.

L'iniziativa, promossa dall'assessora al Lavoro Chiara Marciani, vincola a rispettare questa soglia minima di retribuzione sia l'amministrazione comunale che le società partecipate.

Marciani ha dichiarato che il provvedimento si "inserisce nel più ampio quadro delle iniziative volute dal sindaco di Napoli Gaetano Manfredi per migliorare le condizioni dei lavoratori".

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"Questa delibera - ha spiegato ancora l'assessora - include anche vincoli sui contratti collettivi che devono essere applicati al personale impiegato nei lavori, nei servizi e nelle forniture oggetto di appalti pubblici, in linea con il nuovo Codice dei contratti pubblici".

La delibera è infatti parte di un protocollo d'intesa su sicurezza e legalità negli appalti, stipulato in collaborazione con le organizzazioni sindacali, che mira a garantire le migliori condizioni economiche e normative ai lavoratori coinvolti negli appalti pubblici.

Il documento approvato recepisce un ordine del giorno proposto dal consigliere Sergio D'Angelo e approvato all'unanimità dal Consiglio comunale lo scorso novembre. "Non abbiamo l'ambizione di sostituirci al Parlamento - ha sottolineato D'Angelo a proposito della delibera di giunta - ma vogliamo lanciare un segnale forte dalla più grande città del sud: basta paghe da fame, soprattutto nei lavori commissionati dalle amministrazioni pubbliche".