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Antonio Conte
Antonio Conte

Antonio Conte ha mentito. O meglio, ha bluffato. È la sua comunicazione, poco male. In questo modo ha quasi sempre ottenuto vittorie ed è giusto quindi che percorra la stessa strada. Lo faremmo tutti al posto suo. 

Ma quando dice che "il Napoli è come un'automobile, è al massimo dei giri" mente. Sapendo di mentire. E la lampante dimostrazione è la gara andata in scena ieri al Franchi di Firenze. Zero a tre netto, senza discussioni, e una squadra che ha lasciato le briciole agli uomini di Raffaele Palladino.

Anzi, nemmeno le briciole. Senza Alessandro Buongiorno, Matteo Politano e Kvicha Kvaratskhelia. Mica bruscolini. Al loro posto i partenti (?) Juan Jesus e Leonardo Spinazzola, oltre che l'ormai inamovibile David Neres. Segno che la panchina del Napoli è forte. Avrebbe bisogno di un tassello in mezzo al campo, viste le vicissitudini di Michael Folorunsho. E basta. A giugno le idee saranno chiare, ci saranno tasselli liberi, le prime scelte si possono andare a prendere. Ma questo è un altro discorso.

I giri del motore del Napoli non erano e non sono al massimo. Soprattutto non lo erano dopo Venezia. Non lo sono dopo Firenze. Questa è una squadra importante. Che ha probabilmente i due esterni alti più forti della serie A, il miglior centrale di difesa, il play più forte, un signor portiere (si mettano l'anima in pace i suoi detrattori) e il resto affidabilissimi. Delle armi importanti a gara in corso.

E poi ha Antonio Conte, che altri non hanno. Che, al netto se possa piacere o meno o quanto possa piacere, è sicuramente l'allenatore che più incide positivamente di tutta la serie A. Sono notevoli i miglioramenti partita dopo partita, tranne in alcuni frangenti di alcune gare (vedi secondo tempo di Genova). Dalla Roma in poi, il Napoli sembra crescere in tutte le situazioni di campo e soprattutto sembra avere una consapevolezza maggiore, segno che le cose stanno funzionando. E i margini di crescita, per chi un pó mastica questo sport, ci sono ancora. La macchina non è ancora al massimo. Conte lo sa bene. Basterebbe conoscere un poco la sua carriera per capirlo.


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