Secondo Eraclito il tempo scorre come un fiume e nessuno ci si immerge due volte nello stesso punto. Il tempo scorre ovunque. Concepire il tempo senza lo spazio è impossibile. Sono strettamente interconnessi. Un’entità che non dà l’idea di una grandezza con i suoi margini al seguito. Può essere infinito, ben definito o variabile.

Secondo Einstein, il tempo è influenzato dalle variabili infatti, e cambia a seconda del luogo in cui si trova, in base alla sua relatività. L’esempio dei gemelli è congeniale, se in un tempo definito i due monozigoti si salutano perché uno dei due sta per partire in un razzo spaziale che viaggerà per sei mesi quasi alla velocità della luce. Al suo ritorno sulla Terra, l'astronauta trova invecchiato di molti anni il suo fratello gemello.

La missione di Luciano Spalletti dovrà riporsi affinché le variabili non abbiano luogo ed il tempo non si modifichi attraverso la sua relatività. Parliamoci chiaro, siamo tutti entusiasti dei risultati che stanno ottenendo questi ragazzi, ma Napoli - nella sua storia recente e passata - per quanto sia meravigliosa e carnale può risultare una mina antiuomo letale.

Non di proposito, ci mancherebbe, ma il dare per scontato qualcosa potrebbe seriamente danneggiare quanto di buono, meraviglioso, fantastico, si è compiuto fino ad oggi. Oggi ci prova Mourinho, domani toccherà al prossimo mercanteggiare sogni di trionfalismi non ancora acquisiti. Per carità, lungi da me criticare un maestro dal calibro del tecnico portoghese. Ognuno gioca le sue carte e cerca di farlo nel migliore di modi, tutelando il proprio operato e cautelandosi da eventuali debacle. D’altronde, non si diventa special one, così, da un giorno all’altro.

Luciano Spalletti per quanto sia un tecnico navigato con un carico di notevole spessore alle sue spalle, non ha mai dovuto affrontare questo espediente. Ha sempre rincorso, magari vinto in un dentro o fuori come la finale di Coppa Italia o una Supercoppa. Lasciamo stare lo Zenith, non c’entra davvero un bel nulla. Qui siamo a Napoli, dove c’è bisogno di aprirti un varco per evitare il capitombolo, perché l’euforia è quanto di più commovente possa esistere ma che rischia di travolgerti.

Dove fra qualche settimana la notte separerà il giorno da esigue, modiche ed altalenanti ore, quel tempo sufficiente che servirà a ricaricare le pile e continuare a fantasticare. I giorni saranno lunghi e il tempo pretenderà il suo spazio per circumnavigare in lungo e in largo. Il tecnico azzurro ha il compito di redimere Einstein, di non dare agio al suo gemello di viaggiare e spaziare in luoghi temerari, ma di continuare a camminare insieme a lui. Sincronizzati, con i piedi ben saldi sulla terra.

Spalletti dovrà scoprire un talento che probabilmente nemmeno sa di possedere, la forza che intercorre tra l’agognata vittoria e il pericolo di alzare troppo presto il trofeo.


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